C'era un mitico premio "la Padella d'Oro" che i giornalisti toscani assegnavano alla "toppata" a mezzo stampa più grossa dell'anno. Nota quella conseguita da una collega per "l'intervento del morto", la giornalista, "avvantaggiandosi" si fece dare il testo di un intervento che uno studioso avrebbe svolto in un convegno programmato nel giorno successivo tirò giù l'articolo e partì per il mare. Per sua sfortuna l'insigne uomo di scienza cessò di vivere la notte stessa e il convegno si aprì con la sua commemorazione, mentre il giornale dell'incauta riportava, il giorno successivo con dovizia di particolari, il brillante intervento svolto nel convegno medesimo da un signore di cui, nella pagina a fronte, si potevano leggere i necrologi. Anche noi informatori elbani, nel nostro piccolo, non ci facciamo mancare niente e (ben compreso chi scrive) ogni tanto ce ne usciamo con qualche favata che non sarà da padella d'oro ma almeno da tegame d'argento o da aveggio di bronzo lo è. Stasera i colleghi di Teleelba ne hanno detta una bellina, mostrando il servizio sulla nevicata, corredandolo con notizie corrette sulla chiusura al transito della strada del Perone, ma scivolando sulla neve appena descritta in fase di commento, laddove è stato formulato l'augurio che la viabilità potesse essere ripristinata quanto prima per rompere l'isolamento di frazioni e abitazioni. Orbene noi siamo persone eternamente tormentate dai dubbi, tendiamo sempre a mettere in dubbio pure le conoscenze acquisite, ma tra le poche cose di cui siamo sicuri è che lungo la strada del Perone per tutto il suo sviluppo, di case non ce n'è neppure mezza. La zona, è vero, pullula di esseri viventi, ma tra una mardola e un pugginco, tra un muflone e un santilariese, tra una lebbora e un marcianese, tra un cignale e uno di San Piero, a parte il pelo e l'andare bipede o quadrupede, corrono diverse differenze, la prima e principale è che non s'è mai visto uno dei citati abitanti del Perone presentare una domanda di condono o chiedere l'ampliamento di un annesso agricolo. C'è tra l'altro un illustre precedente, in occasione di un'altra neve anni fa una indimenticabile "civetta" del Tirreno recitava "Neve sul Capanne - Si ferma l'aliscafo". Se si tiene conto di ciò ci sarebbe pensare una misteriosa influenza negativa delle precipitazioni nevose marcianesi sul livello di attenzione dei pubblici informatori. Allora ad un famoso meteo proverbio locale: "Quando Marciana si mette il cappello - Portoferraio prepara l'ombrello" se ne potrebbe aggiungere un altro da tramandare alle future generazioni: "Se sul Capanne c'è la nevicata - il giornalista ci spara cazzata".