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A Sciambere: Storia di una partita IVA

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 09 febbraio 2004

Elvio e Antonella hanno chiuso, il vecchio Bar Royal sarà ristrutturato, ma quando riaprirà non ci saranno più loro dietro il banco. Non potremo più ordinare la mattina, davanti all'esterrefatto forestiero "una granfia di polpo in umido" o "un totano caramellato" né lo "stufato di gatto" "un caffè corretto al paraflu" per vederci porgere il solito cornetto, o la sfogliatina della Fiorentina appena arrivata, ancora calda. Soprattutto non sentiremo le creazioni melodico-surreali di Elvio "Babbo Natale che ti porta via!!" o le sue tirate: "Ahi Ahi Ahi povero Elvio in bicicletta che sonava la trombetta, la trombetta era di gomma perchè di plastica si rompe!" col Chioccino in pensione che sorrideva sornione, con Antonella gentile fino a quando Cicci non la faceva incazzare e allora si ricordava di esse' dei quartieri alti di Portoferraio, alti nel senso di altitudine slm perchè lì abitava la gente tosta e modesta della Portoferraio di un tempo. Elvio era entrato qui da ragazzino a 14 anni, aveva più tardi rilevato la gestione altri 23 anni coi figli che crescevano, con i nipoti che arrivavano, una vita dietro il banco del Bar tutti giorni all'antica, senza ruffianeria ma con grande pazienza a fare caffè e cappuccini a versare bianchini, frizzantini e topini, a inventarsi i nomi più strani anche per i gusti di gelato, col tedesco che se ne andava via tutto contento con in mano un gelato ai gusti di mallegato e ghianda. Le stagioni si alternavano: dopo lo scirocco appiccicoso che prendeva il bar d'infilata dal porto e faceva sudare veniva il greco dalle Ghiaie che accartocciava le foglie dei platani sul viale, e poi venivano le violente acquate con quel maledetto tombino che s'intasava sempre e Elvio era lì a stasare perchè il bar non andasse sott'acqua. E ancora birrette, camparini, caffé da servire per pagare le fatture i conti dell'acqua dell'elettricità. Elvio scherzava ci faceva vedere quei conti "Mi' - diceva - sai che c'è .. io le butto 'un pago più niente!" E invece pagava, e ancora caffé, sudore, succhi di frutta, freddo, acqua tonica e patatine perchè la famiglia cresceva perche c'era da pagare le tasse, l'affitto. Come l'affitto? si il suo bar non era mica suo.... Oggi siamo passati davanti al Bar Royal chiuso e chissà perchè ci è ritornata in mente una canzonetta anarchica: "La casa è di chi l'abita - è un tristo chi lo ignora - il tempo è dei poeti - la terra di chi la lavora" E i bar di chi sono?


tazza di caffè

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