La campagna elettorale è ormai alle porte. Tavoli di discussione, bozze di programma, candidature e auto candidature. Partiti e movimenti di stessa area si incontrano per valutare la possibilità di portare avanti un progetto politico comune. Altri ancora lavorano alla ricerca di forze a sostegno di liste civiche indipendenti. Finalmente i cittadini, ferme restando certe distanze con i loro rappresentanti istituzionali, cominciano a partecipare a un gioco diverso, in cui acquisiscono un ruolo per ciò che hanno da dire, per il contributo che possono apportare al dibattito politico, e non più soltanto per i voti che rappresentano. Il sistema politico tradizionale ha il diritto di verificare la profondità della crisi che lo ha investito e studiare strategie utili nel contesto di nuove forme di confronto con l’elettorato. Sarebbe però opportuno che chi ne ha l’occasione approfittasse degli aspetti positivi di questa evidente crisi della democrazia rappresentativa, evitando di correre il rischio di riproporre modelli che non sono più il miglior riferimento possibile per tutti coloro che si interessano di politica, di società civile e di relazioni fra singolo e istituzioni. Saper cogliere la volontà di partecipare di molti cittadini, soddisfare il bisogno di regole certe e diritti garantiti, l’impegno a perseguire e fare proprie le aspirazioni e le aspettative della cittadinanza, tutto questo deve rappresentare il presupposto da cui chi amministrerà nel prossimo futuro non potrà prescindere. I futuri amministratori dovranno saper dialogare e collaborare, con reciproco scambio di opportunità, con associazioni, movimenti, comitati ma anche liberi cittadini che potrebbero aggregarsi in forme associative “istituzionalizzate” per essere da stimolo e proposta anche per gli atti di competenza del Consiglio e della Giunta Comunale. Alla luce delle molte decisioni di questa Amministrazione, sorda a tutte le iniziative di confronto con comitati e movimenti, visti sempre e solo come antagonisti o fastidiosi “sabotatori manovrati” se critici di certe scelte, e per evitare che si arrivi in seguito a ricorsi a magistrati o Tar, piuttosto che perseguire la politica della dialettica e del confronto, riteniamo che sia indispensabile valutare l’adozione di nuove opportunità di partecipazione che superino la tradizionale dinamica eletti - elettori. Sindaco, assessori e consiglieri, proprio nello spirito di perseguimento e di attuazione di forme di democrazia partecipativa non dovranno esimersi dal garantire la propria apertura al pubblico e dovranno favorire la creazione di strumenti di informazione su progetti e attività a cui stanno lavorando, coordinandone e organizzandone la documentazione. Il tutto per raggiungere un diverso e maggiore coinvolgimento della cittadinanza nella gestione della cosa pubblica, valutando quali possano essere le priorità necessarie per una migliore qualità della vita nel territorio dove si vive, si lavora, si studia. A tale proposito L’isola e la città ha elaborato un progetto di struttura della democrazia partecipativa che potrà essere di stimolo e di supporto a quanti volessero confrontarsi con uno strumento grazie al quale i cittadini diventano elemento centrale della vita politica e amministrativa del Comune. Il fatto veramente innovativo sarebbe però che i principi della democrazia partecipativa si applicassero già in questa fase di programmazione elettorale, quasi a creare con ancora più forza i presupposti per un’ applicazione più fluida e razionale in seguito. Ci sarà vera svolta se la stesura del programma elettorale avverrà con il coinvolgimento di quante più realtà sociali, politiche e economiche si renderanno disponibili al dibattito e al confronto, gettando quindi le basi di un percorso di partecipazione che possano essere saldamente fondate su un progetto vero di perseguimento degli interessi collettivi. Il documento è consultabile sul nostro sito www.lisolaelacitta.it
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