C’è un antica crudele e storiella che circola in due versioni, una più emendata (l’abbiamo letta addirittura su un libro scolastico in francese), l’altra più scollacciata sentita raccontare come barzelletta. Vi si narra di un signore colto da uno strano morbo che gli provoca comparsa di ulcerazioni che nella versione casta sono localizzate sul naso, nell’altra su diversa propaggine corporea decisamente mascolina. In entrambi i casi il tapino, mentre la malattia avanza e le ulcerazioni si moltiplicano, si rivolge a diversi medici progressivamente sempre più prestigiosi, ricevendo da tutti la stessa diagnosi e prognosi l’organo malato deve essere tagliato. Al termine del suo Calvario il poveretto incontra quello che è considerato il massimo esperto al mondo di quella affezione. Il medico si fa ripetere il parere dei colleghi sottolineando le varie sentenze di taglio con le espressioni: “Somaro .. incompetente …ridicolo ..” etc. Il poveretto sentendo ciò si sente allargare il cuore, pensando di aver finalmente trovato chi salverà il suo prezioso “naso” ma il luminare riprende: “Come si fa a dire che va tagliato quando è chiarissimo che ….guardi .. – e così dicendo da solo un colpetto con un dito all’organo malato – ha visto? E’ cascato da solo!” Crediamo che lo stato di salute della compagine amministrativa che guida il comune di Portoferraio sia assimilabile a quello dell’organo dello sventurato signore della storiella, ci pare insomma che, pur in presenza di un’opposizione che viaggia a corrente alternata, anche senza violenti attacchi, questa Giunta sia destinata ad implodere su se stessa, forse arrivando a vivacchiare fino a termine mandato, ma non costituendo sicuramente la base per un ragionamento amministrativo proiettato verso gli esercizi della seconda parte del decennio. Il problema che si pone allora a Portoferraio, sia a destra che a sinistra, è quello di iniziare a ragionare da subito, alla costruzione di un serio programma di governo ed alla individuazione delle cittadine e dei cittadini da sottoporre al giudizio dell’elettorato. E’ un lavoro lungo e delicato che deve essere iniziato per tempo e che soprattutto non deve risultare prerogativa secca delle segreterie delle forze politiche, che sono solo una delle componenti deputate a ragionare e decidere su questi temi. Un tempo non era così, ma le situazioni di partenza erano obiettivamente diverse: ad esempio un PCI che sommava nel capoluogo elbano oltre 700 iscritti e che alle elezioni spuntava da 2000 a 2500 voti, dopo una consultazione interna poteva ben dire di aver consultato ed avere avuto risposte attendibili dal proprio elettorato, e non dissimile era la situazione delle altre forze politiche che risultavano molto più radicate tra la gente di quelle di oggi. Ecco quindi che è essenziale che gli schieramenti che si fronteggeranno nelle prossime consultazioni elettorali (mancano, lo ricordiamo, solo 18 mesi allo scadere del mandato di Ageno) si formino sulla base di un’aggregazione di cittadini, siano essi organizzati o meno in forze politiche, associazioni o altri soggetti collettivi. Ci piacerebbe che tutto ciò nascesse con tempi tali da poter fa sì che si potesse redigere oltre che i programmi di schieramento anche un terzo programma di governo, più alto e forse più importante perché sacralmente condiviso da tutti i partecipanti alla competizione. Un programma – patto d’onore comune, orientato al recupero della socialità cittadina con interventi in particolare sulle fasce più esposte ai perversi effetti di una società poco attenta al valore dello stare insieme (anziani più o meno autosufficienti, giovani, cittadini debilitati nel soma e nella psiche, immigrati e perché no oltre le persone umane anche le persone animali). Sarebbe crediamo un segno di buona volontà lanciato alla cittadinanza prima di ogni cosa per battere la deriva qualunquista, indicando che si può essere “tutti uguali”, sì ma per l’interesse comune e non proprio. Si può anche andare in direzione opposta affidandosi all’improvvisazione delle ultime 9 settimane e mezzo (senza il conforto della vista di Kim Basinger e Miky Rourke e della voce di Joe Cocker) producendo come sempre più frequentemente sta capitando liste rabberciate e programmi cervellotici, lasciando all’elettore il compito (arduo) di stabilire chi è il meno peggio in corsa (magari inducendolo pure in errore). Non crediamo che quanto abbiamo scritto risulti molto gradito ad una classe amministrativa come quella isolana della quale, salvo le doverose eccezioni, nutriamo scarsa stima. Ma è quello che pensiamo, e pensiamo anche che siamo sempre meno a pensarlo.