Signor Sergio Rossi, le scrivo per esprimere quella che è la mia opinione sugli scontri che ripetutamente avvengono fra lei e il Sindaco in carica Giovanni Ageno all’interno del suo giornale. Credo che la mia opinione non le sarà di disturbo, visto che lei quotidianamente ne esprime una in modo così plateale, cosa che a dire la verità, da che mondo e mondo, un vero giornalista non dovrebbe fare, proprio perché la caratteristica principale di un giornalista professionista è quella, appunto, di cercare di essere al di sopra delle parti e di riportare i fatti in modo oggettivo. Ma, forse è meglio tralasciare questo aspetto, visto che sicuramente non sarò io a farle cambiare metodo di esposizione. Voglio sottolineare che non sono qui per difendere il Sindaco né tanto meno per offendere lei, che forse come pochi altri, riesce ad aggiornarci in ogni momento sui fatti che avvengono nella nostra bella isola, sintomo di un suo grande impegno e di volontà. Che lei però, in ogni situazione cerchi e riesca (complimenti per la dote…) a raggirare l’ostacolo e ad annientarlo, è cosa ormai risaputa; certo è che forse ora la cosa sta diventando un po’ pesante e, a mio avviso, forse danneggia anche il suo giornale. Arriviamo al punto: che il Sindaco e la sua giunta abbiano commesso degli errori, è cosa ormai risaputa e che lei nei loro confronti non nutra grande simpatia è altrettanto nota. Ora, al di là delle proprie scelte politiche, le sembra giusto criticare addirittura una lettera del Sindaco ai cittadini? Posso capire tutto, ma questo è troppo! Se magari non l’avesse inviata, lo avrebbe criticato per questo. È ovvio che lei, visto che è stato tirato in ballo nella lettera, debba difendersi, ma nessuno le ha chiesto un commento sulla medesima, che per altro lei ha definito “piagnisteo”. Non penso che scusarsi con i propri cittadini di non essere “un fine politico” sia sintomo di debolezza e non credo che le persone abbiamo tutte le volte bisogno di un suo commento per formulare una propria idea. Nessuno le vieta assolutamente di esprimere un’ opinione, come spero lei non vieti a me di farlo, ma lei, ripeto, essendo direttore di questo giornale dovrebbe essere un po’ meno di parte o almeno dovrebbe evitare di manifestare la propria fede politica. Perché lei di fondo non scrive cose errate, ma forse è il modo in cui lo fa che suscita un po’ di perplessità. Non può certo negare che sul Sindaco e la giunta “ci sia andato leggero”, sarebbe da ipocriti: lei stesso ha ammesso “ di averlo preso in giro ferocemente”. Come sarebbe da ipocriti credere che lei forse si sarebbe comportato allo stesso modo se questi errori li avessero commessi persone di sinistra. Ma qui, forse sbaglio io, nel fare processi alle intenzioni! Lei sicuramente può ora permettersi di dire quel che vuole in quanto non è stato lei ha pronunciare la sgradevole frase “Pezzo di merda” (cosa che ritengo molto poco rispettosa), ma lei crede che un gentile signore come Ageno,solitamente, si permetterebbe mai di dire una cosa del genere a chiunque? Non credo proprio. Che Ageno forse non sappia svolgere a pieno il ruolo di sindaco, può essere messo in discussione, ma che sia una persona volgare e maleducata, questo no. Le ripeto, il sindaco ha commesso i propri errori, ha fatto scelte poco giuste e forse ha mancato anche di carattere, ma spetta ai cittadini, solo a loro, decidere chi debba o no, in un prossimo futuro, essere eletto e queste persone hanno la propria coscienza e sanno e conosco la verità al di là di tutto. Con questo spero che lei prosegua con la stessa serietà a lavorare al suo giornale, forse magari con un po’ più di oggettività. Le auguro un buon 2004. Una diciassettenne portoferraiese. Carissima giovane lettrice Le assicuro per iniziare che l'educatissimo Dottor Ageno quella inelegante frase l'ha indirizzata a me, "a freddo", senza essere provocato, deliberatamente per offendere. Dopo che tre giorni prima ci eravamo incontrati ed avevamo parlato in maniera distesa, addirittura scherzando disse:"Non stringo la mano ad un pezzo di merda" mi perdoni se la ripeto. Non so se egli usi gratificare anche altri in tal guisa, mi auguro di no, ma non capisco quale attenuante Lei può trovare nel fatto che l'abbia detta a me. E poi mia cara giovane amica, il rispetto degli altri è questione di sostanza non di forma. Quando si è come Ageno degli autocrati nell'animo, chiusi al confronto con le opposizioni e con chiunque la pensi diversamente, l'educazione può servire solo ad indorare pillole. Accetto la critica sulla talvolta eccessiva presenza di commenti rispetto alle notizie trattate, capita è un vizio di molti vecchi giornalisti, forse conpreso chi le risponde. Però deve ammettere che, in questo giornale è particolarmente riconoscibile la parte del commento, poichè in genere la notizia lòa lasciamo esprimere a chi la produce, non riassiumiamo ne redazioniamo ma proponiamo gli originali anche se ciò va a scapito della lunghezza del giornale. Quanto al fatto che questo giornale (che attenzione non è solo Sergio Rossi, ma per fortuna un insieme di intelligenze) porterebbe "rispetto" alle amministrazioni che dovrebbero essere più vicine "ideologicamente" al direttore è cosa smentita dai fatti: abbiamo scritto cose terrificanti sulla gestione Fratini, non ci siamo andati di scartina con le amministrazioni di Marciana e Campo nell'Elba, le peggiori critiche ai DS elbani le può leggere su questo giornale diretto da un diessino. La verità è che Elbareport non fa sconti, è la sua linea editoriale. Vuole una riprova? Tutti sanno che il Direttore di Elbareport considera Catalina Schezzini come il miglior sindaco elbano, anzi la considera una spanna sopra i migliori tra i suoi colleghi in pantaloni, per cultura, dedizione all'incarico ed intelligenza. Se scorre però l'ultimo numero del giornale uscito di linea, ci troverà una contestazione relativa alla presenza di un'antenna per la telefonia nei pressi di un campo sportivo, tra l'altro tenuto in condizioni indecenti. La struttura in questione è del Comune di Rio nell'Elba, il comune guidato dalla Schezzini, solo questo giornale ha sollevato il problema. E allora? Veniamo al punto più importante da Lei sollevato "l'imparzialità del giornalista" e qui magari dovrò annoiare chi legge un ragionamento che mi ha sentito fare in altre occasioni. Cito due grandi maestri del giornalismo Sandro Curzi: "Un giornalista che non fa incazzare nessuno è un pessimo giornalista" e Lucia Annunziata: "Non esistono giornalisti imparziali, esistono solo giornalisti corretti e giornalisti scorretti". Imparziale deve essere un giudice ma i giornalisti non amministrano giustizia, imparziale può essere un computer, ma i giornalisti non sovrintendono alle lotterie. Creda io ho conosciuto nella mia ormai lunga vita professionale moltissimi finti imparziali (che poi sono i più asserviti di tutti: Vespa docet) e nessun imparziale che non fosse completamente stupido. Si può essere, come dice Annunziata, corretti, che si traduce in avere le proprie idee e manifestarle pure, dando comunque alle idee degli altri legittimità, dignità e spazio, quando occorre lo stesso che alle proprie. Ed anche questo fa parte della nostra linea editoriale. Elbareport non ha mai censurato un rigo, forse neanche lo ha tagliato, a nessuno, giungendo a pubblicare lettere di gratuiti insulti al Direttore, per non violare il principio della libertà di espressione altrui. E anche chi lavora dentro questa redazione è libero di esprimere le sue idee; il direttore interviene (molto raramente creda) solo nel caso che ravvisi la possibilità che lo scritto, la vignetta, violino la legge, o per dare ai colleghi più giovani consigli tecnici. Lei dice che a questo giornale potrebbe nuocere questa linea editoriale del confronto duro. E' un'opinione rispettabile, anche se la smentiscono clamorosamente i numeri di coloro che si collegano e ci leggono che sono, creda, già altissimi ed in crescita, segno che il comprensorio isolano ha capito la piccola ma incisiva rivoluzione di Elbareport, che ha cominciato a riportare cose che prima all'Elba sui giornali o non si trovavano frequentemente o non si trovavano affatto. Veda cara amica, anche questo vecchio giornalista locale ha un sogno: sogna una stampa veramente libera dove non ci sia spazio per i velinari e per i reggicoda, una stampa costituita da operatori dignitosi (di destra e di sinistra) che esercitino la funzione democratica dell'informazione su ciò che veramente accade nelle stanze del potere politico, economico, amministrativo (di destra e di sinistra) ed una frazioncella minima del suo sogno, questo vecchio giornalista, impastrocchiandosi con tecnologie comunicative che non sono del suo tempo, lo ha pure realizzato. La critica alla lettera era una critica ai contenuti (e credo sia bonario chiamare contenuti ciò che riportava la missiva) ripeto qui quello che ho scritto anzi lo scrivo più esplicitamente: Se per disgrazia dei portoferraiesi un giorno io fossi amministratore, fossi abbandonato dalla forza politica che mi ha eletto e da una parte dei miei consiglieri, se la mia amministrazione fosse oggetto di ripetute indagini della magistratutura, se una di queste indagini coinvolgesse anche un membro della mia famiglia, ed io fossi convinto della innocenza mia, dei miei collaboratori, del mio familiare, mi dimetterei immediatamente ed imporrei a chi della mia parte coinvolto non volesse dimettersi almeno il rigoroso silenzio sulle questioni di che trattasi perchè così (a mio avviso) si comporta chi ha una dignità. Per questo ho scritto "inverecondo piagnisteo" perchè trovavo priva di dignità la trovata degli Auguri di Natale (che il sindaco è liberissimo di fare) per un "Cicero pro domo sua". Ultimo: è vero sono i cittadini che scelgono, è persino lapalissiano, ma è ugualmente evidente che un cittadino informato sulla operativita e correttezza degli amministratori, sceglie a ragione maggiormente veduta, io cerco di informare i cittadini sull'operato di amministratori, candidati, partiti, da un opinabilissimo punto di vista, in una parola faccio il giornalista. Mi sono trattenuto a lungo e volentieri con Lei, perchè mi dà un piacere immenso sapere che un giovane legge quello che scrivo, piacere acuito dal fatto che lei muove critiche sull'argomento del comunicare. Significa che il nostro lavoro non è andato a vuoto, che c'è chi si prepara a sostituirci, perchè, come cantava un tizio prima che lei nascesse, "l'avere ragione non è un dogma statico o un religione" e vale qualcosa solo chi lavora per essere superato dagli altri. Ed un consiglio, lo accetti la prego, al termine di questo noioso "pippettone" (la risposta più lunga che abbia mai scritto, fuori da tutti i canoni del buon comunicare): continui a scrivere, i "fondamentali" per diventare una buona giornalista (indipendenza di giudizio e capacità di comunicare) ce li ha. Buon anno e buoni moltissimi altri anni anche a Lei
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