Gli Zimagarulli (chiameremo per brevità così il quartetto Zini-Mazzei-Garufo-Manciulli) hanno tenuto una conferenza stampa i cui evidenti scopi erano due: a) dimostrare il loro esistere b) dimostrare l'infondatezza della più frequente accusa che viene loro rivolta da quei perfidi correntonisti (quella di essersi solo parlati addosso negli ultimi due anni) E gli Zimagarulli hanno preparato con cura la loro performance. Hanno iniziato con non invitare la corrispondente di un giornale pericolosamente a sinistra come l'Unità, hanno rifiutato sdegnosamente di procrastinare il "Bilancio Politico" a dopo la riunione della Direzione, che la sinistra interna chiedeva con la banale scusa di rappresentare la maggioranza dei DS elbani, ed hanno puntato dritti alla meta. Ci hanno riferito che l'interesse dell'iniziativa era così alto che una cronista ha rischiato di ingoiarsi l'orecchio sbadigliando e che tra i quattro presenti si canticchiava "Osteria del pipo moscio". Puntuali le risposte delle lucide fronti agli interrogativi: La sinistra interna? Uno spiacevole inconveniente, gente "vecchia" nella testa, Cosa avete fatto? Abbiamo fatto venire all'Elba della Regione e della Provincia la Regione (ce l'hanno portati in collo? da soli non ci venivano?); Niente altro? Abbiamo parlato con le categorie accumulando un capitale di credibilità che ora possiamo spendere per la conquista del ceto medio imprenditoriale; Tutti al centro e alla sinistra chi ci pensa? Ci pensi rifondazione, noi abbiamo altro da fare. Ma la migliore è venuta fuori quando qualcuno si è avvicinato allo spinoso problema del salto della quaglia dell'ambidestro segretario, eletto dal correntone ed ora corifeo garufiano (Manciulli spiegala al futuro assessore) Prima di dire come gli Zimagarulli hanno risolto la questione dobbiamo (apparentemente) divagare: Negli anni a cavallo del 1950 l'Elba non turisticizzata era meta di bravi ma squattrinatissimi artisti in maggioranza pittori, una pattuglia dei quali si era attestata sulla spiaggia di Procchio, usando per casa un barcone tirato in secco sull'arenile e rovesciato, sotto il quale il gruppetto si riparava dalle intemperie. Dopo qualche settimana però per il proprietario dell'imbarcazione giunse il momento di mettere in mare il natante, ed essendo una persona mite cercò di fare sloggiare con le buone quei soggetti. Andò da quello che gli pareva più rappresentativo: Gonni, che sarebbe rimasto all'Elba per più di quaranta anni e gli chiese se si potevano spostare: "E' un bel problema ... -inizio Gonni che cercava invano un argomento da contrapporre - .. ma lei, ma lei ..". Annaspava, e si attaccò a quello che aveva a portata di mano: in quel momento stavano transitando, davanti ai due sulla strada di Procchio, dei concorrenti di una gara ciclistica e Gonni disse: "Ma cosa sta a pensare alla barca lei .. guardi che atleti .. guardi che polpacci!". Con rispetto parlando gli Zimagarulli hanno fatto come il Gonni, quando dovevano giustificare il salto della quaglia hanno risposto che erano discorsi vecchi, categorie superate, frutti del congresso precedente e che era tempo ormai di pensare al prossimo, uno stupendo: "Guardi che polpacci!" Ma abbiamo iniziato il precedente capoverso con un "Con rispetto parlando"; già perche Gonni; che aveva vissuto a Portoferraio tanto tempo in una dignitosissima povertà, e che raramente parlava del suo passato, era un grande pittore che per misteriose ragioni aveva di punto in bianco smesso di dipingere, era un raffinatissimo intellettuale poliglotta, era un antifascista perseguitato dal fascismo che aveva vissuto in clandestinità, era stato un giornalista che aveva intervistato Adolf Hitler, era uno che dava del tu a molti mostri sacri dell'arte italiana, era insomma un grande uomo che per una sua scelta, difficilmente comprensibile ai più, aveva deciso di stare qui tra noi facendosi piccolo piccolo; questi, gli Zimagarulli, invece .. fate voi.
gonni