Egregio Direttore, penso che sia dovuta una replica in merito ad alcune sue dichiarazioni che leggo sulla stampa a commento del mio intervento ad un’assemblea pubblica tenuta a Cavo, nel Comune di Rio Marina, di cui sono Sindaco. Le mie dure critiche sono riferite al comportamento tenuto da alcuni esponenti dell’Associazione nel caso dell’installazione di una stazione radio per la telefonia nel centro abitato di Cavo. Costoro, in più occasioni, a proposito dell’impianto, hanno parlato di pericolosità per la salute pubblica, con affermazioni che considero gravi, e che non sono suffragate da alcun riscontro scientifico né tantomeno giuridico. La questione nei suoi termini essenziali è assai chiara. La Legge n. 36 del 2001 (cosiddetta Legge Ronchi) come Ella ben sa, è considerata la più avanzata d’Europa, ed ha introdotto un sistema di garanzie considerato fortemente cautelativo rispetto al precedente. Questa Legge prevede che le antenne per la telefonia collocate in aree abitate rientrino nei limiti (non di attenzione, ma) di qualita’ di 6 v/m, dove -fuori da ogni ragionevole dubbio- non sussiste alcuna ombra di pericolosità per la salute. Germania, Francia e Gran Bretagna consentono 60 v/m, e ritengono quel livello assolutamente sicuro. La nostra soglia di sicurezza è dieci volte più alte della loro. L’Italia è senza dubbio il Paese più sicuro d’Europa. Per l’applicazione di questa legge pochi giorni fa, con il patrocinio del Ministero delle Telecomunicazioni è stato sottoscritto un protocollo d’intesa fra i Comuni Italiani, rappresentati dal Presidente dell'ANCI, Leonardo Domenici (Sindaco di Firenze) e i gestori della telefonia. Tutti i Sindaci d’Italia, me compreso, debbono considerare l’esigenza di collegamenti efficienti, senza alcun dubbio per la tutela della salute pubblica. A questo proposito non mi risulta che Legambiente a livello nazionale abbia contestato la Legge Ronchi o il recente Protocollo d’Intesa. Se dunque non ci sono remore sulla normativa perché organizzare sit-in, girotondi e proteste ad ogni installazione di un'antenna che risponda ai requisiti di legge? Non configura forse, quest'atteggiamento, un procurato allarme sociale, del tutto ingiustificato, che rischia di sconfinare nell’illegalità? Perché terrorizzare i cittadini -che giustamente si preoccupano per la loro salute- se non vi sono fondati motivi di preoccupazione? Ecco perché parlo di terrorismo psicologico, che arreca grave danno alla popolazione, e pone di fronte ad una sistematica protesta gli enti che devono rispondere della legalità del loro operato e comunque consentire che si possa assicurare un servizio fino a prova contraria utile a tutti. Dato che ritengo in generale meritoria l’azione di Legambiente, come ho avuto già occasione di dire in circostanze analoghe, mi corre l’obbligo di rilevare siffatti comportamenti che, prescindendo da ogni serio riscontro delle problematiche scientifiche ed amministrative delle questioni, finiscono per rappresentare elementi di turbativa del sistema istituzionale, fondato sui principi di rappresentatività e responsabilità. Tanto più un'associazione è importante e gode di credito presso la pubblica opinione, tanto più ha il dovere di osservare una condotta seria, coerente e responsabile. Qualora, sulla scorta di documenti e studi scientifici ad oggi sconosciuti, la vostra Associazione abbia fondato motivo di ritenere non sufficientemente garantisti i limiti della Legge Ronchi, allora che assuma iniziative per cambiarla, e provveda ad informarci ufficialmente, così che possiamo tenerne conto. Altrimenti si taccia. Questo è quanto ho inteso dire, e confermo, tralasciando di menzionare altri singolari atteggiamenti di esponenti elbani di Legambiente, i quali, com'è ormai evidente, forniscono certificati di “buona condotta ambientale” o “condanne” ai vari Comuni, non sulla scorta di elementi riconducibili ad obbiettività, ma sulla base di simpatie sapientemente ispirate. Le porgo i miei più cordiali saluti.
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