Intervengo volentieri per le precisazioni che lo studente Federico Coletti sollecita a proposito del progetto “Scuole ad alta tecnologia”, e lo faccio per punti in modo da essere quanto più preciso: • Il progetto non è all’inizio, ma è concluso e inaugurato. E’ costato 92.000 euro, metà circa dei quali provenienti da un finanziamento del Ministero dell’Istruzione esteso a tutte le scuole della Repubblica, e destinato specificamente al cablaggio degli edifici scolastici; l’altra metà (58%) proviene da un finanziamento di fondi europei erogati con l’Iniziativa Comunitaria LEADER PLUS. Il progetto ha visto l’acquisto delle connessioni a larga banda attraverso radiobridge, ha proceduto al cablaggio degli edifici (sistema wireless), ha visto l’acquisto di 82 Personal Computer. • L’alta velocità consentita dalla banda larga non accredita in modo spropositato funzioni possibili con altri tipi di collegamento: navigare a 512 Kbs è notevolmente diverso da navigare a 56 Kbs, soprattutto in una scuola dove nell’attività didattica trenta secondi di tempi morti, specie per gli alunni più piccoli, sono facilmente causa di distrazione passiva e attiva. Ma in generale per un uso didattico o di ricerca del Web ormai la banda larga è lo standard affermato, come è testimoniato dalle offerte di ADSL che si moltiplicano sul mercato, e come specificamente indicato dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero per l’Innovazione tecnologica. • Come Coletti dice, ADSL è presente, al momento, solo a Portoferraio e a Campo, e in misura parziale; sul livello dei prezzi, a parità di offerta, i costi dell’ADSL sono notevolmente più elevati, come è dimostrato dalla gara d’acquisto alla quale hanno partecipato tanto la ditta che ha poi eseguito la fornitura tramite radiobridge quanto Telecom. Resterebbe in ogni caso il problema dei territori non serviti da ADSL, e che probabilmente non lo saranno mai. Ma il progetto realizzato si muove entro una logica di sistema, che integra realizzazioni già operanti da anni –una dorsale di radiobridge fornisce il segnale a banda larga alle Amministrazioni municipali elbane dal 2001, e la stessa dorsale è utilizzata ora dalle scuole–, e si sta sviluppando con un progetto volto a consentire l’accesso alla banda larga a tutte le famiglie di una larga parte del territorio isolano utilizzando tecnologie integrate che comunque fanno capo alla dorsale già in funzione. E sempre a costi ampiamente competitivi a parità di condizioni di servizio. • Sulla qualità e le opportunità offerte dalla banda larga non credo ci sia necessità di insistere. L’inconveniente del collo di bottiglia che si verifica quando la banda larga entra nella rete telefonica è superato, nel caso della dorsale utilizzata dalle scuole, dal collegamento a Portoferraio con una linea HDSL, che quindi mantiene l’alta velocità fino all’entrata nell’Internet. • Sull’obiezione relativa alla realizzazione della videolezione con Brescia, per la quale si dice che potevano essere utilizzati normali collegamenti via modem con linee telefoniche ordinarie, basterà osservare che se si ritiene necessario utilizzare la comunicazione anche in video bisogna che questa sia di qualità accettabile, cioè non proceda a scatti di un fotogramma ogni due-tre parole; altrimenti se ne può fare a meno. E dunque si rende necessaria la banda larga. • E pur vero, come dice Coletti, che “una scheda di rete wireless costa da 40€ in su, 10 metri di vecchio cavo di rete costano poco più di 5€”; ma il “vecchio cavo” deve poi essere connesso con una scheda di rete Ethernet, che costa sempre qualche dieci Euro. Ed i 92.000 € non sono stati spesi “per essere senza fili”, ma per costruire l’intero sistema, compreso l’acquisto degli 82 PC. • Della serietà della avvenuta formazione di docenti e tecnici non sono in grado di esprimere una valutazione, ma in generale sarei abbastanza sereno nel fidarmi della serietà che i colleghi docenti pongono nella loro professione. • Per quanto riguarda il problema cruciale delle licenze Microsoft, non posso che condividere l’auspicio del passaggio a sistemi operativi non onerosi e tendenzialmente stabili. Ma non vorrei che si facessero delle fughe in avanti senza tener conto della obiettiva difficoltà di usare un sistema come Linux per chi si è accostato di recente alle applicazioni informatiche. Di fatto, poi, i PC sono stati forniti con preinstallato il sistema operativo di Microsoft Windows XP; ma per le applicazioni si è suggerito l’uso del pacchetto “Open Office”, che è estremamente simile al pacchetto “Office” di Microsoft, ma è scaricabile gratuitamente dall’Internet. Il resto riguarda le scelte dei singoli Collegi dei Docenti. Come all’insindacabile valutazione dei singoli docenti spetta l’uso degli strumenti informatici nella propria attività didattica. Il progetto che si è inaugurato sabato scorso aveva come obiettivo di fornire alla scuola elbana degli strumenti efficaci ed efficienti per superare il gap dell’insularità, consentendole di accedere con collegamenti veloci e relativamente poco costosi all’Internet, e comunque di poter disporre in ciascuna classe di una macchina per l’uso di sussidi didattici multimediali. A nessuno piace buttare via “milioni e milioni”, e del resto i controlli dei programmi europei non lo consentono assolutamente. E non credo che Coletti pensi davvero che dotare la scuola di strumenti ormai presenti in ogni aspetto della vita odierna sia cosa inutile o dannosa. Desidero in ogni caso ringraziarlo per avere offerto –assieme ad alcune preziose indicazioni– l’opportunità di questi chiarimenti, per i quali siamo, credo, debitori alla sua attenzione e alla sua passione, che ci lascia anche ben sperare sul buon uso che la scuola prima o poi imparerà a fare delle occasioni che la scienza e la tecnica le propongono. Gli auguro che la sua “scuola pubblica tecnologica” gli consenta presto di valersi pienamente degli strumenti di cui è pur dotata. E in generale gli auguro buon lavoro e un felice anno nuovo.
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