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La grande svendita dell'Arcipelago della premiata ditta Tremonti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 24 gennaio 2004

E’ veramente una gran bella notizia che la Regione Toscana abbia acquistato la Villa Romana Domizia a Giannutri. Le splendide rovine dell’epoca imperiale (I° secolo d.C.) sono state acquistate semplicemente partecipando all’asta ed aggiungendo la sola offerta minima di 2.500 euro alla base d’asta di 83.520 euro, è la dimostrazione che un Ente Pubblico può e deve esercitare quella difesa dei beni comuni che qualcuno vorrebbe vendere al miglio offerente, è una gran bella notizia notizia per Giannutri e per tutti coloro che hanno a cuore l’Arcipelago Toscano e la tutela dei suoi innumerevoli monumenti storici. Ma nella piccola mezzaluna del Tirreno rimane molto da fare (vedi dossier di LEGAMBIENTE allegato) a cominciare dall’impedire che dei privati si approprino di un’altro importante pezzo di isola già messo all’asta e sul quale il Ministero dell’Ambiente, per bocca del Ministro Matteoli e del Sottosegretario Tortoli, assicurò che avrebbe esercitato il diritto di prelazione. Infatti, il 14 novembre 2003 il tribunale di Grosseto ha venduto all’asta alcuni beni immobiliari derivanti dal fallimento della “Porto Romano Giannutri di Vittorio Battaglia & C. S.a.s.”, la società che è stata responsabile, a cavallo tra gli anni 60 e 70, della speculazione edilizia avvenuta sull’isola di Giannutri e che ha portato alla realizzazione di quello che LEGAMBIENTE ha battezzato “l’ecomostro dello Spalmatoio”; 11.000 mc. di villette e costruzioni abusive ormai fatiscenti. I beni venduti corrispondono a dei fabbricati presenti in località cantiere/Monte Mario del valore di circa 300.000 euro e dei terreni edificabili in località Cala Spalmatoio del valore di 103.000 euro. Tali beni, anche se abusivi e ricadenti nelle more del Piano del Parco in via di adozione, potrebbero essere sanati (la richiesta di condono e già stata presentata) e se così avvenisse solo un fortissimo e determinato impegno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano potrebbe impedire una nuova lottizzazione, in quanto il Comune di Isola del Giglio, di cui Giannutri fa parte, brilla per il disinteresse fin qui dimostrato per la sua frazione insulare e per il suo ambiente. La preoccupazione è grande poiché l’impatto che avrebbero nuove costruzioni sul delicato equilibro della piccola isola sarebbe di grande portata, basti pensare alle successive infrastrutture che ne seguirebbero (un esempio le nuove fognature) ed al susseguente aumento della presenza umana già eccessiva. Di certo il nuovo proprietario non condivide questi nostri timori e se ha deciso di investire ben 300.000 euro in questa iniziativa deve essere ben sicuro di poterne ricevere un grosso vantaggio. Legambiente Arcipelago Toscano, proprio per evitare tutto ciò, già nell’estate 2003 aveva portato all’attenzione dell’opinione pubblica e degli organi competenti il pericolo di una nuova speculazione sull’isola, tanto che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio aveva annunciato di voler esercitare diritto di prelazione. La volontà di proteggere questo territorio di incomparabile bellezza dovrebbe essere scontata dato che è interamente incluso nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, è un Sito di Interesse Comunitario ed una Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea e su di esso ricadono fortissimi vincoli forestali, paesistici e archeologici oltre che essere parte del più grande parco marino del Mediterraneo (il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per l’appunto) e futura sede di una area marina protetta. Chiediamo quindi che il Ministero dell’Ambiente Matteoli ed il Sottosegretario Tortoli mantengano le promesse fatte pubblicamente ed esercitino il diritto di prelazione (diritto che scadrà tra poche settimane) acquisendo i beni all’asta ed evitando così questa ulteriore ferita all’isola. Riamane ancora il pericolo della “Patrimonio Spa” di Tremonti: nella cartolarizzazione sono inseriti la struttura del faro di Capel Rosso, sull’estremità meridionale della piccola isola, con alcuni terreni ad esso adiacenti, uno dei quali di oltre 20000 mq, è stato inserito nella lista dei beni che dovranno essere venduti (G.U. del 6/8/2002 n. 183). L’area ha un elevato pregio ambientale (il faro sorge su una scogliera a strapiombo sul mare di incredibile bellezza), se fosse venduta nessuno potrebbe garantire la sua integrità. Ma anche per i molti beni compresi del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano compresi nel Decreto Tremonti il Ministro Matteoli si era già impegnato ad impedirne la vendita. Ecco i beni dell'Arcipelago Toscano contenuti nel decreto Tremonti del 19/07/2002: A Giannutri: Faro di Capel Rosso e due terreni, al Giglio Faro del Fenaio, Isola di Pianosa: P.za Scuola Euro 104.768; Pianosa Isola Euro 8.231.753; Gorgona Isola, Faro e Formiche di Grosseto, Faro dell'Isola di Capraia ALL'ISOLA D'ELBA: Portoferraio: Spiaggia dell’Ottone Euro 4.970; Calata Buccari 4/5 Euro 17.212; Via delle Conserve 2/4/6 Euro 238.347; Calata Mazzini 2/4/6/8/10/12 Euro 593.060; stabile in Via Elba 40 Euro 841.885; Calata Buccari 14/15/16/17/18/19/20/21/22/23 Euro 1.126.254; Albereto 3.387.536; Viale Manzoni Euro 10.963.200; Capo Stella Euro 33.675 (nell’Elenco è sotto Portoferraio, forse è Forte stella altrimenti è la Penisola di Capo Stella a Capoliveri); Marciana: Faro di Punta Polveraia Euro 224.502; Porto Azzurro: Forte San Giacomo (Carcere) Euro 5.425.474.


ben-forte stella pf panorama

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