"Il Direttore di Legambiente Francesco Ferrante ha chiarito bene la posizione nazionale dell’Associazione, sconfessando il tentativo di diffondere in modo ingiustificato e irresponsabile informazioni allarmanti sui contenuti della legge firmata dal verde Edo Ronchi. Il Presidente del Circolo Arcipelago Toscano, Gian Lorenzo Anselmi, ieri si è dichiarato uno strenuo difensore della Ronchi. Allora, considerato che l‘eventuale installazione di Cavo rispetta i limiti della Ronchi, la dirigenza elbana di Legambiente ci dovrebbe dire (se e) perché considera pericolosa per la salute quella installazione. Invece di rispondere, il Presidente e il Portavoce del Circolo Arcipelago Toscano lavorano per mantenere aperto sulla questione un grosso inutile equivoco, illudendosi di eludere il problema con il ricorso ad inesattezze e confusioni sul Decreto Gasparri. Se, come crediamo, non si tratta di ignoranza, dobbiamo concludere che è loro intenzione confondere le idee alla gente. E’ semplicemente falso infatti affermare che l’impianto di Cavo sarebbe in ottemperanza al Decreto Gasparri, ma non alla Legge. In primo luogo il Decreto Gasparri non c’entra niente con i limiti delle emissioni elettromagnetiche (che sono stabiliti dalla Legge Ronchi, che loro non contestano, e verificati dall’ARPAT, della cui affidabilità essi non dubitano, per ora). Il Decreto interviene esclusivamente in materia di procedure, nel tentativo di risolvere alcuni dei problemi cui ha messo mano il Protocollo d’intesa firmato pochi giorni fa presso il Ministero delle Telecomunicazioni dai gestori e dal Presidente dell’Associazione dei Comuni Italiani, il diessino Sindaco di Firenze Leonardo Domenici. In secondo luogo il Decreto Gasparri è stato impugnato e bocciato per conflitto fra poteri, ed in particolare per la sua invasione delle competenze degli Enti locali in materia. Né il Decreto né il giudizio riguardano in alcun modo i limiti di qualità delle emissioni, e quindi la tutela della salute. E’ evidente che se la concessione fosse stata rilasciata, come dicono, in virtù dei contenuti più morbidi stabiliti dal Decreto, sarebbe stato agevole revocarla una volta bocciato il Decreto. Purtroppo non è così. Questo non esclude che, nonostante Legambiente, si possa arrivare comunque ad una soluzione della questione, cui si sta già da tempo lavorando, e verso la quale l’Amministrazione si è sempre mostrata aperta." CDL Rio Marina Chiediamo al portavoce di Legambiente un ulteriore giudizio sulla posizione della CDL, Mazzantini prima ci dice che gli pare perfettamente inutile, dal momento che la CDL riese o non capisce o non vuol capire, ma dopo una battuta sulla disponibilità "sempre" avuta a trovare ua soluzione alternativa: "Erano così disponibili che i Cavesi hanno dovuto picchettare il cantiere!" commenta: "Continuano con ragionamenti da azzeccarbugli sulla Legge Ronchi e a coprire le loro responsabilità. L'antenna lì non ci poteva andare perchè quello è un "sito sensibile" anzi è al centro di un insieme di siti sensibili, ed è incredibile che a qualcuno sia venuto in mente di collocare là l'antenna. Non ci doveva stare cioè indipentemente dalla entità delle emissioni, materia sulla quale peraltro il Senatore Bosi non è molto edotto. E la Gasparri c'entra perchè si presuppone che in sua assenza il Comune non avrebbe (speriamo) consentito là quella installazione. Tutto ciò ricordando anche che proprio i partiti della CDL si sono battuti, col nostro appoggio, contro atenne ben più periferiche. Comunque la piantino di cianciare a vuoto e facciano spostare l'antenna. Dopo per farli contenti siamo disposti anche a dire che avevano ragione loro".
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