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NOTIZIE DAL GIGLIO - Capodanno Gigliese

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 31 dicembre 2003

Tutte le famiglie gigliesi, che per motivi di lavoro o studio si trasferiscono sul “continente” durante i mesi invernali, sono ormai rientrate al consueto appuntamento natalizio sull’Isola. Non sono solo le luci della luminaria che splendono in questi giorni, c’è come un’euforia nel ritrovarsi e nel salutarsi, lanciandosi frasi scherzose e abbracci, come se non ci si vedesse da anni! E tra poco … il Capodanno! Gruppi di amici si riuniscono in cantina, altri al ristorante, ma il mangiare è solo un pretesto, a mezzanotte tutte le porte si aprono per andare a brindare con gli altri , le strade si affollano, i gruppi si fondono, i brindisi ed i canti si alzano da ogni vicolo del Paese. Ma il momento più intenso è quando un gruppo di giovani, spontaneamente, si raduna davanti alla Madonnina del Castello, per iniziare la “stornellata del Capodanno”. Accompagnati dalle fisarmoniche, clarini, chitarre, danno gli auguri a tutte le famiglie gigliese, casa per casa, partendo proprio dalla nicchia della Madonna: “Quanto sei bella o Vergine Maria / dai il buon anno a questa compagnia”… Questo modo di augurare il buon anno è sicuramente il più antico canto tradizionale gigliese, consuetudine che nei secoli non si è mai interrotta né alterata. La struttura di questo canto è l’intreccio di due melodie completamente differenti fra ritmo e battute, modellata sulla tipologia dei canti itineranti di questua; sicuramente all’inizio veniva cantata addirittura senza strumenti o con il solo tamburello o come avviene oggi quando si canta la strofa, tutti gli strumenti sono fermi. Dal punto di inizio i giovani passano in rassegna tutte le famiglie e sotto la finestra di ogni casa continuano a cantare fintanto che non vengono invitati ad entrare per brindare insieme. Dal Castello scendono al Porto, è già l’alba quando “tutte le famiglie sono sistemate”, ma non è ancora finita! Il gruppo si raduna vicino al traghetto per salutare la nave che parte, e gli auguri si imbarcano e attraversano il mare per raggiungere “quelli “”che non sono potuti venire, ma che sempre fanno parte di questo piccolo, grande Scoglio. “…e la domenica, quando tu t’adorni,/ sei ancor più bella di tutti gli altri giorni/ e tu sei bella e per lo più attraente / più di una gemma al sole risplendente Questo signore è di lontan venuto / sia benedetto chi ce l’ha portato/ Ce l’ha portato la barca di liuto / le onde del mare ce l’hanno accompagnato/ Noi ce ne andiamo e ce ne andiamo via / restate nella pace di Gesù e Maria/ Prima di andare ,lasciateci finire ora un bel valzer ve lo farem sentire.


Giglio  La Rocca

Giglio La Rocca