Una domenica decisamente primaverile all’Elba, che passerebbe con un “niente da segnalare” se non fosse per le fibrillazioni della politica. Il giorno dopo le indiscrezioni sulla riunione livornese della Casa delle Libertà, alla quale hanno partecipato, nella sede di Forza Italia, una trentina di persone, si segnala un Piero Landi piuttosto inquieto per quanto hanno pubblicato il Tirreno ed Elbareport, che avrebbero da una frase riportata quel “Chi ha amministrato male non può essere ricandidato” estrapolato una sorta di inappellabile condanna per il sindaco di Portoferraio, quando invece Landi enunciava un principio generale. Benissimo, diamo allora per acquisito il principio e proseguiamo con l’osservare che Ageno non è stato un cattivo amministratore, bensì un pessimo sindaco, probabilmente il peggiore della Portoferraio repubblicana. Mai visto un sindaco uscente contestato così fortemente dal partito che lo aveva espresso (Forza Italia), che lo ha abbandonato in consiglio comunale al suo esile destino e che a Livorno ha fatto chiaramente intendere che non intende ricandidarlo. Più cauta la posizione della responsabile provinciale di A.N., con cui abbiamo parlato in serata. Marcella Amadio ha avanzato, al termine della riunione livornese, un’importante proposta sulla quale ritiene di aver ricevuto l’assenso, quella di promuovere un sondaggio (affidabile) nell’elettorato di centro-destra a cui sottoporre una rosa di papabili composta da 4/5 nominativi tra i quali quello dello stesso Ageno e di scegliere su quella base il candidato di un centrodestra unito. L’Amadio appare molto pragmatica, capisce che se il centrodestra andasse frammentato alle elezioni portoferraiesi, potrebbe sperare solo in una speculare frammentazione del centrosinistra per vincere, e lei vuole vincere, anche si rende conto che non si va in paradiso a dispetto dei santi e se Forza Italia continua ad opporsi alla ricandidatura di Ageno il sindaco uscente è improponibile. Sul fronte opposto si registrano movimenti soprattutto all’interno del maggior partito dello schieramento, i Ds in previsione di quella riunione della Direzione di Zona più volte richiesta dalla sinistra e finalmente fissata per lunedì 16 Febbraio con un ordine del giorno composto da un unico punto, che sembra mutuato dal PCI degli anni 50 per formulazione: “Situazione politica all’Elba e stato del Partito”. Anche qui un piccolo “incidente” giornalistico: LISOLA nel suo ultimo numero ha scritto che la sinistra non avrebbe più la maggioranza del massimo organismo ebano, per effetto delle dimissioni di una serie di eletti e per il passaggio armi e bagagli del Segretario Alessandro Mazzei tra le fila (anzi alla testa) dei riformisti. Ma forse i colleghi del settimanale sono stati tratti in inganno da qualche speranzosa dichiarazione di parte riformista, che ha dato per dimissionari alcuni membri della direzione che si sono semplicemente defilati e che potrebbero anche decidere di essere presenti in una occasione tanto importante, nella quale il gruppo che ha gestito a colpi di maggioranza la situazione portoferraiese, potrebbe essere ripagato con la stessa moneta, vedendo bocciata a livello elbano la deriva verso destra dopo il ribaltino di Mazzei in Segreteria di Zona. La politica della "normalizzazione" auspicata da Rocco Garufo viene comunque portata avanti dalla cordata riformista diessina, in questo senso va letto l'infittirsi delle presenze sulla stampa (e a Piazza della Repubblica) dell'ex-sindaco di Rio nell'Elba Giuseppe Coluccia, autonominatosi grande inquisitore del correntone isolano e nazionale, e che negli ultimi tempi , nelle sue lettere encicliche all'opinione pubblica elbana, ha incolpato l'ala più radicale del suo partito praticamente di tutto fuorché di abigeato e della caduta dell'impero romano d'occidente. E circola anche un'altra voce sui "movimenti" all'interno dei DS, in vista delle prossime campagne elettorali ed ancora in tema di normalizzazione, secondo la quale a Campo Antonio Galli passerebbe la mano come sindaco al suo Vice Graziani, ma, in una sorta di Dalemone, sarebbe destinato a sostituire Franco Franchini come assessore "elbano" in Provincia, cosa che sunerebbe come piuttosto beffarda, visto che se c'è un esponente del correntone elbano che si è impegnato per il dialogo tra le due anime diessine, alla ricerca di una unità sempre più problematica questi è stato proprio Franco Franchini. C'è da domandarsi il perché di questa spasmodica ricerca del controllo di tutti i punti di potere da parte della destra diessina, e c'é da domandarsi se qualcuno non stia dalemamente precorrendo i tempi, anticipando quella resa dei conti, rimandata al dopo elezioni europee, vagheggiata dalle punte più riformiste, quelle che pensano ad un Ds in cui la sinistra sia totalmente esautorata accapponata e muta, ridotta ad una folklorica presenza, o meglio ancora altrove.
assessore provinciale all'agricoltura franco franchini
Marcella Amadio
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