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Moratti, le Regioni di centro-sinistra "bocciano" il decreto

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 18 dicembre 2003

Le Regioni del centro sinistra "bocciano" il primo decreto attuativo della legge Moratti: Toscana, Campania, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Bolzano hanno espresso parere negativo sul primo decreto attuativo della legge Moratti nella riunione, svoltasi nei giorni scorsi, della Conferenza unificata Stato Regioni. Il decreto attuativo riguarda, in particolare, la scuola dell’infanzia e il ciclo primario. Le altre Regioni si sono allineate in extremis agli orientamenti governativi, nonostante il percorso tecnico e politico comune all'interno del coordinamento interregionale dell’istruzione. Un percorso che aveva dato luogo ad un parere unitario, di tutte le Regioni, fortemente critico. Ecco alcuni dei punti qualificanti del parere delle Regioni: - lasciare alle scuole autonome la definizione e l’organizzazione delle nuove funzioni di orientamento, tutoraggio, documentazione, con i relativi impegni educativi e didattici che ne scaturiscono, senza vincolare, come fa il decreto per la scuola primaria, l’orario di insegnamento dei docenti tutor, per tre anni, alle 18 ore settimanali; - introdurre nel decreto il piano per la generalizzazione della scuola dell’infanzia che il decreto dice di assicurare, rinviando ad ulteriori decreti la sua attuazione; - rafforzare le indicazioni per l’attuazione della continuità educativo-didattica nel ciclo primario; - stralciare dal decreto gli allegati che, definendo le indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati, operano un’inaccettabile identificazione fra ‘obiettivi specifici di apprendimento’ e ‘livelli essenziali delle prestazioni’. Il loro inserimento nel decreto non trova fondamento nella legge 53, la quale prevede che questa materia sia trattata con specifico regolamento. Ma le Regioni avevano unitariamente opposto al decreto anche altri motivi di contrarietà. Fra questi, l'osservazione che il decreto non tiene conto del nuovo titolo V della Costituzione che prevede che l'esercizio delle competenze esclusive dello Stato si espliciti nel dettare le norme generali. Secondo le Regioni il decreto "...dovrebbe indicare le modalità di trasferimento alle Regioni dell’organizzazione e della gestione anche del comparto relativo al ciclo primario, così come di tutto il sistema dell’istruzione… Dovrebbe indicare le quantità fisiche dei finanziamenti da trasferire alle Regioni ed agli enti locali per l’esercizio delle proprie competenze". "Sono eccezioni di fondo - osserva l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Paolo Benesperi - che sul piano politico-istituzionale affrontano il merito dei nuovi rapporti che dovrebbero instaurarsi fra Stato e Regioni nel campo della istruzione e formazione professionale: eccezioni che nel confronto sono rimaste completamente inascoltate. Il governo e il ministero continuano a non tenere conto che il federalismo introdotto nella nostra Costituzione con il nuovo Titolo V ha già modificato (senza ulteriori improbabili provvedimenti devolutori) i rapporti fra lo Stato, le Regioni, il sistema delle autonomie. Il governo, invece di promettere nuovi ulteriori assetti riformatori si misuri con i problemi delle necessarie e dovute trasformazioni già previste nell’ordinamento (la legge La Loggia, attuativa del nuovo Titolo V, è del giugno 2003, la legge Moratti è del Marzo 2003) e inizi a modificare i propri comportamenti". Le pressanti richieste di chiarezza che le Regioni hanno unitariamente rivolto al governo fino a poche ore prima della seduta della Conferenza nella quale era prevista l’espressione del parere, sono rimaste inascoltate. Di qui il parere negativo da parte delle Regioni governate dal Centrosinistra.


Letizia Moratti

Letizia Moratti