Stanno ormai passando sotto silenzio molte delle scelte più gravi che senza sosta l’amministrazione di centrodestra portoferraiese sta continuando imperterrita a portare avanti. Tra queste, estraiamo “a campione” una brillante decisione riguardante la tanto amata (e non solo a destra) società partecipata “Cosimo de’ Medici”. In corso d’anno per diverse volte la Giunta comunale ha provveduto ad anticipare ingenti somme di denaro alla Cosimo sotto la inconsueta voce “versamento in conto anticipazioni soci”. In tutto circa 315mila euro. Senza passare dal Consiglio Comunale, di fatto si trasferiva denaro pubblico alla partecipata. Nelle prime due delibere - del 13 marzo e dell’11 aprile 2003 - neppure appariva una motivazione. Atti vuoti, ma casse della Cosimo di nuovo piene, dopo le centinaia di milioni di care, buone, vecchie lire bruciate nei primi tre anni di gestione. Tale modo di agire, piuttosto discutibile – e discusso - doveva alla fine trovare una sistemazione, ovvero la chiusura delle anticipazioni. Ecco pronta la delibera di giunta n.195 dell’11 novembre 2003. Un capolavoro di fantasia, più che di scienza contabile-amministrativa. Un capolavoro basato su un’idea ageniale: rivedere i corrispettivi dei contratti stipulati tra la Cosimo ed il Comune di Portoferraio per la gestione della Darsena, del Diurno, delle Fortezze, etc. etc. Niente di male? Certo, peccato che l’11 novembre si sia deciso di rivederli con decorrenza dal 1 gennaio 2003. E siccome non si era sicuri che tutti i dirigenti comunali (cui spetta la firma dei vari contratti) aderissero felici all’iniziativa, tutto è stato accentrato su un’unica voce di bilancio, appositamente creata con l’assestamento, facente capo al c.d “Ufficio Comunale Controllo sulle partecipate”. Un guazzabuglio, un miscuglio di anticipi e conguagli per nascondere un’unica realtà: il disastro economico e gestionale della Cosimo de’ Medici. Una serie di atti che forse farebbe rabbrividire qualche giudice contabile. Intanto l’11 di ottobre i Revisori dei conti del Comune scrivono al Sindaco Ageno che “Stante la cronica situazione deficitaria della società partecipata e alla previsione di ulteriori perdite che il Comune sarà chiamato a ripianare, i sottoscritti revisori sono del parere che bisognerà provvedere, quanto prima possibile, alla messa in liquidazione della società ed al suo scioglimento”. Parole che fanno rabbrividire, pensando soprattutto al destino dei dipendenti, lavoratori che svolgono mansioni tipiche del pubblico impiego senza avere le garanzie di questa categoria, né in termini di certezza del posto di lavoro, né come diritti sindacali. E pensare che nella campagna elettorale 1999 Ageno e soci, ritenendo a ragione o torto che la coalizione di centro sinistra sarebbe andata in quella direzione, scrissero rivolgendosi ai Concittadini: “Quanti di voi hanno intuito che cosa ci sia sotto la volontà di istituire una società per la gestione della Darsena Medicea?”. Parole sante, Sindaco Ageno, Parole sante.
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