A tutti i cittadini dell' isola d' Elba ed in particolare a quelli di Capoliveri vorremmo far conoscere la verità su quanto stiamo vivendo. Ci siamo decise solo adesso perché per noi non è accettabile nascondersi dietro la religione per cose forse personali politiche o forse solo per cattiveria . Molti di voi non più giovanissimi si ricorderanno di nostro padre Conci Germano, dei suoi fratelli Conci Franco e Foscolo Atlas, una fra le prime famiglie di Capoliveri. Germano ha vissuto solo la sua gioventù nella sua isola dopo 12 anni di soldato incontrò nostra madre e visse con lei nella città di Prato, dove noi siamo nate, venendo a ritrovare il suo mondo allorquando varie circostanze glielo permettevano. Ci ha cresciute insegnandoci ad amare la sua terra, la sua gente, i suoi amici compaesani come fossero suoi fratelli, il Santuario della Madonna della Grazie la cui immagine é sempre stata presente nella nostra casa. La sua grande nostalgia per tutto questo non lo ha mai lasciato neppure per un momento. Il 07 gennaio del 1987 purtroppo nostro padre ci venne a mancare lasciandoci in eredità questo grande grandissimo amore per la sua terra e per i suoi abitanti tutti, come poi ricorderete il 21 gennaio del 1994 perdemmo anche nostro zio Foscolo Atlas. Nel 2001 iniziarono i lavori di ristrutturazione dell'abitazione dove per 22 anni nostro zio aveva vissuto assieme alla moglie Brigit in Località Madonna delle Grazie,utilizzando come accesso la stessa strada che loro percorrevano giornalmente con un furgone o un trattore, poiché essendo l' unica strada non avevano, come non abbiamo alternative. Il 28 dicembre 2002 iniziò la nostra odissea. Di tardo pomeriggio (era un sabato) arrivammo all' Elba. Pioveva si stava facendo buio all'improvviso ci trovammo la strada sbarrata da due grossi massi di granito; gli stessi che si trovano nella piazza di Capoliveri. Potete immaginare il nostro stupore, avevamo il cantiere aperto per opere urgenti di rifacimento di un muro che è di sostegno all'abitazione. Tutto questo senza nessun preavviso, non potevamo assolutamente immaginare chi fosse stato l'autore di quel gesto, prendemmo l'indispensabile dall'auto e ci incamminammo verso casa. Ed è con la morte nell ' anima che il giorno dopo ripartimmo per Prato chiedendoci chi fosse stato e perché. Successivamente questa nostra incredulità aumentò venendo a sapere che a sbarrare la strada era stato il parroco di Capoliveri don Emanuele Cavallo che noi nemmeno conoscevamo. “Ma non può essere vero - questa fu la nostra reazione - un parroco dovrebbe essere felice di avere di tenere un paese unito di predicare il Vangelo di essere un padre per tutti e non scegliere i propri figli!” Proprio perché non credevamo a questo, abbiamo tantissime volte invitato Don Cavallo ed il comitato ad un incontro. Se c'è la buona volontà qualsiasi problema si può provare a risolvere. L'abbiamo invitato direttamente tramite il nostro tecnico, tramite il nostro avvocato, ma tutto è stato inutile. Riuscimmo poi con l'aiuto di un giovane architetto ad avere un colloquio con dei componenti del comitato che rendendosi conto della nostra disponibilità sembravano cercare un punto d'incontro per affrontare assieme il problema-passo ma tutto è svanito nel nulla senza nessuna spiegazione. E d è a tutti voi capoliveresi che ci rivolgiamo, possiamo provarvi che quanto sopra non è fantasia, in qualsiasi momento, fornendovi documenti per dimostrarvi la nostra buona fede e la verità su quanto sopra, Quello che più ci addolora è che nostra madre, purtroppo, per i suoi 83 anni e l'insicurezza del posto che non è raggiungibile con nessun mezzo, nemmeno per una emergenza, non è potuta venire né a vedere né a trascorrere qualche giorno nella casa che suo marito le ha lasciato può solo immaginarla.Per noi questo pellegrinaggio dura già da un anno, percorrendolo sempre con dei pesi non indifferenti addosso. Il 07 marzo 2003 ci fu la prima udienza, il giudice era una signora che umanamente chiese a Don Cavallo di liberare il passo per portare a termine i lavori urgenti limitando i danni che erano già ingenti. La discussione passo poteva andare avanti, ma Don Cavallo diede una ferma risposta negativa, il cantiere e' fermo da un anno, i danni anche con le ultime piogge si sono ulteriormente aggravati non vi nascondiamo che temiamo per la nostra casa, la casa di nostro padre, e della nostra famiglia Vi invitiamo pertanto a telefonarci a fermarci per le strade o in piazza di Capoliveri ringraziamo quelli che già lo hanno fatto rendendosi conto della realtà e che con poche parole hanno detto tutto Se questa persona non fosse stata un prete che cosa mai avrebbe fatto? Non è giusto che diverse persone di Capoliveri per assistere alla santa messa e non sentire sempre la stessa predica (che vuole salvare il santuario, ma da che cosa? ) debbano andare a Porto Azzurro come non è giusto dividere un paese che ha nelle vene lo stesso sangue si può capire solo perché questi signori non sono dell'Isola d'Elba. A tutti i cittadini dell' Elba a tutti voi di Capoliveri buon anno. Le figlie di Germano - Conci Luana e Fiorenza. Alle signore Conci abbiamo dimostrato tutta la nostra disponibilità, riportando per intero il loro lunghissimo intervento e “risistemandolo” perché fosse un po’ più fruibile ai lettori. Detto ciò, ci scuseranno, ma al di là di quello che deciderà la Magistratura alla quale le signore si sono rivolte, le signore non ci sono piaciute. La pretesa di dividere il mondo in capoliveresi, elbani, pratesi (come le signore) o altro, non ci piace, ed ancor meno (da laici) gradiamo le critiche su come amministra il culto Don Cavallo formulate da due interessate (anche economicamente e non solo per motivi affettivi crediamo). Per quello che conosciamo della storia e per istinto ,tra le ragioni in ballo siamo più sensibili alle ragioni rappresentate da quello che ci dicono un sacerdote rispettato dalla sua comunità parrocchiale.
madonna delle grazie 1
madonna delle grazie sagrato con blocco
Madonna delle Grazie Capoliveri