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Tutti i movimenti della sinistra

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 10 febbraio 2004

Mentre nel centrodestra portoferraiese ed elbano si assiste al protrarsi a tempo indeterminato di una lunghissima “notte dei lunghi coltelli” alla ricerca di un candidato sindaco in grado di ripresentarsi dopo il disastro di Ageno-Fuochi & Co., credo che alle forze politiche che si sono opposte in questi anni alla scellerata politica amministrativa della Casa delle Libertà portoferraiese si imponga il compito di proporre ai cittadini una credibile alternativa politica. Mi pare che a riguardo provenga, da quella che con abusata espressione viene definita “società civile”, un duplice ma chiaro messaggio che sintetizzerei in due parole: “unità” e “rinnovamento”. Una coalizione Ulivo + Rifondazione + Movimenti che sappia coinvolgere i cittadini, l’associazionismo, il volontariato, il mondo del lavoro, è condizione indispensabile per allontanare dal governo di Portoferraio una classe politica becera ed incompetente, in grado di partorire solo favoritismi e buchi di bilancio, consulenze prezzolate e degrado. Ma allo stesso tempo, per non incorrere negli errori del passato, i cittadini chiedono un reale rinnovamento delle scelte programmatiche e delle persone che dovrebbero realizzarle: un cambiamento, anche generazionale, della classe dirigente, ed una decisa svolta politica a favore della partecipazione, del sociale, dell’ambiente, della qualità della vita, della valorizzazione del centro storico e della vivibilità dei quartieri. Ho l’impressione che tale messaggio non sia stato però adeguatamente recepito fino ad oggi dalle forze politiche del centro-sinistra. Il percorso che è stato finora seguito dalle segreterie dei partiti non mi sembra sia stato sufficientemente aperto e che le candidature più o meno ufficializzate al “tavolo del centro-sinistra” continuino a riproporre la stucchevole tendenza all’inseguimento “dell’elettorato di centro” o al cosiddetto “popolo della partita IVA”. Sulla fallacità politica e sociologica di certe categorie molto ci sarebbe da dire. Non vedo perché, ad esempio, chi ha una partita IVA debba essere automaticamente di centro-destra. Vi assicuro che conosco commercianti, artigiani, lavoratori autonomi (addirittura avvocati!!!) decisamente di sinistra. Senza contare che oggi dietro una partita IVA si nasconde spesso un lavoratore precario, sottopagato e senza garanzie e senza in futuro una pensione degna di questo nome Sarebbe un gravissimo e pernicioso errore cadere in un simile equivoco, si ripercorrerebbero nuovamente strade che già tanti danni hanno causato alla sinistra (D’Alema docet). Mi pare invece che sia necessario osservare che negli ultimi anni si è mosso qualcosa di diverso nella società portoferraiese, in genere così sonnacchiosa, un qualcosa che certo non è di centro, che non si identifica con la rozza catalogazione delle partite iva, che sta in gran parte al di fuori di quello che è il tronco, l’asse portante della (più o meno rigogliosa) pianta dell’Ulivo, costituita da DS e Margherita. Parlo di quei movimenti (da SOS Elba o Su La Testa, al Social Forum) di quelle associazioni e comitati (dai Ragazzi del Canile ai comitati spontanei di quartiere) che negli ultimi due anni hanno vivacizzato la vita politica locale ponendo al centro della scena nuovi bisogni e nuove attenzioni: qualità della vita, rispetto del territorio, difesa dei più deboli, questione morale. E’ un’area vasta, sicuramente più vasta della attuale consistenza elettorale dei partiti che possono ritenersi più sensibili e vicini alle tematiche sollevate da questi movimenti, come Rifondazione e Verdi. Quest’area è esprime una positiva volontà di partecipazione democratica di cittadini, è sicuramente maggioritaria nelle generazioni più giovani e rappresenta –finalmente!- un qualcosa di nuovo per il nostro paese. Sarebbe un gravissimo errore per il centro-sinistra non prendere atto di questa novità e non valorizzarla in un progetto complessivo di trasformazione della nostra realtà locale. Invece di inseguire l’evanescente figura del cosiddetto “elettore moderato di centro” perché non pensare a rendere protagonisti di un progetto di cambiamento i soggetti reali che vivono il nostro paese? Perché non dare allora uno spazio adeguato in termini di indicazioni di programmi e di candidature a quest’area che potremmo definire “alternativa”? Perché non pensare ad una Amministrazione Comunale costruita dal basso che sia espressione di un progetto condiviso e partecipato? Certo, per fare questo qualcuno deve cedere un po’ di spazio in termini di visibilità e di posti di potere. Ma non crediamo che ne varrebbe la pena?


benedetto lupi

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