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Società della Salute senza i comuni elbani

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 09 febbraio 2004

Nel programma realizzato dal tavolo del Centro Sinistra, sul tema della Sanità, viene sottolineato che il 1 Dicembre 2003 sono scaduti i termini per la partecipazione in via sperimentale alla Società della Salute, da parte delle Amministrazioni comunali. Ci siamo chiesti se l’Elba avesse perso o meno l’ennesimo treno! Certo ci vuole poco per capire che le cose nella nostra isola non brillano particolarmente, sia in materia sanitaria che sociale, motivo in più per discutere della validità di tale forma di sperimentazione. Tanto per cominciare andrebbero prima capite certe parole, come per es. integrazione, tra ASL e Comuni per es., e che per Società non si intende altro che una forma di consorzio pubblico a cui partecipano l’Azienda unità sanitaria competente e i comuni della zona. Infatti le Società della Salute si assumono le responsabilità del governo delle attività socio-assistenziali, socio-sanitarie, sanitarie territoriali e specialistiche di base relative alla zona distretto a cui fanno riferimento. Tanto per cominciare si potrebbe riunire la Commissione Comunale sulla Sanità, e visto che non è mai stata convocata aprirla anche ai cittadini interessati. Poi, avere finalmente i dati aggiornati sulla salute dei cittadini elbani, in modo da decidere gli investimenti sulle reali necessità e non su scelte imposte dal continente e cominciare ad investire veramente nella formazione del personale. Se andiamo a guardare gli obiettivi di tale sperimentazione potremmo accorgerci che privilegia, tra l’altro, quelle realtà locali con maggiore o minore presenza di servizi sociali e sanitari e per la distanza dai capoluoghi di provincia. Inoltre la Società della Salute, con a capo un vero e proprio Organo di Governo, nomina un Collegio di Revisori dei Conti e magari i punteggi = soldi, previsti dalle schede budget potrebbero finire alle Associazioni coinvolte, cosicchè integrerebbero tutti quesi costi senza gravare sulle tasche del malato elbano vuote per i continui viaggi e visite specialistiche nel continente. Ma si continuano a fare tanti discorsi fin troppo complicati che alla fine poco interessano all’elbano che paga le tasse e che poi non vede garantiti neppure i servizi essenziali. Forse in molti, troppi, non hanno ancora capito che la nostra realtà è completamente diversa dalla terraferma e che l’accorpamento all’USL di Livorno non ha dato i risultati sperati. Per questo non dobbiamo accettare passivamente che altri decidano per noi. Queste premesse non ci paiono poi così tanto malvagie rispetto all’attuale situazione, certo c’è ancora tanto da capire, ma se non cominciamo nemmeno……


gina truglio verdi

gina truglio verdi