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Considerazioni sulla rivoluzione dei telefoni cellulari

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 19 gennaio 2004

Desidero ringraziare il sig. Mazzantini, del quale seguo con interesse l’intensa attività di ambientalista, per la pacata risposta e per avermi stimolato a scrivere ancora sul tema telefonia ed antenne. Debbo però biasimare, l’aver tirato in ballo nella sua replica il nome della Pro Loco di Rio Marina e Cavo, della quale è vero sono l’attuale responsabile, ma che nulla c’entra con il mio precedente intervento, dettato unicamente dalla personale volontà di intervenire, consapevole delle mie ragioni, in una contesa che continuo a ritenere assai strumentale, segnalando nel frattempo lo stato in essere di una installazione che tra cavi distesi nel bosco e bulloni affioranti dal terreno, non può certo considerarsi a regola d’arte. Nessuna contraddizione, nessun riferimento ad altro tipo di rischio, solo una constatazione di uno stato di fatto preciso, circostanziato e documentato. L’installazione delle antenne per la telefonia mobile invece in linea generale, essendo ormai di fatto stata condotta sul banco degli imputati, merita una serena e lunga discussione sui diversi punti di vista. Esaminando alcune statistiche scopriamo che in auto o in moto, per strada ogni anno in Italia si osservano in seguito ad incidenti stradali: 8.000 morti (statistiche sanitarie), 20.000 invalidi (stime di massima), 170.000 ricoverati in ospedale (stime Progetto SISI/ISS), 500.000 prestazioni di pronto soccorso senza ricovero (stime Progetto SISI/ISS). Rispetto alla mortalità generale (circa 550.000 morti ogni anno), gli incidenti stradali rappresentano meno del 2% di tutte le morti, tuttavia il 25% dei decessi per incidente stradale riguarda soggetti sotto i 23 anni e comunque sotto i 40 anni di età gli incidenti stradali costituiscono attualmente la prima causa di morte (fonti di dati: ISTAT-ACI). Il primato delle morti invernali, fra le malattie, appartiene alla vasta categoria delle broncopatie cronico-ostruttive (Bpco): le bronchiti croniche, gli enfisemi polmonari e l'asma. Mali in larga parte dovuti all'abitudine al fumo. A quei sigari e sigarette che, se abbandonate, lascerebbero di nuovo liberi i polmoni, ma che continuano a minacciarci. Queste patologie sono attualmente responsabili della metà dei decessi per malattie respiratorie e costituiranno nel 2020 la quinta causa di malattia. Nessuno di noi pensa all’inizio di un viaggio che potremmo restare vittime di un incidente mortale, eppure 8000 utenti della strada ogni anno si sbagliano, insieme ad un nutrito gruppo di fumatori attivi o passivi, semplicemente si sbagliano (il conto di quanti si sono sbagliati negli ultimi venti anni è lasciato al lettore che si voglia cimentare con la matematica). Malgrado ciò a nessuno è mai venuto in mente di chiedere la soppressione delle automobili, come mezzo di trasporto perché pericolose, tantomeno si pensa al ritiro dal mercato dei derivati del tabacco, che nel fumatore tipo (quello da un pacchetto al giorno) riduce le aspettative di vita negli uomini di 6.4 anni e nelle donne di 2.3 anni (dati aggiornati al 1989). Ed allora perché tanto accanimento verso l’infrastruttura essenziale per il prodotti tecnologico che ha causato la più grande rivoluzione nei costumi e nel modo di vivere dell’ultimo scorcio di millennio? pregiudizio o legittima cautela? più precisamente quante persone hanno ucciso o invalidato le antenne per la telefonia cellulare? quante sono state invece salvate dal mirabolante apparecchietto in occasione di calamità o incidenti? quante opportunità offre ad oggi la tecnologia cellulare nella cura di pazienti a distanza? quanto incide l'utilizzo di un telefonino in zone disagiate e non raggiunte dai sistemi di comunicazine tradizionali? Il principio di precauzione vale sempre ed in qualunque luogo oppure no? ma soprattutto la Legge è uguale su tutto il territorio nazionale oppure no? Capita ad esempio girando per la città di Roma, di vedere alcune installazioni che fanno pensare ad una città (la Capitale) abitata da qualche milione di abitanti (quasi 3 nell’area urbana) e amministrata da ormai moltissimi anni da giunte (che predicano e praticano attenzione e rispetto delle persone e dell’ambiente) dove le onde elettromagnetiche verosimilmente non costituiscono un problema da trattare con precauzione o perlomeno tre milioni di persone ed una amministrazione da sempre vicina ai temi dell’ambiente o sono affette da una sindrome masochista oppure non le ritengono tali, al punto da consentirne la installazione in posizioni tali che all’Elba farebbero gridare (alcuni) alla tentata strage (le immagini si commentano da sole).


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antenne roma 2

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antenne roma 3

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