Un noto (insomma, noto, diciamo noto agli addetti ai lavori)esponente diessino, di cui taciamo il nome ed il cognome per carità laica, sabato mentre si stava svolgendo una iniziativa in uno scambio di battute con una giornalista di Elbareport ha tenuto a precisare che, sì l'assemblea della Quercia di Portoferraio era stata rinviata, ma ciò non era dovuto al fatto che noi l'avessimo suggerito scrivendolo. La precisazione ci è parsa (oltre che inutilmente sprezzante nelle intenzioni) emblematica della psicosi "del Forte Apache" dei riformisti querciaioli, che ormai vedono in tutto ciò che non si allinea con i loro intendimenti e progetti una sorta di ferocissimo scotennatore. La cosa ci ha un po' divertito un po' fatto pensare, perchè dopo aver passato una vita a lavorare (ed a ricevere pure la normale razione di gratificazioni e calci in bocca) per la sinistra l'essere considerati da una importante frazione della medesima un pericolo era cosa del tutto inaspettata. Ma è anche accaduto che nello stesso giorno una persona che non conoscevamo affatto, ma che ci è parsa molto semplice, dal tabaccaio "scoprendo" chi eravamo ci abbia detto: "Ah, io lo leggo Elbareport perchè dice le cose come stanno" e morta lì. Anche quella signora ci ha fatto riflettere, in primo luogo (ma è un ragionamento un po' fine; Fratti si astenga, pensi ai parchimetri ed ai supermercati) perchè non ha fatto riferimenti personali, non ha detto "perchè scrivete le cose come stanno" ma ha continuato a riferirsi all'entità "Elbareport" che " .. scrive le cose come stanno". La cosa, oltre che farci molto piacere e compensare ampiamente la piccola (in ogni senso) cattiveria di cui sopra ci ha spiegato il perchè profondo e semplice delle moltissime incazzature che abbiamo provocato a destra ed a sinistra, e non è un modo di dire. Questa piccola cosa su cui stiamo (insieme a tante altre generose persone) sputando l'anima da più di un anno, si è conquistata nell'immaginario collettivo di una parte di quest'isola un suo ruolo, quello appunto di dire, di non sottacere, di non mettere le mutande alle notizie, e ci è tornata in mente un'altra frase scritta da Umberto in occasione del nostro primo compleanno, che consideriamo gratificante al pari di quel "dice le cose come stanno" e che suonava "una voce libera che aiuta a liberare le voci" o giù di lì. Bene quella sera non eravamo meno stanchi del solito, il bilancio economico del giornale era ancora tragicamente in rosso, probabilmente il giorno dopo se ne sarebbe incazzato qualche altro, ma la coscienza di avere percorso una parte del cammino nel verso giusto, ci ha fatto provare particolare soddisfazione nello schiacciare l'ultimo tasto, quello che manda Elbareport in rete.