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E sulla situazione del Servizio Idrico intervengono i sindacati

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 14 gennaio 2004

Le rappresentanze sindacali unitarie UIL CISL e CIGIL della comunità montana, a seguito della decisione del comune di Rio nell’Elba di dismissione della delega alla cm per il settore idrico esprimono forti perplessità e preoccupazioni per la situazione che si è venuta a creare. A nostra opinione il problema della futura gestione del settore idrico deve essere affrontata in modo comprensoriale e quindi con l’accordo di tutto i comuni dell’Isola d’Elba; per questo desideriamo esprimere un appello ai sindaci degli otto comuni, affinché sostengano uniti una trattativa che tenga in particolare considerazione sia il futuro occupazionale dei dipendenti del settore e quello sempre più importante della gestione delle risorse idriche. Si ricorda a tutte le amministrazioni comunali dell’Isola d’Elba che la C.M. gestisce il servizio idrico su delega di loro stesse, per tanto la responsabilità del futuro del settore e dei suoi dipendenti non può che essere anche di loro responsabilità. Riguardo al trasferimento del personale, dovranno essere assicurati i diritti individuali dei dipendenti secondo le norme dei CCNL vigenti, che dovranno essere confermati e garantiti, anche successivamente all’ eventuale ingresso di capitali privati ed eventuali costituzioni di altre società, sia nei diritti acquisiti che nelle loro aspettative professionali e retributive, nonché degli accordi integrativi aziendali, oltre alla intrasferibilità sul continente per tutto il personale soggetto al passaggio al gestore unico. Inoltre si richiede un impegno da parte della Cm e dei comuni per quel personale che non decidesse di accettare il passaggio al nuovo soggetto gestore ai sensi delle norme vigenti che prevedono che il personale in servizio alla data del 31 dicembre 1992 che non intenda essere trasferito è tenuto a presentare motivata domanda all’autorità di ambito entro termine adeguatamente pubblicizzato e che il personale non trasferito è assorbito dagli enti di appartenenza che ne assicurano l’impiego, prioritariamente in mansioni attinenti la specifica professionalità di ciascuno, ed altrimenti mediante l’attivazione di processi di riqualificazione professionale.


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