Torna indietro

Controcopertina - Legambiente: sul Parco Porto Azzurro fa proposte indecenti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 18 dicembre 2003

Il Sindaco di Porto Azzurro Papi (centro-destra) vorrebbe tagliare i confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, lo ha fatto mettere nero su bianco dal Consiglio Comunale (non si ha notizia di reazioni da parte dell’opposizione). Dietro la richiesta di taglio del parco non esiste nessuna spiegazione di tipo scientifico: caccia e cemento queste le uniche motivazioni che il Sindaco Papi fornisce a Regione Toscana e Ente Parco per chiedere di cancellare l’Area Protetta. Il tutto nel Comune che è stato il vero punto di partenza delle scorribande e degli abusi dell’Ingegner Coppetelli e dei suoi amici e sodali che stanno occupando le cronache giudiziarie su tutti i giornali italiani, dove si intrecciano le scatole cinesi e le preoccupanti presenze che nascondono la proprietà dell’isolotto di Cerboli, nel quale forti sono gli interessi dei Prefetti Pesce e Gallitto, nel Paese in cui il Comune ha tentato di far costruire un mega-condominio a Pontecchio, dentro il Parco Nazionale, che avrebbe cancellato una delle aree agricole più vaste e belle dell’Elba ed un panorama incantevole. Il taglio del Parco è una proposta indecente, ma anche una fissazione: il Comune di Porto azzurro deliberò già nel 2001 di eliminare dal parco circa il 65% dell’area attualmente protetta. Anche allora la scusa era la caccia: tra i problemi richiamati dall’amministrazione di Porto Azzurro per dare questa bella sforbiciata il Comune denunciava quello dei gravissimi danni (di cui nessuno ha notizia) che le lepri provocherebbero all’agricoltura elbana e, quindi, della urgentissima necessità di cacciarle. Peccato che all’Elba le lepri che andrebbero eliminate le lanciano proprio i cacciatori e queste immissioni indiscriminate hanno provocato l’estinzione della sottospecie elbana endemica della lepre italica. Ma la caccia e le lepri sono evidentemente una scusa, i veri motivi e interessi sono diventati ben più corposi e ben visibili col Piano Strutturale di Porto Azzurro: oltre a non citare mai i vincoli ed i confini del Parco Nazionale, lo strumento urbanistico adottato prevede 41.660 metri cubi di edilizia residenziale, 42.900 metri cubi di edilizia turistica e ricettiva, 13.350 metri cubi di edilizia commerciale, in più molti degli interventi previsti nel Piano non sono espressi in metri cubi e per questo non sono quantificabili; il Piano, presentato dalla passata Giunta, è però congelato da un anno e mezzo in qualche cassetto, deve ancora essere approvato in maniera definitiva dall’Amministrazione Papi che lo ritiene evidentemente ancora poco cementificatorio. Oltre a questo, il Sindaco Papi ha più volte dichiarato di non voler rinunciare al mega-residence a Pontecchio da 30.000 metri cubi e da 400 posti letto che il Parco ha bocciato e per il quale il Tribunale Amministrativo Regionale ed il Consiglio di Stato hanno respinto in maniera inappellabile il ricorso dei proprietari. Il tutto in un piccolissimo Comune che ospita una popolazione stabile da anni: 3.221 persone, compresi i detenuti del carcere, ma dove ci sono (dati censimento 2001) 731 case non occupate dai residenti, con una crescita delle seconde case del 243,19% tra il 1971 e il 2001. Il taglio del Parco in una situazione del genere vorrebbe dire dar via libera al sacco completo del territorio di Porto Azzurro. Un bell’esempio di quella politica di concertazione degli strumenti urbanistici richiesta da Regione Toscana e Provincia di Livorno; una proposta oscena dal punto di vista ambientale e immotivata da quello urbanistico che riduce a pura presa in giro della Giunta Regionale la firma del documento di riallineamento dei Piani Strutturali sottoscritto anche dal Comune di Porto Azzurro. Fortunatamente il Consiglio Comunale non sa ciò che fa: per chiedere di eliminare un Parco Nazionale istituito da un Decreto del Presidente della Repubblica e previsto in due o tre leggi dello Stato Italiano, non bastano una delibera di Consiglio o le smanie cementificatorie di un Sindaco, l’iter è ben più complicato; il Ministeero dell’Ambiente cercò di spiegarlo un paio di anni fa ai Sindaci elbani, evidentemente a Porto Azzurro sono sordi o fanno finta di non sentire, oppure sono degli incompetenti che fanno solo un po’ di gratuita demagogia. Per rimettere a posto le cose, per fermare questa folle corsa elbana a sfornare le idee più assurde e distruttive, occorrerebbe un intervento di qualcuno con un po’ di competenza e di rispetto per le leggi e le norme dello Stato, speriamo che la Regione Toscana ed il Parco, di fronte a questa ennesima proposta indecente, si sveglino.


Pontecchio

Pontecchio