Caro Daniele, Leggo su Elbareport del 12 gennaio il tuo articolo riguardante i corrispettivi dei contratti tra Comune di Portoferraio e Cosimo de’ Medici. Varie volte abbiamo avuto modo di parlare delle problematiche riguardanti la società partecipata. Tu sai che, in qualità di funzionario responsabile dell’Ufficio Controllo sulle partecipate, mi occupo esclusivamente da un punto di vista tecnico dei rapporti tra comune e partecipata e, solo da tale punto di vista, vorrei chiarire alcuni aspetti evidenziati nell’articolo. Non mi permetterei mai, in tale veste, di andare ad invadere zone che solo chi si impegna quotidianamente per rappresentare chi lo ha eletto e che manifesta una piena coerenza politica, come non posso non riconoscerti, può ritenere “riservate”. La tua passione politica unità anche alla competenza ti portano ad esprimere giudizi sull’operato non solo dei politici ma anche dei “tecnici” che, bene o male, si impegnano all’interno della macchina comunale. Sia chiaro che non intendo dire che i tecnici non devono essere criticati, ci mancherebbe altro. Intendo però dire che se si parla di “trasferire somme all’insaputa del Consiglio alla partecipata”; di “capolavori di fantasia”; “di dirigenti felici e meno felici”; di “voci di bilancio appositamente create”, “di guazzabugli di miscugli di anticipi e conguagli” di “atti che fanno rabbrividire qualche giudice contabile”, se non si tiene conto delle decisioni dei sindaci revisori assunte dopo l’11 ottobre 2003, si offre un quadro della situazione che, seppur ammissibile dal punto di vista della critica politica, fa apparire il funzionario responsabile del controllo sulle partecipate, se va bene, quale soggetto, privo di ogni minima competenza, da interdire con urgenza e mettere a riposo o, al peggio, quale un burattino, manovrato da chissà quali menti, forse neanche buono per fare il fuoco. Se come presumo e spero, questa non è la tua opinione su di me, mi sento un po’ “un danneggiato collaterale“ vittima di fuoco amico (o quasi) e, quindi, vorrei almeno ripararmi dalle schegge o dagli schizzi. Solo alla luce di tali considerazioni mi permetto di precisare quanto segue a) ritengo che il meccanismo delle anticipazioni in conto soci sia da ritenersi legittimo ed opportuno. Legittimo perché previsto da norme di contabilità finanziaria che, seppur indirettamente, comprendono nella redazione di documenti correlati al bilancio la presenza di specifiche voci inerenti la destinazione di somme a partecipate in crisi di liquidità. Opportuno perché il Comune, socio al 99 per cento, ha anticipato le somme per garantire le obbligazioni assunte nei confronti di creditori e personale dipendente; b) L’affermazione che tali somme sono state corrisposte senza passare dal Consiglio Comunale non mi pare condivisibile. Ogni volta che la Giunta ha deciso di anticipare una somma si è provveduto a deliberare una variazione di bilancio. La variazione di bilancio è stata ratificata entro sessanta giorni dal Consiglio. Nel caso specifico in cui, come successo nel maggio 2003, si è provveduto alla compensazione della anticipazione per coprire le perdite maturate fino al 31 dicembre 2002 e quindi fuori bilancio, il medesimo procedimento di anticipazione è stato portato all’esame del Consiglio per due volte . Se non sbaglio, dal febbraio 2003 ad oggi, otto volte il Consiglio Comunale ha affrontato il problema Cosimo. c) Il denaro che l’ente ha anticipato è denaro pubblico. Ma tutto ciò che entra ed esce dalle casse comunali è, infine, denaro pubblico. Ma questo denaro pubblico è stato destinato a risolvere problematiche riguardanti gestione di servizi destinati alla comunità (impianti sportivi, servizi culturali). La gestione della darsena medicea, di fatto, ha contribuito a ridurre le perdite relative agli anni considerati. d) L’operazione con la quale si è cercato di salvaguardare quello che, almeno spero, sarà in futuro un investimento dell’ente si è svolta in due parti. La prima ha comportato la ricapitalizzazione della società (maggio-giugno 2003), la seconda la definizione dei corrispettivi congrui a decorrere dal primo gennaio 2003. I revisori dell’Ente da maggio 2003 hanno più volte sollecitato la nuova definizione dei corrispettivi. Tale definizione, a dire il vero complessa e faticosa, si è di fatto conclusa solo nel novembre 2003 è obbligatoriamente doveva produrre effetti retroattivi. e) I revisori dell’ente dopo il parere da te riportato, datato 11 ottobre, hanno in seguito riconosciuto sufficiente l’opera di rinegoziazione. La deliberazione in questione è dell'11 novembre. Seppur a novembre, l’operazione si è quindi potuta considerare conclusa. f) Quella che definisci “un capolavoro di fantasia” è forse solamente un provvedimento complesso ed articolato, se vuoi un po’ incasinato, ma che, ritengo, rispetta le norme contabili vigenti, fatto nella massima trasparenza e che non ha tenuto conto dello stato d’animo, felice od infelice, dei dirigenti. In esso, è vero, c'è una imprecisione riguardante l'applicazione della aliquota iva inerente . L'errore sarà sanato entro il 20 gennaio. g) La revisione dei contratti ha riguardato cinque atti ma solo in due elementi ciascuno: il corrispettivo e la durata. In origine i contratti erano stati redattti da tre distinti dirigenti.; Non occorreva, a mio parere, privo o meno di genio, procedere alla redazione di cinque nuovi contratti. Ho ritenuto opportuno procedere alla stipula di una sola scrittura integrativa con la quale, richiamati i contratti originari, si è provveduto ad elencare nuovi importi e nuove scadenze. Per questo è stato assegnato all’Ufficio Controllo Partecipate, costituito dal novembre 2001, un capitolo (intervento) di bilancio atto a consentire l’esecuzione più semplice di tale operazione. h) Se avrai tempo da dedicarmi cercherò di dimostrarti che tale complessa operazione non è un guazzabuglio né un modo per nascondere ulteriori disastri. Le perdite, maturate fino al 2002, erano state coperte a giugno 2003. La constatazione dei revisori sull’insufficienza dei corrispettivi riguardanti il 2003 era già stata manifestata. Alla fine del 2003 quelle somme che erano state anticipate sono state in parte compensate quali corrispettivi di servizi resi. i) In ordine ai brividi dei giudici contabili non posso che fare una considerazione: alla luce della mia esperienza ritengo di aver agito nell’ambito della legalità. Riconosco che l’operazione Cosimo ha rappresentato una caso nuovo ed ostico. Non ho la presunzione di affermare che quella che per me è una convinzione per altri sia da ritenersi un dato certo. Tu sai che già una deliberazione riguardante la Cosimo, così come previsto dalla legge, è gia al vaglio di un giudice contabile. Mi impegno, nell'ambito delle mie competenze, ad individuare, unitamente ai revisori contabili dell'Ente, la via più breve per inviare all’organo di controllo contabile anche la deliberazione 195 oggetto delle tue osservazioni la cui trasmissione, questa volta, non è obbligatoria per legge. Il posto che momentaneamente ricopro è complesso, prevede ampie responsabilità . Dopo attente riflessioni, si devono però prendere delle decisioni tecnico-operative. Le decisioni, quelle tecniche-operative, le assumo in maniera diretta e, come giusto che sia, se sono sbagliate mi comportano precise responsabilità che devo essere pronto ad affrontare. Le decisioni, quelle tecniche-operative, ribadisco, nessuno si è mai permesso di impormele. Una ultima considerazione, il problema Cosimo si è manifestato, come detto, a partire dal dicembre 2002. Nel novembre 2002 da funzionario felice sono divenuto dirigente a tempo “determinatissimo” felice ed ho iniziato a lavorare sulla Cosimo. Fino a quella data poco era stato fatto per individuare ed, eventualmente risolvere, i problemi della Cosimo. Mi auguro che il 2004 e gli esercizi successivi vedano la partecipata finalmente operare senza dover affrontare le problematiche di cui si è parlato e che la stessa si avvii verso una gestione in linea anche con i principi di redditività. Un saluto sincero.
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