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Gli irrituali auguri di Giovanni Ageno

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 29 dicembre 2003

Cari concittadini In occasione delle festività natalizie avrei preferito rivolgermi a Voi solo per un augurio di serenità e prosperità, che comunque formulo a tutti prima di ogni altra cosa. Ho scelto questo mezzo per arrivare nelle Vostre case poiché i fatti di questi giorni mi “obbligano” a cercare una possibilità di comunicare direttamente con tutti voi. Sicuramente anche Voi siete stati testimoni di una campagna diffamatoria con offese e calunnie contro di me culminata in attacchi alla mia famiglia ed alla mia persona. Ma quando tutto è diventato chiaro e tutti hanno capito molti di voi si saranno chiesti: “Ma che ha fatto?” Non credo che al di là delle chiacchiere siate riusciti a darvi una risposta, con tutto quello che è stato detto e scritto. Deve farvi riflettere, però, quanto è stato riportato qualche giorno fa su un foglio diretto da un noto giornalista locale, che parlando della nostra amministrazione comunale dice testualmente: “Abbiamo fatto la nostra parte lavorandoli ai fianchi, togliendo loro il fiato, non lasciandoli avanzare di un passo senza pagare dazio”. Ebbene, credo che questo lavoro quotidiano ai fianchi alla fine abbia fatto riflettere anche voi. Non credo ci sia bisogno di ricordarvi vivo in mezzo a voi da settanta anni, e che non sono certo un fine politico, ma uno come voi, una persona perbene che da quando è stata eletta sindaco è stata investita da uno schiacciasassi. Accuse di ogni tipo, con ogni mezzo, con un unico scopo: impedirci di portare a termine il nostro lavoro, concepito solo per cercare di migliorare la vita di Portoferraio. Mi ritengo un onesto, e come tale ho fiducia nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura, che sono stati chiamati ad indagare sul nostro operato, perché è tipico dell’onesto pensare che la sua onestà sia evidente anche agli altri; nessuno meglio di queste istituzioni potrà emettere un giudizio che respinga questa ondata di calunnie. Oggi, comunque, la mia delusione e la mia amarezza sono grandi: pensavo di trovare una dialettica politica e democratica con cui confrontarmi, sono stato invece affrontato con l’arma della calunnia e del sospetto, ma mi sento figlio di una cultura europea, che ha costruito sul diritto dell’uomo l’ossatura delle singole costituzioni, e mi sento ancora di più orgoglioso della mia nazionalità che ha fatto definire questa nostra Italia “terra del diritto”. Certo, non mi sembra possibile subire una simile raffica di accuse senza una minima dimostrazione di colpevolezza: per questo, abbandonare forse mi darebbe un sollievo immediato, ma rinnegherebbe il mio vissuto. E’ sulla base di quanto credo mi sia dovuto, presunzione di innocenza per chi non mi conoscesse, certezza di onesta per chi invece sa chi sono, che continuerò ad esercitare il mio mandato di Sindaco, che Voi concittadini mi avete conferito, con tutte le mie forze e nell’unico interesse della Città di Portoferraio. Vi ringrazio dell’attenzione che mi avete concesso e della comprensione che sono certo mi dimostrerete. Giovanni Ageno Ci vediamo costretti a chiosare la lettera che il Sindaco di Portoferraio ha inviato alle 5.200 famiglie portoferraiesi, non fosse altro perchè cita a dimostrazione di un suo teorema, quanto è stato scritto da questo giornale. Ed iniziamo con l'osservare che il sindaco di Portoferraio usa per ben tre volte nel suo testo, oltre che trattare chi lo critica alla stregua di "diffamatori" che comunque non è espressione leggera, anche il termine di "calunnia" che è assai più grave. Allora basta consultare un dizionario per scoprire la seguente definizione per calunnia: "Delitto commesso da chi incolpa di un reato una persona, pur sapendola innocente". Il sindaco cioè per tre volte afferma che ci sono dei delinquenti che stanno compiendo ai suoi danni un reato gravissimo punito dal nostro ordinamento con pene assai severe. Orbene se ciò fosse stato vero, cioè se qualcuno avesse calunniato Ageno, il Sindaco, visto il suo alto ufficio pubblico, venuto a conoscenza di un reato così grave, sarebbe stato obbligato non solo moralmente ma anche a termini di legge, a sporgere denuncia o contro chi di calunnia si era macchiato o al limite contro ignoti, se non avesse individuato la fonte della calunnia. Ma non ci risulta che egli abbia denunciato alcuna persona, né per una calunnia né per semplice diffamazione, e non ci risulta neppure che si appresti a farlo. Quindi è probabile, se non sicuro che il Sindaco straparli, gettando, lui, ombre ingiuriose su non meglio identificati suoi critici, un comportamento che non sappiamo quanto sia legale, ma di cui un eletto dal popolo dovrebbe senza mezzi termini vergognarsi. Anche perchè questa campagna di autopromozione a mezzo inverecondo piagnisteo, il Dott. Ageno la fa pagare ai cittadini medesimi usando risorse pubbliche per le sue 5200 letterine di auguri, che arriveranno peraltro in ritardo. Osservato che la patente di onestà di norma uno non se la attribuisce da solo ma gliela danno gli altri, passiamo a quanto più ci riguarda e cioè la citazione di Elbareport estratta da un contesto di similitudine pugilistica: “Abbiamo fatto la nostra parte lavorandoli ai fianchi, tagliando loro il fiato, non lasciandoli avanzare di un passo senza pagare dazio”. Abbiamo, dicendolo in altri termini, fatto il mestiere della stampa in un paese democratico, è vero, con particolare impegno, giudicando Ageno, alla prova dei fatti, del tutto incapace di assolvere positivamente al suo mandato, giudicando la sua compagine particolarmente inadeguata e registrando la condivisione delle nostre idee da parte di un numero crescente di cittadini, ex-elettori di Ageno inclusi. Allora visto che noi di certastampa (al pari di altri oppositori) non abbiamo calunniato né violato in altra maniera la legge, recandogli ingiuria (possiamo averlo preso in giro pure ferocemente, ma al "pezzo di merda" non ci siamo arrivati, noi), che va cianciando, a nostre spese, il Sindaco? Ci scrive per dire che ha fiducia nella Magistratura nelle Forze dell'Ordine? Vorremmo vedere il contrario! Ma non capisce Ageno, in occasione di indagini che, oltre a coinvolgere la sua amministrazione, toccano anche la sua famiglia, che la cosa più dignitosa che potrebbe fare (in subordine al dimettersi, cosa che non farà mai, dato che tra il suo augusto posteriore e la poltrona c'è l'attack) sarebbe il tacere? Continuiamo il giornale occupandoci di cose e persone più serie.


ageno sindaco portoferraio

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Sergio Rossi

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