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Giannutri, un'isola in vendita

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 27 gennaio 2004

La società “Porto Romano Giannutri” è proprietaria sull’isola di Giannutri di vari appezzamenti di terreno, di alcuni manufatti di epoca romana e di fabbricati costruiti nei primi anni sessanta all’epoca della speculazione edilizia (proseguita per tutti gli anni 70). Sono questi i beni oggi sottoposti a vendita da parte del Tribunale di Grosseto, in conseguenza del fallimento di quella società. Gli immobili sono tutti abusivi ed in tal senso sono state presentate istanze di concessione edilizia in sanatoria ai sensi della legge 47/85. l’iter dell’esame dei condoni era già iniziato ma nel 1990 un parere non favorevole dalla Commissione Beni Ambientali costrinse il giudice delegato ad autorizzare il Geom. Lenzerini di Grosseto a presentare dei progetti a completamento degli immobili al fine di ottenere parere favorevole. La richiesta di riesame ha portato ad oggi ad un parere di rinvio dato dal Collegio ambientale di Isola del Giglio in data 18/02/2003, in attesa di un progetto che riconsideri tutta l’area di intervento. In realtà, sembra chiara l’intenzione del comune del Giglio di aspettare l’esito dell’asta prima di esprimersi sulla richiesta di sanatoria. I beni che rientrano nell’esecuzione immobiliare numero 76/2003 sono stati suddivisi in 9 lotti per rendere più appetibili gli immobili all’asta: Il lotto n. 1: terreni agricoli non edificabili, ettari 12,89.07. Il lotto n. 2: terreni a vincolo archeologico, ettari 2,26.55, in prossimità della villa romana. Il lotto n. 3: terreni edificabili, ettari 0,65.24 di cui 0,20.50 inseriti in zona edificabile per 1250 mc (loc. Cala Spalmatoio). Il lotto n. 4: manufatti per servizi (serbatoio, cisterne, edifici per gruppi elettrogeni e due impianti per servizi), loc. Cantiere. Il lotto n. 5: terreni per giardini privati e parti comuni, ettari 0,32.64, loc. Spalmatoio. Il lotto n. 6: capannone ex mensa (un piano, 8 locali), Mq 166,37, loc. Cantiere. Il lotto n. 7: fabbricato telecom (un piano suddiviso in 4 vani più servizi) mq 107,73, loc. Cantiere/Monte Mario. Il lotto n. 8: fabbricato di un piano costituito da locali destinati a falegnameria di mq 145 e abitazione di 3 vani di Mq 42,96, in loc. Cantiere. Il lotto n. 9: fabbricato alloggi suddiviso in 5 unità abitative di varie dimensioni, in loc. cantiere. La parte più appetibile del patrimonio del fallimento della “Porto Romano” sono gli edifici residenziali e non dell’area dell’ex cantiere e infatti sono stati questi ad essere aggiudicati nelle successive aste. La prima seduta d’asta si è tenuta il 25 Luglio 2003 presso il tribunale di Grosseto (Giudice delegato Dott. D. Gaetano, curatore fallimentare Dott. Sergio Pontarelli) ed è andata deserta. La seconda seduta d’asta si è tenuta il 14 Novembre 2003 presso lo stesso tribunale. Questa volta vengono venduti i lotti n. 3 (i terreni edificabili: prezzo base 103.000 euro), 7 (fabbricato telecom: prezzo base 88.000 euro), 8 (prezzo base 74.500 euro) e 9 (prezzo base 128.000 euro). Per quello che rimane del fallimento è stata fatta una nuova asta il 23 Gennaio del 2004, è in questa occasione che la Regione Toscana si è aggiudicata le rovine della Villa Romana dei Domizi Enobarbi . I compratori dei lotti 3, 7, 8 e 9 non si conoscono e non sarà possibile farlo finché non cadrà il diritto di prelazione annunciato dal Ministro dell’Ambiente Matteoli e dal Sottosegretario Tortoli su sollecitazione di LEGAMBIENTE e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Tale diritto scadrà il 12 febbraio, dopo i 90 giorni dalla data del 14 Novembre 2003, entro quella data il Ministro potrà acquisire i beni già ceduti all’asta. Se il Ministero dell’Ambiente non acquisirà i beni già ceduti all’asta del 14/10/2003, il pericolo di una nuova speculazione edilizia sarebbe veramente serio. Non bisogna dimenticare che le spinte esterne verso un nuovo sviluppo edilizio sull’isola sono forti se si considera che tutto il territorio circostante sta indirizzandosi in tal senso (i nuovi piani strutturali dell’Argentario e, da quanto si dice, ciò che potrebbe prevedere quello del dell’Isola del Giglio). Occorre che il Ministero eserciti al più presto il diritto di prelazione e che tutti gli amici di Giannutri si attivino perché l’isola non venga definitivamente distrutta dalla speculazione.


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