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A Sciambere serio:

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 16 dicembre 2003

Nel Web elbano si stanno sviluppando delle curiose sinergie tra Elbareport e Camminando che sono concettualmente cose assai diverse, rigidamente quotidiano il primo, rigidamente forum il secondo. Ma poichè, a torto o a ragione, l'utenza ha individuato tratti di similarità, finisce spesso che tra il popolo di destra più a suo agio in casa di Fabrizio, e quello di sinistra "tanato" dentro Elbareport esista uno spazio intermedio di confronto e di sovrapposizione. Perchè è indubbio che i forum non sono giornalismo, ma è pure indubbio che siano informazione, che può pure crescere se limita la pratica dell'anonimato e taglia le punte dell'invettiva. E accade che ci scrivano non direttamente in redazione ma da Fabrizio e viceversa. Nell'ultima schermata di Camminando veniamo tirati in ballo un par di volte in un primo caso per un borrelliano invito a resistere (no problem finchè regge il fisico), nel secondo più spassosamente si ragiona di misteriosi macchinari notati presso la ex-pacaelmo che a detta del nostro sarebbero indice di realizzazioni non coperte da permessi adeguati e di attività esercitate in difetto di titoli professionali, lo spasso sta nella chiusa con l'esortazione: "Ci veda chiaro il Signor Rossi" E' l'occasione buona per sfatare qualche leggenda "cosmopolitana" e mettere a posto i ruoli. Chi scrive non ha mai avuto la vocazione a fare il poliziotto e non ne ha le capacità, è un mestiere che necessita di un grande rigore morale, conoscenze professionali nel settore e molto altro ancora, non basta essere "maledettamente legalitari" (come qualcuno ci ha fatto carico di essere) nei paesi "normali" non c'è bisogno di giornalisti che facciano la fine di De Mauro, Siani, Pecorelli. Il rapporto di collaborazione che in uno stato democratico deve passare tra operatori di Polizia e pubblici informatori deve essere intenso ma il gioco funziona se ciascuno fa correttamente il suo gioco. Le anomalie funzionali finiscono sempre in violazioni della legalità, e se i giornalisti sono costretti un giorno si e l'altro pure ad occuparsi di amministratori che intrallazzano (ad essere buoni) di imprenditori che corrompono, di funzionari che si fanno corrompere, di altissimi servitori dello Stato che tradiscono il giuramento di fedeltà alla Repubblica diventando fonti di corruttela e non organizzatori della legalità, di politici d'alto bordo che svolgono indebite pressioni, se i giornalisti, ripetiamo, debbono occuparsi ogni giorno di tutto ciò questo non è un paese normale, troppo spesso la legalità pare talvolta un optional. In un paese normale quello che ci segnalava quel signore (al quale comunque promettiamo che tenteremo di vederci chiaro), era una cosa da segnalare ad un vigile urbano, al Capo dell'Ufficio Tecnico, ad un amministratore. Se si deve giungere all'intervento della stampa che inevitabilmente (quando ci sono) finisce per dare notizie di reato, che può determinare una scesa in campo dei professionisti dell'anticrimine costretti a dare una risposta all'interrogativo "Chi controllerà il controllore?" se a ciò si deve giungere, significa che come recitava un manifesto del Maggio Rosso francese "Nessuna restaurazione la struttura è marcia" C'è bisogno di un bel punto e a capo in quest'isola, c'è da mandare a casa a calci (figuarti) in culo qualche cialtrone, da tagliare le unghie a qualche ladro, e serrare i cordini della borsa a qualche corruttore, dopo i ruoli tra istituzioni, il lavoro di giornalisti e forze dell'ordine, per fortuna, si intreccerà di meno.