La stagione estiva 2003 è stata caratterizzata da una forte ripresa del fenomeno degli incendi boschivi, che hanno devastato ampie porzioni del patrimonio forestale del nostro Paese. La Toscana, pur non figurando fra le regioni più colpite, ha riportato un bilancio drammatico, con oltre 3500 ettari di superficie boscata andati in fumo, e la drammatica perdita di una vita umana. Il WWF ritiene che questo fenomeno non potrà essere efficacemente combattuto finché non sarà riconosciuto come fenomeno criminale di elevata pericolosità sociale, e come tale contrastato con adeguate tecniche di prevenzione e repressione e con pene commisurate alla gravità del reato. Fatta questa premessa, l'Associazione ritiene comunque di grande importanza l'applicazione delle leggi vigenti in materia, e nello specifico di quelle norme che pongono limitazioni ad attività costruttive, variazioni di destinazione d'uso, pascolo, interventi speculativi di riforestazione ecc. nelle aree percorse dal fuoco. “E' evidente infatti che in alcune aree del territorio regionale il movente sia probabilmente riconducibile a tali attività, infatti è provato che il 98% degli incendi boschivi sono di carattere doloso o colposo dei cosiddetti "piromani", denominazione questa impropria in quanto è un termine che denota una malattia, mentre tali soggetti devono essere considerati “incendiari”, ovvero dediti al delitto di incendio boschivo doloso o colposo previsto dal Codice Penale. Classificare gli autori di tali delitti come “piromani” equivale a denominare come “cleptomani” efferati rapinatori di banche”. E’ questo in sentesi quanto affermato dal Dott. Maurizio Santoloci, magistrato e Vice presidente del WWF Italia alla giornata di studio per le forze di vigilanza e controllo del territorio e la prevenzione degli incendi boschivi, organizzata giovedì 5 febbraio a Murlo in provincia di Siena, con il patrocinio della Regione Toscana e la collaborazione della Provincia di Siena, al quale hanno partecipato il Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco, Comunità Montane, Protezione Civile, Guardie Volontarie e Associazioni di volontariato: tutti i competenti in materia, insieme, per studiare come fronteggiare l’emergenza dei reati nel campo degli incendi boschivi, tra cui le GAV del nucleo provinciale di Livorno operanti prevalentemente all’Isola d’Elba, Piombino e Val di Cornia, oltre agli uomini del Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco e della Comunità Montana dell’Isola d’Elba e Capraia. Una intensa giornata che ha visto insieme le Pubbliche Amministrazioni, Forze dell’Ordine, ed il Volontariato con la possibilità di un confronto e di approfondimento in una materia in costante evoluzione, con il concorso di funzionari e tecnici regionali, e di qualificati esperti giuridici, tra cui il Presidente della II Commissione Fabio Roggiolani, del Direttore nazionale Protezione Civile B. de Bernardinis, del Responsabile Nucleo Investigativo Antincendi del C.F.S. G. Vadalà, del vice-presidente nazionale WWF Italia Maurizio Santoloci, del Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco Giorgio Chimenti. Al termine della lunga giornata di lavoro sono emersi alcuni punti fondamentali tra cui, la necessità di aumentare lo sforzo investigativo per l’individuazione degli incendiari, maggiore prevenzione e quindi meno spegnimento degli incendi. In questo direzione si è mosso anche il WWF Italia, che recependo la normativa della nuova riforma processuale in qualità di parte offesa che l’associazione ha nel processo penale, può tramite i propri avvocati, avviare una attività investigativa privata coinvolgendo le proprie Guardie Volontarie nella ricerca di indizi e prove al pari di un Pubblico Ministero. Il contributo investigativo e probatorio che il difensore WWF porterà all’Autorità Giudiziaria, potrà sortire il risultato di ridurre i tempi della giustizia e, con il contributo aggiuntivo di parte privata, aumentare la probabilità di accertamento dei fatti e quindi della verità. Le indagine difensive rappresentano quindi per il WWF Italia, una entusiasmante novità, che consentiranno di partecipare attivamente nella raccolta della fonte di prova nei confronti dell’autore del fatto di reato, in particolare in caso di incendio doloso, rappresentando senza dubbio un valido supporto al prezioso ed insostituibile lavoro investigativo delle Forze dell’Ordine. Il WWF ha inoltre sottolineato l’importanza della redazione da parte di tutti i comuni delle planimetrie dei territori percorsi dal fuoco negli ultimi cinque anni, così come previsto dalla Legge quadro sugli incendi la 355/2000 e dalla L.R.T. 39/2000, in pratica l’unico mezzo per contrastare le speculazioni che seguono, o stanno a monte, di molti incendi. La Regione Toscana per ridurre il fenomeno degli incendi boschivi e aumentare la tutela del patrimonio forestale, con la Legge regionale 39/00 e il DGR 1351/03 (Piano operativo AIB) entrato in vigore il 1° gennaio 2004, ha previsto alcune importanti norme, tra cui la classificazione di rischio incendi nei vari comuni, dove per l’accensione di fuochi che potrebbero minacciare l’area boscata, verrà applicata automaticamente la massima sanzione prevista dalla Legge nazionale, cioè circa duemila euro, e tutti i comuni elbani rientrano in questa fascia di massimo livello di rischio. Novità anche per il periodo di massima pericolosità degli incendi, il quale è stato stabilito in tutta la Toscana dal 1° luglio al 31 agosto, demandando poi alle singole province la possibilità di estendere tale periodo a secondo le condizione climatiche del proprio territorio. Altro punto fondamentale sono invece le risorse economiche che risultano in controtendenza rispetto ad altre realtà. L’erogazione dei contributi per la prevenzione, repressione e ripristino del territorio boscato avverrà infatti in proporzione all’aree colpite dal fuoco, che si traduce in meno incendi, più contributi.
GAV seminario
Gav elbane foto di gruppo