Per il terzo giorno consecutivo dobbiamo aprire una finestra su un dibattito che ha preso le mosse dalla querelle tra i Segretari del DS ed Elbareport ma che crediamo è servito a molti a dire quello che pensavano sul candidato diessino, sulle scelte (e non scelte) del maggior partito della sinistra ed altro ancora, come nel caso dell'intervento di Pino Coluccia che abbiamo collocato per ragioni di spazio per suo conto. Un dibattito che ci pare in fondo utile perchè, magari epurato delle parti più polemiche, può rappresentare, senza la pretesa di inficiare alcuna decisione di organismi (non si fanno né referendum né primarie in internet) una ideale apertura delle sedi di partito, favorendo l'espressione di punti di vista di altri oltre a coloro che hanno partecipato alle decisioni. Come al solito gli interventi sono riportati nell'ordine in cui sono pervenuti in redazione: L'Isola e la Citta Finalmente una voce dal pianeta DS. Firme eccellenti, addirittura segretari del continente. Allora ci sono! Si stilla l’articolo di Elbareport che porta “certefirme” come fosse la mano finale di un tressette all’ultimo topino. Chissà che diranno dopo mesi e mesi di incomprensibile e colpevole silenzio mentre all’Elba succedeva di tutto: indagini giudiziarie, sequestri di immobili, avvisi di garanzia, arresti più o meno eccellenti. Silenzio quando membri del loro stesso partito lottavano contro giunte così dette rosse. Silenzio mentre una vera rossa lottava contro una Comunità fin troppo “mondana”. Silenzio mentre loro avanguardie allo sbaraglio facevano classifiche su chi fosse maggiormente legittimato a fare politica rispetto ad altre fastidiose nuove realtà. Silenzio mentre numerose cittadine e cittadini tentavano di alzare la testa. Silenzio mentre “certastampa” combatteva giorno per giorno l’ottusità di una giunta di destra facendo informazione verso quei cittadini che di certo non potevano avere notizie da funzionari di partito assenti. Si scorre con il mouse per vedere, prima di tuffarci nell’avida lettura, la consistenza del “dossier finale” ma già il totale delle righe delude. Si spera nel concentrato esplosivo e finalmente cominciamo la lettura. Niente, un articolo che non dice assolutamente niente. Minacciando ritiri da questo tipo di dibattito ci si lagna di nomi storpiati e di attacchi personali. Ci aspettavamo di più di una polemicuccia che in fondo ci pare un regolamento di conti interno, la ricerca di una soluzione a questioni personali che poco hanno a che fare con il ruolo di un partito attento alle vere istanze di tutta una collettività. Aver delegato a gruppi consiliari o a stampa cosiddetta di area la vera attività politica, ha determinato un vuoto che ora appare inopportuno voler colmare con richiami all’ordine di iscritti non allineati. Ci sarebbe piaciuto poter dire: finalmente! Finalmente si riesce a conoscere il DS pensiero su Ato, Esa, Cosimo, Buraccio, sanità e quant’altro rappresenta il quotidiano per i cittadini. O almeno un’attenta e propositiva analisi politica di problemi interni al partito, spesso proposti con toni forse troppo sopra le righe. Peccato aver perduto una tale occasione. Giampiero Palmieri (Iscritto DS Dirigente Comune di Modena) Stai a vedere che a chi mi storpia il partito non posso storpiarli il nome! Caro Sergio, diverse cose che ho letto in questi ultimi tempi su Elbareport mi spingono a scriverti questa lettera da lontano,da lontano nello spazio (circa trecento chilometri, più il canale) e nel tempo (ormai potresti mettermi nella rubrica “L’Elba com’era”). Mi è venuto in mente quanto scritto molto tempo fa a proposito dell’Elba dal tuo collega e concittadino Gaspare Barbiellini Amidei: "Non è mica un'isola, l'isola d'Elba (...)è una patria strana". Che sia strana non c'è dubbio, nel senso che vi accadono e vi costumano,a quanto pare, cose proprio strane, completamente diverse da quelle del “continente”. Alcuni esempi: 1) all’Elba circolano (per non dire imperversano) esemplari di Palmieri coi baffi. Te lo raccomando, quello! Anch’io, come il Fratti, lo conosco fin da bimbo. 2) all’Elba i “riformisti” (vedi l'ultima minctio extra patulam contro Elbareport) mi sembrano francamente un po’ garufi, mentre in “continente”, come ognun sa, sprizzano acume politico da tutti i pori. 3) all’Elba i Democratici di Sinistra tendono a farsi del male da soli, anzi, per meglio dire, i gruppi dirigenti DS tendono a far del male ai loro iscritti ed elettori; in “continente” invece no. Del resto è un partito tanto paradossale da avere una minoranza che si chiama correntone. E la maggioranza allora come dovrebbe chiamarsi? Correntonissimo? Oppure correntino, di Vannino e Gavino? E di Falsino? A proposito: stai a vedere che a chi mi storpia il partito non posso nemmeno storpiargli il nome. 4) all’Elba, infine, come apprendo da una lettera del candidato-candidato sindaco di Portoferraio, non esistono i “poteri forti”; in “continente” (ma,credo, anche a Giannutri) invece sì. Beata ingenuità! Beata gioventù! Di chi è figliolo, questo ragazzo? Di Francesco o di Massimo? Ciao Sergio, già stai su un’isola, per di più strana, quindi cerca di non farti isolare. P.S. Smettila di pubblicare foto della tua persona sul tuo giornale, non sta bene; comunque sei bello come un attore americano, anzi, come un’attrice francese, Brigitte Tardot. Marcello Cimino (Informatico - Pisa) Anche se il nostro rapporto non è sempre stato rose e fiori Caro Sergio, come tu ben sai sono fuori da tempo dalle cose elbane, tanto che spesso faccio fatica a riconoscere nomi e/o volti pubblicati su Elbareport. Pur tuttavia mi corre l'obbligo di esprimerti la mia solidarietà (per quello che può contare) in merito alle recenti vicende che hanno riguardato il tuo giornale. Non conosco Garufo, e di Mazzei e Zini ho ricordi preadolescenziali, troppo poco per esprimere gioudizi sulle persone. Ma conosco te e, come tu ben sai, il nostro ormai più che trentennale rapporto di amicizia non è stato sempre rose e fiori, ma accusarti di fare il gioco della destra (e qui scusami se copio pari pari quello che ha scritto il mi' fratello, d'altra parte ci sarà un motivo se siamo fratelli) trovo che sia veramente demenziale. Anche perché io Elbareport lo leggo tutti i giorni e quindi, a meno che non ci sia una versione diversa per quelli che si collegano dal continente, mi sembra un'accusa speciosa. Va' avanti così, dunque e non ti curar di lor, ma guarda e passa. Giovanni Mortula (Artigiano - Campo nell'Elba) Solidarietà a chi è in prima linea per un'informazione libera. Esprimo a Sergio Rossi ed a tutta la Redazione di Elbareport tutta la stima e la solidarietà dovuta a chi è in prima linea e combatte per un'informazione libera. Ed esprimo anche rabbia e indignazione verso chi dovrebbe starsene a casa a riflettere su come ha fatto a perdere le ultime amministrative Portoferraiesi, e a cosa fare seriamente per non fare il bis. Giuseppe Coluccia (DS - Ex-Sindaco di Rio nell'Elba) Condivido la scelta dei DS portoferraiesi di candidare Scelza Condivido la scelta dei ds di Portoferraio di candidare F.Scelza a sindaco di Portoferraio. Al di là delle qualità personali di Franco, che personalmente ho già apprezzato in anni passati di comune impegno politico, vorrei soffermarmi più sul segnale e significato politico che tale decisione contiene e che più m’interessa richiamare all’attenzione delle altre forze politiche e dell’opinione pubblica elbana. Ho potuto leggere già alcune dichiarazioni ed analisi sulla scelta, che già di per se sono un sintomo della poca chiarezza d’intenti nel quale si era aperta la trattativa tra le forze politiche Elbane di centrosinistra, per le prossime elezioni amministrative. Deve essere chiaro a tutti, che il centro sinistra può vincere nei Comuni all’Elba, se si pone in modo credibile e realistico, come forza di governo alternativa al centrodestra. Questa affermazione può sembrare ovvia e scontata, ma non lo è quando la si va a concretizzare con delle scelte che siano in coerenza o meno con questo assunto: la scelta di F. Scelza, a prescindere se sarà lui il candidato sindaco della coalizione di c.s., è coerente e testimonia questa volontà dei ds di Portoferraio. Ha senz’altro un carattere, che qualcuno, in modo dispregiativo, chiama riformista, ma al di la dei nominalismi e se sono state lette e comprese bene le argomentazioni che il gruppo dirigente ds ha utilizzato per motivare la scelta, la scelta va nella direzione giusta, di un assunzione di un ruolo di governo per la città e non di eterna opposizione. Una opposizione e non mi riferisco a quella fatta dai banchi istituzionali, che spesso è apparsa fatta di contrapposizioni assolute, autoescludenti ed autoreferenziali od esasperazioni antipolitiche pur apprezzabili, ma pur sempre mere testimonianze ed alterità etico/moralistiche. La novità sta appunto in questa posizione politica dei ds, di voglia di governare i cambiamenti, di progetto per il futuro di Portoferraio e mi auguro che valga anche per gli altri comuni dove si voterà. La si vuole contrastare? Lo chiedo a chi ha cominciato questo battage dai toni esasperati ed angosciati contro questa scelta. Le posizioni della cosiddetta sinistra del correntone, che per qualche tempo ha scorrazzato negli orientamenti dei ds elbani, coadiuvata in quest’opera dalle posizioni di forze affini politicamente (rf, lega ambiente, verdi, ecc.), a mio modesto parere, hanno bloccato qualsiasi processo di effettivo rinnovamento nella sinistra e nel centro sinistra. Spesso si sono attestate su campagne d’attacco ai partiti, alla politica intesa come capacità di aggregazione e collaborazione, in nome di parzialità e assolutismi irreali. Nella scelta dei ds vedo una voglia di riscattarsi da una condizione/vocazione sostanzialmente minoritaria, nella quale rischiava di cadere la sinistra a Portoferraio ed anche all’Elba. Certo questa scelta sta creando un giusto dibattito tra queste forze e non possiamo non augurarci che produca riflessione e disponibilità su progetti comuni, ma senza anatemi e demonizzazioni (partita iva, riformista, amico di ….), cercando di coglierne le potenzialità, per l’apertura di un vero processo positivo che porti ad un valido progetto di governo di P.F. Senza dimenticare che l’Elba in questi anni è cambiata, ha assunto una fisionomia di realtà economicamente forte e competitiva, che si è progressivamente emancipata da assistenzialismi statalistici e che ha trovato una sua dimensione sufficientemente autonoma, ma comunque integrata ai processi di modernizzazione che hanno interessato l’intero Paese: sono i problemi e le pur presenti contraddizioni di questo sviluppo e cambiamento che reclamano di essere governati da una classe dirigente attenta ed aperta. Ho sostenuto già in altre occasioni che la promessa di un governo moderno, efficiente e trasparente dell’Elba, con la quale il centro destra ha vinto le ultime elezioni amministrative sta progressivamente fallendo sotto la prova dei fatti. In base ad una cultura ed ad un metodo di governo basato sullo slogan “meno regole, più sviluppo, più modernità” si è smantellato un sistema di relazioni e collaborazioni politico/istituzionali (tra i Comuni elbani, nella gestione della Comunità Montana e dei servizi comprensoriali, nella gestione del PNAT, nei rapporti procedurali con le istituzioni Provinciali e Regionali, ecc.), creando conflitti permanenti, vuoti e paralisi di governo amministrativo, che invece di produrre semplificazione ed efficienza, ha prodotto più incertezza, più indecisione, più immobilismo. Non solo, si è finito per alimentare un clima dell’arrangiarsi da soli, dove chi ha “santi in paradiso” si vede risolvere il problema e chi non li ha e non li vuole avere, viene abbandonato a se stesso o escluso: è il vecchio metodo dell’uso privatistico delle risorse pubbliche, delle clientele elettorali, delle protezioni, dei favoritismi personali e familiari, dove evidentemente non c’è più per il cittadino, nel rapporto con la pubblica amministrazione, certezza di diritto, chiarezza e trasparenza. Il risultato di tutto questo è che il centrodestra si è estraniato dai problemi dell’Elba, lasciandoli a se stessi ad incancrenire. Questi sono ancora li, insoluti ad attendere una soluzione: approvvigionamento idrico, smaltimento rifiuti, trasporti e collegamenti marittimi ed aereoportuali, viabilità isolana, pianificazione coordinata e tutela del territorio, servizi sociali, sanitari ed ospedalieri ecc. Resta quindi tuttora aperto all’Elba, a fronte di tal fallimento e di mancata promessa del centrodestra, il problema di dare all’isola un Buon Governo. Quello del buon governo all’Elba, in una realtà complessa, sia sul piano istituzionale (otto comuni, una Comunità M., un ente Parco, Provincia, Regione), sia su quello politico (un sostanziale equilibrio dei due schieramenti politici di centro destra e centro sinistra, che porta ad una frequente varietà ed alternanza politico/amministrativa nei comuni e negli altri enti) è innanzitutto un problema politico, di volontà e di progetto, di disponibilità e coinvolgimento: in poche parole di collaborazione tra schieramenti politici, pur avversari ed in competizione democratica. Nessuno, nessuna forza o coalizione politica, può sfuggire alla logica della collaborazione istituzionale e politica, pur nel rispetto dei ruoli di maggioranza ed opposizione, se vuole veramente governare bene l’Elba: l’unitarietà territoriale e la corresponsabilità dei problemi isolani e delle possibili soluzioni, obbligano moralmente e tanto più politicamente ad accettare questa sfida. Se ci pensiamo bene il centrodestra ha fallito proprio su questo punto. Ma ciò vale anche per il centro sinistra, sia quello che in questi anni ha fatto opposizione, non sempre in coerenza con questa necessità, anzi talvolta avvallando con una contrapposizione fine a se stessa, sia quello, che oggi più mi preme, dovrebbe diventare maggioranza alle prossime elezioni. Qui nessuno pensa ad “inciuci” o pateracchi privi di contenuto. Essere e restare coalizioni avversarie politicamente e non nemici chiusi a qualsiasi rapporto, vuol dire che, da ruoli diversi, è possibile, su questioni di rilevanza comprensoriale, come la gestione di enti, servizi e/o di scelte utili alla realtà elbana, trovare le soluzioni più adeguate ai problemi e rese praticabili perchè condivise. Qui si vuole e si deve realisticamente rapportare un sistema politico, quello vigente negli otto comuni, di tipo bipolare, democrazia dell’alternanza, ad una realtà complessa, stratificata e ricca di interessi di varia natura, che non è possibile “governare a colpi di maggioranza” (la logica tipica del centrodestra), ne tanto meno con governi unici ed illuminati e dotati di gendarmerie sguinzagliate a far rispettare chissammai quali modelli ideali (verdi e sinistra radicalgiustizialistagirotodina). Sentiamo il bisogno di una intelligente moderazione/mediazione politica, qualcuno lo ha chiamato bipolarismo mite, che innesti un clima positivo di collaborazione polico/istituzionale tra i due schieramenti. Che possa sconfiggere le posizioni più oltranziste della destra e sappia recuperare forze di natura socialista/riformista, cattoliche, laico democratiche ed ambientaliste. La moderazione politica non può essere intesa come rinuncia a progetti di cambiamento, anche radicali, quando le condizioni lo permettono, significa, al contrario, avere la capacità e la costanza di costruire un consenso fattivo, effettuale, per realizzare il realizzabile, ma in una direzione tracciata e condivisa. Altrimenti saranno altri.
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