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Il Tavolo del centrosinistra portoferraiese spiega le linee del suo programma

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 04 febbraio 2004

E’ stato presentato nella mattina del 4 febbraio nella saletta dell’APT il documento programmatico che il tavolo del centrosinistra dopo mesi di approfondimento e di studio ha redatto in vista delle prossime elezioni amministrative. Finalmente il tavolo si è tolto i veli e si è mostrato, perlomeno alla stampa, in tutta la sua fisicità, dopo essere stato per mesi sottoposto alla deformazione fantastica di qualcosa che c’è ma non si vede, di cui tutti parlano ma che gelosamente ha mantenuto finora la caratteristica di conclave (cum clave, appunto chiuso a più mandate). E’ stato chiarito intanto che il documento è nato per dare un indirizzo di governo a Portoferraio, ma visto che sono state indicate linee più generali non si esclude che esso possa servire anche come indicazione per una politica comprensoriale del centrosinistra. Le parole guida della presentazione, affidata al Segretario di Sezione dei Ds Angelo Zini, sono state collegialità partecipazione e trasparenza, sottolineate dal brusìo di soddisfazione dell’intero tavolo, per un lavoro definito sperimentale al quale hanno preso parte non solo i partiti tradizionali ma anche il movimento cittadino dell’Isola e la Città. Il documento contiene indirizzi generali e non si è ancora articolato in un programma specifico, ma Angelo Zini, riassumendo le 13 pagine che lo sostanziano, ha indicato le linee fondamentali che condurranno l’operato degli amministratori nell’eventualità che il centrosinistra si aggiudichi le prossime elezioni. In primo luogo i cittadini saranno protagonisti del nuovo modo di fare politica, Portoferraio sarà una città che farà della solidarietà un elemento imprescindibile dal suo governo, il modello economico sarà reinterpretato in modo da superare le attuali difficoltà, il tutto tenendo fermo l’ago della bussola sulla “qualità della vita”, alla quale sarà attribuito uno specifico assessorato. Tutto sommato i “padri costituenti” della carta del nuovo centrosinistra hanno insistito sul carattere di novità e sperimentazione di un percorso che giunge adesso alla sua seconda fase: quella dell’ampio ascolto della cittadinanza, dell’ampia disponibilità ad accogliere nello specifico contributi che andranno a costituire le singole voci del programma, seconda fase che inizierà con l’assemblea pubblica del 14 febbraio nella sala della Provincia. Il tavolo ci è parso abbastanza “collegiale” e disteso, con una sufficiente intesa sullo smistamento e sul contenuto delle risposte da dare ai giornalisti. In quanto alla “partecipazione” il modello ci pare ancora assai perfezionabile, probabilmente la parola “partito” impressiona ancora molto, basta essere più di uno, ma con una tessera in mano, e si sposta un po’ la seggiola. Non altrettanta apertura è stata invece dimostrata per altri soggetti che forse sarebbe stato meglio chiamare al tavolo (pensiamo al volontariato, ai comitati territoriali a chi ha fatto davvero politica talvolta sostituendosi alla latitanza dei partiti), che qualcosa di interessante e di competente da dire lo avrebbero avuto sicuramente. La carta del Centrosinistra, che Elbareport ha pubblicato per intero nel n. 404, è comunque ancora a grana grossa, formata da cellule staminali pronte a prendere qualsiasi forma: “qualità della vita” suona infatti molto promettente, ma non per questo si può dire che sia un elemento di per sé distintivo (quale governo di centrodestra promuoverebbe al contrario un programma basato sul “degrado”?) è un po' come dire Viva la Mamma!. Qualità della vita va benissimo, ma a patto che le proposte successive siano per una qualità di centrosinistra. Difficile perciò essere in disaccordo con un documento molto “politically correct” ma nel quale non si affonda il coltello nelle vere scelte che vengono casomai rinviate alla fase successiva dei dettagli programmatici, che questioni di dettaglio non saranno certamente. Non si può dire insomma che la montagna ha partorito il topolino, ma neanche che il nascituro è decisamente formato, e ciò evidentemente per le preoccupazioni di non urtare, di presentarsi con una faccia rassicurante ad una vasta fascia di elettorato: ad esempio pur di non usare il termine “Massoneria”, che dovrebbe essere qualcosa di estraneo al tavolo ed alla cultura di centrosinistra, ci si è avventurati in un groviglio di espressioni con doppie negazioni incomprensibili ai più. Un altro esempio di evidente impaccio, anche se indicato, ma solo in conferenza stampa, come obiettivo, è la totale assenza nell’elaborato di un serio discorso sulla principale emergenza amministrativa elbana: quella della cosiddetta “semplificazione istituzionale”, il Comune Unico, che non può essere avulsa da un discorso che voglia essere almeno in parte comprensoriale e ispirato da valori informati ad un raziocinio progressisti (con buona pace di Giuseppe Coluccia). Glissata completamente la questione dell’evidente contraddizione diessina tra l’aver proposto in questa fase candidature a sindaco e il non aver definito nello specifico il programma. Gli stessi principi di estrema prudenza si riscontrano nelle parti del documento relative alla individuazione dei criteri per le candidature sempre estremamente interpretabili quasi estensibili come la trippa. Insomma si farà, a nostro avviso, solo quando saranno in campo vere decisioni, ad esempio cosa fare della Cosimo dei Medici, attraverso quali concrete misure affrontare i problemi urbanistici, come realizzare l’informazione dei cittadini, cosa fare per il tessuto commerciale della città, e decine di argomenti di sostanza che la stesura di un vero programma pone. Non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma si ragionerà sul serio quando si parlerà di candidature e se ne parlerà con la gente, sempre che i giochi non siano stati già fatti altrove.


tavolo centrosinistra 4 febbario

tavolo centrosinistra 4 febbario

tavolo centrosinistra 4 febbraio

tavolo centrosinistra 4 febbraio