Nel giorno che Albertino se n'è andato, ci piace ricordarlo con una delle sue battute, perchè forse è giusto così, che noi figli del popolo ce ne andiamo, senza troppe cerimonie, cordogli pubblicamente espressi non si sa mai quanto sinceri, e scomodamenti di autorità, che ce ne andiamo lasciando un sorriso o uno sghignazzo sulla faccia di chi ci ricorderà ogni tanto. Via ... Un giorno d'estate Albertino stava andandosene in giro zuzzerellando come suo solito ed i suoi passi incrociaronoquelli di un piccolo imprenditore in cerca di temporanea manodopera: "Albertino - chiese l'impresario - avrei un camion di blocchetti da scaricare; vieni a dare una mano?" "Uhm - rispose il nostro - fosse stato un carico di gatti magari .. che pe' ascendeli bastava apri' il cassone, ma i blocchetti so' pesi!" E se ne andò lasciando il richiedente con un palmo di naso. Ma qualche giorno dopo i due tornarono ad incrociarsi da Troncaceci, una bettola dove si incontrava la migliore gioventù (si fa per dire) portoferraiese. "Me lo paghi un topino?" Chiese Albertino all'impresario, che forse avrebbe pure accondisceso ad offrire il piccolo bicchiere di vino, ma che si ricordò della battuta "subita" in precedenza e rispose: "Ah vedo che il vino ti piace .. però lavora' pe' pagattelo .. come disse il gatto gnau gnau!" "Che c'entra - lo freddò Albertino - anche al gatto gli piace i pesci, ma n'hai mai visto uno a la Punta del Gallo co' la lenza in mano a pesca'?"