Da un sondaggio interno condotto negli scorsi giorni sugli aderenti all’Isola e la Città, l’unico dei movimenti che siede al tavolo delle trattative del centrosinistra, sarebbe emerso che la parte maggiore dei consensi (si chiedeva l’espressione di due nominativi) sia stato raccolto dal candidato Scelza e dal candidando Peria. Un’indicazione “normale” rispetto ad un interessante fenomeno aggregativo che crediamo abbia dato un grande contributo ad una discussione (positiva) sul rinnovamento della politica cittadina per quanto attiene ai contenuti di un programma di governo, ma che non sentendosela di compiere il successivo passo, quello dell’individuazione diretta dell’interprete principale di quella politica, si rimette al “mercato” compiendo la scelta (forse dal punto di vista dell’associazione saggia) di orientarsi verso gli sperimentati e moderati che si sono proposti o sono stati proposti. Ma questo tavolo di cui per ora si sono individuate le zampe destre (leggi centriste) se non diventa almeno tripode con una proposta di candidatura che riesca a far scattare l’identificazione da parte di un’area piuttosto vasta e di segno non moderato, crolla. E se qualcuno coltivasse l'idea di andare partitivicamente a vincere senza l'apporto di questa area farebbe esercizio di puro avventurismo. Ci riferiamo ad una parte sostanziosa dell’elettorato diessino (parliamo ogni giorno con molte persone che ci mandano segnali precisi in tal senso) a quello Rifondazione in blocco, a quello dei Verdi e ad una grossa parte dei non-allineati, soprattutto all’area dei progressisti delusi non identificabili (ma presenti) che fecero fallire l’ultima fratiniana impresa e che non si recupereranno facilmente con il duo di candidati proposti. Una situazione difficile (molto difficile) da gestire soprattutto perché si è voluto mescolare la discussione sui nomi dei candidati e quella sui contenuti del patto di governo. La mossa diessina ha spostato in maniera improvvidamente anticipata la discussione sulle persone, alzando la conflittualità (più o meno esternata) del tavolo, costringendo anche le altre aree a riunirsi non intorno a pacchetti di idee ma intorno a un espresso o teorico candidato. Alla luce di quanto accaduto comprendiamo quanto utopica fosse la nostra indicazione di circa un anno fa, tesa alla costituzione di un comitato di garanti ,eletto da un’assemblea cittadina, composto da persone che anticipatamente si fossero impegnate a non candidarsi, ad elaborare un programma di governo, scegliere un candidato sindaco e con lui la possibile “squadra” oltre che la lista, e che avrebbero dovuto, nel caso di successo, restare in carica “morale” per la garanzia dell’attuazione del programma concordato. Si è invece ripreso a ballare l’eterna danza delle segreterie, con l’Isola e la Città a fare da foglia di fico in rappresentanza della “società civile”, ma con una totale chiusura alla partecipazione sviluppando una discussione tra oligarchi, un confronto poteva partecipare solo chi apparteneva ad una ristretta casta di una cinquantina di persone tra assidui frequentatori di sedi di partito e di salotti buonissimi, pubblici informatori da silenziare e silenti padri manovratori. In più tutto ciò ha goduto di una regia che può intendersi come assolutamente democratica (ma le regie democratiche sono sempre finite a cazzotti) oppure assolutamente flebile. La riprova? Dopo quattro mesi non si è ancora capito se i dettami del tavolo, per ora siamo ai principi, si debbano intendere come una indicazione elbana, o soltanto portoferraiese (strano che esistano principi solo portoferraiesi!). Lo scenario possibile resta comunque aperto: potrebbe spuntare la terza gamba del tavolo bipede, con il conseguente confronto, potrebbe tornare a muoversi il popolo del centrosinistra e riprendere in mano il pallino e non per gentile concessione del tavolo, ma per una sostanziale esigenza di contare. Segnali in questo senso iniziano a provenire da quell’area di cittadini ai quali non basta più dire che occorre battere Ageno e gli Ageni prossimi venturi, ma che vogliono sapere anche per fare cosa e attraverso chi.
padiglione mulini 4 portoferraio panorama
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