Caro Sergio, ho letto solo poco fa l'articolo con le "esternazioni"del Sig. Bosi. Di solito leggo Elba Report appena esce, nottambulo come sono, ma questa volta ringrazio la sorte che mi ha fatto passare una bella giornata, rovinandomela solo in finale. Il fatto è che domattina la rabbia, l'incredulità ed il disgusto non saranno ancora passati e non serviranno litri di caffè a farmi buttare giù il rospo. Certi commenti non si digeriscono, sopratutto quando provengono da persone che, nella loro posizione, si presuppone abbiano una dose di discernimento superiore a quella di un comune mortale, categoria nella quale io mi ritrovo e nella quale ambisco rimanere se, diventare qualcuno, ti mette a rischio di contorcerti il cerebro (causa le molteplici attività cui i sui circuiti sono sottoposti) al punto di farti perdere di vista cosa qualcuno andava predicando duemila anni fa (con il bel risultato di farsi "giustiziare" dal potere costituito...). Immagino cosa abbiano provato tutti coloro che di Legambiente hanno fatto una bandiera ed un esempio di stile di vita (indipendentemente dal loro credo politico) ed ai quali mi associo in questo momento con un abbraccio che vuol significare: "Forza, ragazzi, non mollate, continuate con i colpi di maglio, alla fine riusciremo a forgiare un qualche cosa di decente di cui questo Paese possa andare orgoglioso (visto che non c'è rimasto gran che). Le braccia ci sono, la volontà pure, il cuore ed il coraggio non ci mancano" Al Sig. Bosi vorrei chiedere se amare il paese e l'ambiente nel quale si vive, cercare di ricordare agli smemorati che esistono delle leggi fatte dallo Stato (moltissime delle queli malauguratamente, mai, poco, insufficientemente applicate se non addirittura dimenticate), pagare le tasse. l'Ici, costruire con regolari licenze come in tutti i paesi civili, non distruggere quel poco di natura che ancora ci resta (ed è il nostro solo patrimonio), vigilare affinché i cuculi continentali non sbattano fuori le uova dal nostro nido, affinché ci siano ancora posti dove fare un nido per chi su quest'isola vive e lavora tutto l'anno, e non solo per coloro che ci passano due settimane di vacanze potendosi all'occorrenza permettere di pagare condoni (e ... con doni), far si che quel che abbiamo funzioni e quel che ancora non c'è possa presto essere funzionale e degnamente funzionante (Parco Nazionale?), vorrei chiedere, dicevo, se tutto ciò significa scatenare campagne terroristiche. Se si, beh, allora terrorista lo sono anche io che sono nessuno, e tutti coloro che ancora hanno rispetto per la casa nella quale vivono (che è anche e sopratutto fuori dalla porta). Natale è vicino, approfitto per inviare a Legambiente ed ai suoi "accoliti" i migliori auguri di buone feste e di un futuro migliore del quale credo non solo Legambiente abbia immediato bisogno. Auguri anche al Sig. Bosi e a chi la pensa come lui, ricordando loro che la via di Damasco è percorribile da tutti. A te, caro Sergio, un grazie per l'aria pulita che riesci a farmi respirare con il tuo giornale e scusami per il "tu". Ma fra terroristi è permesso, no? Dimenticavo: "Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno" chi lo diceva, quello che duemila anni fa, e poi lo misero in croce? O già c'era. Giorgio Bancala P.S. Qualcuno che ne sa più di me mi ha riferito di questo colloquio: "O Babbo, ma che mi ci mandi a fà là sotto, so' millenovecentosettantanni che ci vado e unnè cambiato nulla!! Quelli so' proprio duri e irrecuperabili!" Caro Giorgio Accetto e ricambio volentieri il "tu", anche se nel caso di specie (il ringraziamento per il lavoro di Elbareport), dovresti darci del "Voi" perchè questo giornale, lo scriverò fino ad annoiarvi, non è solo "mio" ma è il frutto dell'impegno di un collettivo, non grande ma molto "tosto", fatto di gente che non si spaventa a sgobbare, che lavora con spirito di servizio per la collettività, e che è abituata, per dirla con Bertoli, ad affrontare la vita a muso duro. Una specie di Legambiente sul fronte dell'informazione, se gli amici del Cigno ci passano il forse irriverente paragone. Tengo particolarmente a dirlo oggi, giornata in cui uno a caso di quelli che si connetteranno sarà (senza saperlo) autore della connessione n. 500.000 (cinquecentomila) ad Elbareport. Tengo a segnalarlo dopo aver toccato in un giorno della appena trascorsa settimana la straordinaria "punta" di circa 3.600 visite al sito in 24 ore (un click in media ogni 24 secondi). Tengo a ripeterlo mentre questa utopia informativa si sta facendo sostanza e quotidianità, abitudine per molti, come te. Che c'entra tutto ciò con quello che scrivi? C'entra Giorgio, perchè vedi chi sta dalla parte di Legambiente e di Elbareport, proprio perchè racconta spesso scomode verità, deve mettere in conto attacchi sgangherati, maldicenze gratuite, dietrologie, volute sottovalutazioni della portata del suo lavoro, tentate delegittimazioni e molti altri etc. Chi sta in Legambiente e chi sta dentro questa redazione non può essere un autocrate senza autoironia come Bosi, e men che mai un suo tragicomico reggicoda, non può essere un opportunista, non può essere un sindacalista pro domo sua, non può essere un saltimbanco trasformista di destra o di sinistra. Per stare da questa parte Giorgio, occorre saper prendere in giro e prendersi in giro, occorre non curarsi troppo della propria personale convenienza; occorre, per continuare a dirla con Bertoli, avere "lo sguardo dritto e aperto nel futuro", occorre preoccuparsi più di avere ragione nei tempi misurati dalla storia (anche dalla storia locale e minuta), che in quelli misurati dalla cronaca, il che comporta anche accettare di lavorare ogni giorno perché magari le nostre ragioni siano decretate in un giorno che neanche vedremo. E non c'è niente di epico o di eroico in tutto ciò, c'è caso mai qualcosa di quotidiano ed antico, come il gesto del vecchio contadino che pianta un olivo di cui difficilmente coglierà i frutti. Comprendiamo che ci chiamino provocatori e terroristi. Chi lo fa ha infatti il terrore dello scardinamento dello status quo, dei cittadini che incominciano allegramente fottersene del notabilato e cominciano a chiedere i conti, della gente che vuol contare e che ne ha le palle piene di quelli che esercitano il potere in nome e per conto loro, come se avessero ricevuto una delega a fare qualsiasi cosa passi loro per il cervello. In questo senso, hai ragione, siamo terroristi
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