Torna indietro

A Sciambere: Forzati

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 17 dicembre 2002

Un giorno o l’altro ve lo facciamo lo scherzo di farvi partire da un titolo ammiccante tipo oravidicoio .. e trovarvi davanti ad una pagina bianca. Perché molto spesso, quando si arriva a quest’ora e il corsivo non è ancora steso, ci si sente come quei comici buttati allo sbaraglio sul palcoscenico dell’ Ambra-Jovinelli che venivano accolti da uno spietato “Aho facce ride’!” o da un ancor più spietato pernacchio. Da quasi tre anni la musica non cambia, ogni giorno feriale su queste o su altre pagine abbiamo dovuto inventarci qualcosa che estorcesse alla maggioranza dei lettori almeno una mezza risata, con una esigua minoranza (i presi per il culo) che s’incazzava, magari (astutamente) senza darlo a vedere troppo, perché chi s’incazza è perduto, ma chi si incazza e si fa scoprire chè è incazzato non si recupera più neanche all’ufficio oggetti smarriti. E quindi siamo qui come forzati, e ci va già bene di avere la testa vuota ma senza l’emicrania, gli argomenti che scarseggiano ma i visceri in ordine. Ben si può immaginare infatti e per esempio quanto male si sposi una gastroenterite con la necessità di stendere righe leggere e, almeno nella intenzione, eleganti. Però di solito, una volta partiti, superato il muro della paura, si riesce a scrivere qualcosa, uno spunto lo si trova, magari constatando quanto siamo noi stessi fallaci (sia chiaro nel senso di inclini all’errore, e non nel senso di quella insopportabile pallosissima befana razzista e guerrafondaia), spulciando nelle nostre favate da stanchezza, ad esempio notando che di recente abbiamo scritto di un “cacciatorte” fraudolento preso con le mani nel sacco, forse catturato, invece che dalla Polizia Venatoria da uno spietato dietologo. Oppure ancora si trova slancio dalle uscite della nostra inimitabile Raffaella che dice che ha messo in pentola una pasta particolare “i fusibili” invece dei fusilli, e che al banco dei salumi della coop si fa tagliare in luogo di una bresaola “due etti di trisavola” evidentemente incurante delle probabilissime urla dell’anziana affettata. No, stasera non ci è proprio riuscito di trovare nente di buono, però siamo arrivati in fondo a questo “a sciambere”, anche stavolta l’abbiamo sfangata.