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Undici avvisi di garanzia a Marciana Marina e Campo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 19 febbraio 2004

Le irregolarità nella esecuzione dei lavori erano state rilevate e contestate dal gruppo di opposizione de “I Marinesi” che nel Dicembre 2002 presentarono un dossier ed un esposto alla Procura da cui mossero le indagini che hanno portato il P.M. Dott. Gianfranco Petralia ad iscrivere nel registro degli indagati ben 7 persone, segnatamente l’allora responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, il progettista (noto tecnico portoferraiese) e i titolari di 5 diverse ditte: un bergamasco, un campese e tre marinesi titolari di ditte individuali. Gli indagati a parere del PM avrebbero violato le norme del vincolo paesaggistico per aver realizzato le opere in difformità rispetto alle disposizioni della Soprintendenza Pisana, contestato inoltre agli aggiudicatari l’aver proceduto ad un sub-appalto dei lavori mentre il bando relativo all’affidamento vietava che le opere venissero subappaltate. Da notare comunque che sullo stesso Comune di Marciana Marina e sembra anche su aspetti correlabili ai lavori condotti si sono mossi anche gli agenti della Guardia di Finanza nel caso coordinati dal Magistrato Dott. Roberto Pennini. Ma il Corpo Forestale dello Stato ha anche lavorato in questi giorni sul versante campese ponendo sotto sequestro preventivo due cantieri il primo relativo alla realizzazione di un capannone in località Vallone, il secondo finalizzato alla ristrutturazione di un locale in ViaPietri per il quale era previsto anche il cambio di destinazione d’uso. I provvedimenti sono stati emessi su richiesta del PM dottor Mannucci dal Giudice per le Indagini Preliminari della Procura di Livorno Sandra Lombardi. In questo caso tra i quattro indagati sono il proprietario di entrambi gli immobili (un imprenditore campese) ed il tecnico comunale. Le motivazioni che avrebbero portato al sequestro ed alle denunce risiederebbe per gli inquirenti nel caso del capannone nella illegittimità della concessione poiche non era stata stipulata tra proprietario e Comune la convenzione prevista dagli strumenti urbanistici. Per il locale in Via Pietri invece la concessione sarebbe nulla poiché non si sarebbe tenuto conto che ricadendo la zona in una area esondabile si sarebbe dovuto tener conto della impossibilità di effettuare interventi come quello in via di realizzazione.

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