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Controcopertina: Un colpo al “mare in gabbia” a Capo D’Arco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 17 dicembre 2002

Il 5 e 10 dicembre la Capitaneria di Porto di Portoferraio e l’Ufficio Marittimo di Rio Marina, hanno verificato la presenza abusi sul demanio Marittimo e nella fascia di rispetto di metri 30 in località Capo d’Arco nel Comune di Rio Marina, all’Isola d’Elba. E’ con grande soddisfazione che accogliamo questa efficace azione della Capitaneria che interviene in un tratto di costa già segnalato da LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano nei Dossier “Mare in Gabbia” del 2001 e 2002 dove scrivevamo: “Capo d’Arco: La costa è interamente privatizzata da un villaggio per “VIP”. Una sbarra impedisce l’accesso all’area molto prima della spiaggia e della scogliera che sono a completo uso dei proprietari delle abitazioni di Capo d’Arco. E’ forse il caso più eclatante di privatizzazione della costa elbana”. Ed infatti la Capitaneria ha segnalato alla Autorità Giudiziaria le difficoltà di accesso alla spiaggia del Brigantino, una piccola spiaggia di ghiaia chiara (vedi la prima foto), ma ha anche riscontrato numerosi abusi nell’esclusivo ed inaccessibile villaggio: sulla costa (vedi la seconda foto) sono state scoperte piazzole “prendisole” in cemento e porfido, accessibili con numerose scalinate che dalla proprietà privata portano agli scogli e l’edificazione di manufatti abusivi in pietra; sulla fascia di rispetto altre costruzioni abusive, una delle quali è una tavola calda e bar. La Capitaneria di Porto ha contestato la violazione dell’articolo 734 del codice penale “deturpamento di bellezze ambientali” e sta eseguendo ulteriori accertamenti sulla presenza di altri manufatti costruiti sulla scogliera. Il nostro dossier denunciava un’altra dozzina di spiagge chiuse e privatizzate, fra le quali anche Cala dei Frati, a Portoferraio, che, nel 2001, l’Amministrazione Comunale si era solennemente impegnata a liberare entro l’inizio dell’estate 2002 ma che è ancora inaccessibile ai comuni mortali. Inoltre, sono decine le spiagge inaccessibili per scarsa manutenzione dei sentieri o non segnalate. Come risposta a questa situazione, i Piani Spiagge di alcuni comuni elbani sembrano puntare ad una ulteriore privatizzazione degli arenili più frequentati ed al proliferare di bagni e punti blu anche in spiagge selvagge e meta di un turismo tranquillo ed appartato. L’intervento della Capitaneria a Capo d’Arco fa ben sperare per il futuro, per fermare la privatizzazione e gli abusi sulle coste e restituire le spiagge a tutti i cittadini.


Capo Darco Abusi 1

Capo Darco Abusi 1

Capo Darco Abusi 2

Capo Darco Abusi 2