Torna indietro

Il pesante silenzio del Comune di Capoliveri sulla svendita delle miniere

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 09 febbraio 2004

Mentre leggiamo con piacere che Capoliveri è uno dei due comuni elbani che hanno partecipato alla riunione sull’aeroporto della Pila, siamo sempre più increduli di non sentire una parola, da parte della nostra Amministrazione, sulla decisione di vendita del territorio minerario tramite la Coni Servizi spa. Silenzio. Tutti gli elbani, tutti i capoliveresi, sentono la necessità di dire “no, aspettate un momento, ripensiamoci, assolutamente non si può! ”. Nelle vie dei paesi se ne parla, non si capisce, purtroppo si, si capisce! ma non si accetta!, perché ci venga tolta questa parte di storia, quasi espropriati del lavoro fisico e del corpo stesso del minatore, perché ci venga rubato l’oro di domani. Gli elbani, i capoliveresi, un tempo sono stati espropriati delle loro terre ricche di minerale, hanno dato allo Stato la sostanza di quei giacimenti, ne hanno ricavato duro lavoro e la possibilità di dar da mangiare ai loro figli. Quando i compendi minerari sono passati al PNAT e quindi ai comuni, siamo stati contenti di poter cominciare a predisporre progetti per poter entrare tutti nel ventre della terra, mostrare al mondo le nostre ricchezze minerali, le opere di archeologia industriale, le cave, i pozzi, gli strumenti del lavoro, la storia, la quotidianità di vita del minatore; siamo stati contenti di poter valorizzare scientificamente, culturalmente, economicamente la nostra terra. Oggi, a Capoliveri, l’Amministrazione ha già investito molti soldi pubblici su queste speranze di lavoro futuro. Abbiamo applaudito sinceramente alla mostra della Caput Liberum che aveva realizzato il primo passo per questa valorizzazione, abbiamo condiviso le parole che presentavano quel lavoro come un riappropriarsi della nostra storia, abbiamo sempre approvato gli intenti della Giornata del Cavatore, gli abbiamo dedicato con entusiasmo la Festa della Toscana e il Premio Mario Figaia, abbiamo spinto i nostri ragazzi a valorizzare quei tempi e quei lavori: ora però non capiamo questo silenzio. Qualcuno ci vuole rubare la nostra anima antica, la nostra terra e l’oro di domani: noi ora vogliamo sentire forte e chiara la voce dell’Amministrazione capoliverese.


briano milena

briano milena