A chiusura delle indagini preliminari,come previsto dal codice di procedura penale, è stato notificato agli indagati dell’inchiesta “abusi eccellenti” il relativo avviso, contenente la sommaria descrizione dei fatti per i quali il PM intende chiedere il rinvio a giudizio. Gli indagati hanno a disposizione ancora venti giorni per consegnare proprie memorie difensive o per chiedere di essere ascoltati. Solo dopo sarà richiesto ufficialmente il rinvio a giudizio. Dalla documentazione si deduce abbastanza facilmente che il Pm genovese Morisani ritiene collegabili in un unico procedimento l’inchiesta sul “centro servizi” di Procchio e quella della ristrutturazione della discoteca Costa dei Barbari a Cavo. Ad unire le due inchieste, i nomi degli indagati: gli imprenditori Giusti e Filippi, l’ingegner Coppetelli, i due Prefetti Pesce e Gallitto ed il magistrato Lamberti. Riguardano invece soltanto il filone cavese dell’inchiesta la contestazione di reati al professionista Carlo Niccolo’ Piccinni e del Sinisgallo. Così come la posizione del Sindaco Logi e del Geometra Mazzarri riguardano soltanto la vicenda ecomostro. Del tutto marginale la posizione di Luca Lamberti, figlio del Gip livornese, chiamato in causa soltanto per aver utilizzato le auto di servizio della prefettura per i suoi spostamenti privati, grazie ai rapporti del padre col Prefetto Gallitto. Il quadro degli avvenimenti è quello ormai noto e descrive ancora una volta l’azione di un “comitato d’affari” che avrebbe agito sull’Elba. Il tutto accompagnato da piccoli e meschini “abusi” come, appunto, l’uso per fini privati di auto ed autisti pagati dai contribuenti ma anche dalle odiose pressioni su una dipendente comunale di Rio Marina. Ma veniamo al c.d. “ecomostro”. Secondo la ricostruzione del Pm,Giusti e Filippi, in concorso con Coppetelli avrebbero compiuto consistenti abusi edilizi nella realizzazione dell’opera procedendo in difformità rispetto alla concessione rilasciata dal Comune di Marciana il 5 agosto 2002 ed in violazione del “vincolo paesaggistico” previsto dalla legge 1497 del 1939.L’abuso venne accertato dalla forestale e ne fu informato il Comune. E’ a questo punto che entra in scena Mazzarri che ”su istigazione del Coppetelli del Giusti e del Filippi” cercava di favorirli predisponendo una autorizzazione edilizia nel dicembre 2002 per risolvere i problemi segnalati dalla forestale. Ne falsa però la data e commetterebbe così anche il reato di “falso ideologico”. Trascura inoltre di acquisire il parere della commissione edilizia integrata e non tiene conto, nel rilasciare l’autorizzazione, della Delibera regionale seguita alla tragica alluvione del 4 settembre che aveva trasformato il cantiere procchiese in un vero e proprio laghetto. Ma degli abusi è informato anche il Sindaco Logi e, forse calcando un po’ la mano, il PM chiede anche per lui il rinvio a giudizio per aver omesso di ordinare la sospensione dei lavori su istigazione di Coppetelli, Giusti e Filippi ed in accordo col Mazzarri. Parrebbe quindi che per Logi si sia addottato il criterio del “non poteva non sapere” e che pertanto aveva il dovere di agire o di curare che il Mazzarri, responsabile dell’ufficio edilizia privata del comune da lui amministrato, agisse come d’obbligo. Intanto la Forestale aveva segnalato l’esito dei sopralluoghi alla Procura che chiese al GIP il sequestro preventivo del cantiere. Ci pensò Gallitto a contattare il GIP Lamberti ed a metterlo in contatto con i soliti tre.Il sequestro verrà clamorosamente negato pur sussistendo i presupposti per detta richiesta e Lamberti ricevette in cambio la promessa di vendita ad ”prezzo di favore di un appartamento nel complesso della Costa dei Barbari e, successivamente, di un altro nel centro servizi di Procchio.Individuate anche le date della formulazione di tali promesse, nel giugno e nel luglio 2003.Nello scambio tra i costruttori ed il Lamberti,Gallitto avrebbe svolto il ruolo di intermediatore ed è pertanto accusato anche di corruzione in atti giudiziari (pena da tre a otto anni di reclusione, salvo aggravanti). L’affare della Costa dei Barbari ruota intorno all’incarico di Commissario prefettizio svolto da Pesce a Rio Marina dopo le dimissioni del Sindaco Antonini. Pesce nominò consulente per l’urbanistica e l’edilizia privata proprio Coppetelli. Siamo nel 2001 e la Fil.Giust. srl deve trasformare la ex discoteca in appartamenti. Secondo l’accusa Pesce e Coppetelli non si lasciano sfuggire l’occasione. Filippi e Giusti danno di fatto incarico all’ingegnere grossetano di redigere il progetto.L’ingegnere accetta ma è costretto a trovarsi un prestanome per la firma in quanto svolge l’incarico di consulente al Comune e Pesce lo ha anche delegato a presiedere la commissione edilizia. Come prestanome viene scelto Piccinni (accusato di concorso in corruzione) il quale firma i progetti redatti da Coppetelli. Quest’ultimo li fa approvare dalla commissione che presiede. Pesce riceverebbe in cambio due appartamenti,Coppetelli uno. Nello stesso complesso progettavano di passare felici vacanze insieme Gallitto, Pesce, Coppetelli e Lamberti. Rischiano, invece,di ritrovarsi in ben altri luoghi di residenza forzata. Rischio invece non corso, almeno per il momento, da due assessori del Comune di Rio Marina, non ancora identificati, che nell’agosto del 2003 avrebbero ricevuto 10.000 Euro (e la promessa di altro denaro) da Giusti, Filippi e Sinisgallo per agevolare l’approvazione di un Piano Particolareggiato riguardante ancora il complesso residenziale cavese, necessario per adeguare il progetto alla delibera regionale post-alluvione. Coppetelli e Pesce non sono ancora sazi e vanno oltre. C’è da ristrutturare l’immobile occupato da una scuola in Via Principe Amedeo. Pesce, ancora commissario al comune, vuole a tutti i costi che sia Coppetelli a ricevere l’incarico per la relativa progettazione e direzione lavori, ma c’è necessità di “convincere” una riluttante impiegata, responsabile dei servizi scolastici comunali, a non seguire le procedure di legge.Il 6 maggio 2001 Pesce ordina alla dipendente di affidare l’incarico immediatamente e senza verificare se sussistevano le condizioni . Verso la fine del 2000,l’infaticabile Pesce aveva secondo il PM invece concusso un imprenditore edile (Angellotti) a cui aveva affidato opera pubbliche a versargli una tangente da 25 milioni di lire. Questo reato lo compirebbe in concorso con una persona ad oggi ancora da identificare. Appare quindi evidente che l’inchiesta, chiusa nella sua prima fase, vedrà probabilmente in futuro altri sviluppi. Non dovrebbe essere difficile, in particolare, individuare i due assessori di Rio Marina destinatari delle tangenti della Fil.Giust. Tutt’altro che definiti sono poi i confini dei rapporti tra il “comitato d’affari” e il discusso imprenditore edile Angellotti. Per non parlare poi della vicenda Cerboli che vede ancora in scena alcuni degli indagati, unitamente ad altri personaggi a cui avrebbero fatto capo le varie società collegate all’operazione.
gallitto prefetto
ecomostro sequestro 1
ecomostro sequestro + piccola