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Controcopertina: Lettera aperta ai genitori ed agli studenti degli Istituti superiori

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 18 febbraio 2004

Un'altro voto di sfiducia alla controriforma Moratti viene dai docenti degli Istituti Superiori Elbani (Liceo Classico e Scientifico, Istituto Professionale di Stato, Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri) che si sono riuniti in assemblea sindacale Martedì 17 Febbraio a Portoferraio nella Sala della Provincia di Livorno di Viale Manzoni. Al termine della manifestazione l'Assemblea ha approvato un documento il cui testo riportiamo qui di seguito: "L’attacco alla scuola pubblica continua in maniera preoccupante e inaccettabile e si evidenzia in maniera concreta nei primi decreti attuativi che riguardano la scuola primaria. Ma anche nella Scuola Superiore si sono già attuati vari provvedimenti che modificano profondamente l’organizzazione scolastica, minando la qualità dell’insegnamento e con riflessi negativi sulla formazione dei giovani. Un intervento che si è rivelato particolarmente dannoso, soprattutto nella nostra realtà di isola condizionata dalla presenza di molti docenti pendolari, è quello relativo alla legge Finanziaria del 2003 (art.35), in cui si stabilisce l’obbligatorietà delle cattedre con 18 ore di insegnamento da svolgere per intero nelle classi(1). Tutto questo succede in un contesto di tagli di spesa nella pubblica istruzione che ha comportato l’eliminazione di finanziamenti per molte attività formative di supporto all’attività curricolare (recupero,approfondimento,proposte integrative rivolte agli interessi specifici degli studenti) e che rientra in una logica di risparmio “a tutti i costi” già evidente negli anni 2001 e 2003: nonostante il numero degli studenti sia cresciuto del 19% sono stati ridotti ben 8.000 posti di insegnamento. In attesa del decreto legislativo che dovrà attuare la Riforma Moratti della Scuola Superiore, ecco gli effetti più evidenti: • Cancellazione dell’obbligo – L’obbligo scolastico viene cancellato e sostituito con un vago diritto/dovere non esigibile, in contrasto con le scelte degli altri Paesi europei che hanno già innalzato l’obbligo scolastico a 18 anni ,con relative gratuità e facilitazioni. • Scelta e selezione precoce – I ragazzini a 12 anni dovrebbero scegliere se frequentare, dopo la scuola media, un liceo (della durata di cinque anni e con conseguente percorso universitario) o relegarsi come allievi della Formazione Professionale (della durata di quattro anni, senza il conseguimento del diploma): è evidente la forte discriminazione sociale che si attuerà con questo provvedimento. • Ritorno alla formazione professionale regionale (ex avviamento al lavoro) E’ previsto che tutto il canale professionale passi alle Regioni, con un meccanismo ancora incerto ma che fa pensare a possibili manovre poco trasparenti: sia nel reclutamento del personale docente, sia nella gestione della formazione, che prevede anche la stipula di convenzioni con Enti privati. Considerata la gravità della situazione, gli insegnanti intendono attuare forme di protesta per contrastare i principi di quella che considerano una “contro-riforma”: calata dall’alto, deleteria per tutto il sistema scolastico pubblico e che non considera in alcun modo le reali esigenze dei fruitori e degli operatori della scuola. Dalla data odierna i docenti hanno individuato la seguente forma di lotta: - RIFIUTO DI EFFETTUARE SOSTITUZIONI A PAGAMENTO. L’Assemblea esprime anche la necessità di un confronto con gli studenti e i genitori per approfondire i temi indicati, in data e con modalità da definire. NOTE Prima le cattedre erano composte sulla base degli “ordinamenti” (leggi istitutive dei singoli corsi di studi) ed erano funzionali ai corsi. Ogni insegnante seguiva le classi per il percorso previsto (per esempio lettere e matematica per tutto il biennio o per il triennio, lingue o disegno per il quinquennio) indipendentemente dal numero di ore totale trascorso in classe. Ora le cattedre sono composte solo sulla base del criterio di assegnare a ciascuno 18 ore in classe ad ogni costo. Questo crea effetti perversi e paradossali: Le cattedre verticali (come quelle di lingue straniere) sono smembrate poiché la somma delle ore effettuate dal docente nelle cinque classi è 17: il rischio per gli studenti è quello di cambiare più volte l’insegnante nell’arco del quinquennio. Riteniamo che per impostare un lavoro serio e proficuo non si possano, di anno in anno, combinare le ore di insegnamento nelle classi come le tessere di un puzzle, al solo fine di tagliare altri posti di lavoro. Per comporre cattedre a 18 ore si assegnano a due docenti diversi gli insegnamenti di quelle materie affini che fino ad ora erano affidate al medesimo insegnante :ad esempio filosofia e storia, fisica e matematica, oppure vi è il caso dell’elevato numero dei docenti di Lettere all’interno di una sola classe (un docente per la disciplina di Storia, un docente per la disciplina di Latino un docente per la disciplina di Italiano ed uno per la disciplina di Geografia, mentre fino allo scorso anno scolastico queste discipline erano insegnate da un unico docente). Diventa, quindi, sempre più difficile realizzare lavori interdisciplinari e aumenta la settorialità del sapere. Le 18 ore di presenza diretta in classe hanno eliminato le ore a disposizione che garantiscono la sostituzione dei docenti assenti. Questo significa che: gli studenti minorenni corrono un normale rischio di essere privi anche della semplice vigilanza; é molto difficile organizzare uscite al mattino, visto che l’assenza anche solo di un paio di docenti comporta che varie classi risultino “scoperte”; viene impedito l’aggiornamento dei docenti, previsto anche dal contratto di lavoro; vengono sottratte energie necessarie all’attuazione di progetti e alla realizzazione di collaborazioni vitali per la realizzazione del processo formativo-educativo dei ragazzi.


studenti corteo pace

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