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Controcopertina: Al buio contro la finanziaria, la protesta dei piccoli comuni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 11 dicembre 2003

Al peggio non c’è mai fine. L’ultima trovata del Governo Berlusconi per far cassa punta il dito contro i comuni. Saranno infatti 1700 milioni di Euro circa (secondo stime dell’Anci) i soldi che, verranno a mancare nelle casse comunali. E come sempre, saranno i più deboli ad avere la peggio. Ai comuni più piccoli, infatti, quelli che non possono contare ne su un grande potere contrattuale, ne su vaste risorse alternative, verrà meno fino al 20-30% dei contributi. E’ il caso dei paesi al di sotto dei 5000 abitanti ed ancor più di quelli al di sotto dei 3000. Sono questi i preoccupanti dati presentati da LEGAMBIENTE Toscana, Coordinamento dei Piccoli Comuni della Toscana ed ANCI. Caustico il Commento del Sindaco di Rio nell’Elba, Catalina Schezzini: “Questo è l’emblema della solidarietà ai tempi di Tremonti, secondo cui chi è povero sarà sempre più povero. E ciò vale sia per i Comuni sia per i singoli cittadini”. E proprio Rio nell’Elba è il Comune toscano più colpito dalla Finanziaria del Governo Berlusconi: il bilancio subirà una riduzione di 59.694,10 euro ben il 22,15% in meno, ma tra le prime dieci di questa pessima classifica dei tagli c’è anche un altro Comune dell’Arcipelago: Capraia, con un taglio di 32.883,34 euro e il meno 18,05%. Il provvedimento, contenuto nella finanziaria 2004, costringerà le amministrazioni locali a necessari ed immediati tagli alla spesa sociale dei loro piccoli centri, il che significa meno trasporti pubblici, meno assistenza ad anziani e disabili, meno contributi per gli affitti dei più poveri, meno asili nido, meno soldi per la manutenzione del territorio, minor qualità della vita, con conseguente spopolamento ed impoverimento delle aree in questione. E’ stata annunciata un’importante mobilitazione di protesta che coinvolgerà molti paesi toscani, ma che a detta degli organizzatori, troverà facilmente nuove adesioni in altre regioni italiane. Mercoledì 17 Dicembre, dalle ore 21 alle 21,30, molte piazze principali dei piccoli comuni toscani resteranno al buio per protestare contro i tagli della finanziaria. Se questa manovra appare infatti, contestabilissima perché rivolta proprio alle unità minime e costitutive del tessuto amministrativo, storico, culturale e sociale del nostro paese, quali sono le realtà municipali, diventa ancora più disastrosa se pensata rivolta ai comuni più piccoli, la cui sopravvivenza andrebbe salvaguardata anziché minacciata. Solo in Toscana sono ben 141 su 287 totali, i comuni al di sotto dei 5000 abitanti (praticamente mezza regione, il 72%, senza contare i molti altri poco al di sopra), 63 dei quali al di sotto dei 3000. Molti di questi paesi già da tempo, versano in situazioni di graduale impoverimento, arrivando al rischio d’estinzione a causa del conseguente abbandono dai parte dei propri cittadini. Città sempre più difficili da raggiungere, dove i servizi non ci sono e quelli che si sono costano troppo. Tanto per citare uno degli esempi più eclatanti, un indagine dell’ Irpet, rivela che solo 9 dei comuni toscani al di sotto dei 5000 abitanti può vantare un asilo nido, e nessun bambino dei 63 piccoli paesi al di sotto dei 3000 può avere “la fortuna” di frequentarne uno all’interno del proprio territorio. Legambiente da qualche anno porta avanti la campagna “Piccola Grande Italia” a favore dello sviluppo delle tipicità e dei talenti nascosti di queste dimenticate, ma costitutive maglie del tessuto socio-territoriale italiano. Questi migliaia di centri abitati minori, hanno prodotto nei secoli un patrimonio straordinario di beni culturali ed ambientali, abilità manifatturiere, saperi e sapori, che oggi appaiono (almeno nel 50% dei casi) realmente poco competitive da un punto di visto economico, vedono contrarsi da un anno all’altro servizi, scuole, presidi sanitari, esercizi commerciali. Mentre con tutta evidenza (e ci sono casi che lo confermano) la manutenzione del territorio, minacciata proprio dalla spopolamento, il turismo rurale e naturalistico, l’agricoltura di qualità, l’artigianato ed il commercio possono fornire gli strumenti più adeguati per investire su queste aree. Con questi ultimi tagli ai contributi comunali, i milioni d’italiani i quali ancora operano e risiedono in queste terre vedranno ridotti i propri sevizi pubblici e quindi la loro qualità della vita: quale miglior incentivo per abbandonare il paese? Chi abitata ancora in queste realtà andrebbe invece incentivato a restarci, perché la sua presenza negli angoli abbandonati del paese ha un grande valore sociale. Gli abitanti dei piccoli comuni infatti, concorrono a mantenere in vita, secolari culture e tradizioni che hanno fatto l’Italia, contribuiscono alla cura dei boschi e dei pascoli, alla manutenzione dei sistemi fluviali e delle acque, salvando il nostro territorio dall’abbandono a se stesso e dai conseguenti rischi idrogeologici a cui andrebbe incontro. Se i provvedimenti di taglio ai contributi comunali verranno approvati, verrà vanificato l’effetto della legge n°1174, già approvata all’unanimità alla Camera, elaborata in qualità di deputato della Margherita da Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente. Si tratta di misure volte a favorire lo sviluppo dei comuni al di sotto dei 5000 abitanti, soluzioni legislative e sgravi fiscali per favorire l’adozione di modalità innovative di gestione dei servizi scolastici, sanitari, di trasporto, commerciali e postali e favorire lo sviluppo di una giovane imprenditoria locale. Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, commenta così la situazione: “I piccoli comuni aspettano l’approvazione della legge Realacci-Bocchino per il rilancio dei servizi territoriali. La legge è stata approvata dalla Camera dei Deputati ed adesso è ferma al Senato. Invece della sua definitiva approvazione, i piccoli comuni hanno ricevuto la mannaia del Governo. La legge finanziaria prevede infatti, tagli dei finanziamenti fino al 20-30% in meno. Una vera condanna a morte. Le ripercussioni – continua Baronti - saranno gravissime: meno trasporti pubblici, meno sevizi sociali legati all’assistenza sanitaria ed agli anziani, meno asili nido, tanto per confermare l’indagine dell’Irpet. Concausa anche i tagli della finanziaria alle politiche ambientali, non ci saranno soldi per il dissesto idrogeologico del territorio e per arrestare lo spopolamento ed il degrado dei territori montani e marginali” . “Con la finanziaria 2004 i comuni si troveranno in difficoltà ad approvare il bilancio – aggiunge Francesca Vogesi, sindaco di Sambuca Pistoiese e responsabile della consulta dei piccoli comuni toscani – Faccio l’esempio di Sambuca Pistoiese che avrà un taglio del 10,34%, più di 55 mila Euro su poco più di un milione di bilancio, taglio più alto in provincia di Pistoia. Non sappiamo più che servizi tagliare , piccole realtà come le nostre hanno solo i servizi fondamentali che non possono essere decurtati. Le tariffe? Abbiamo già effettuato aumenti e non è giusto continuare ad aumentare, soprattutto a parità di prestazioni, cioè se il servizio non migliora.” E per quanto riguarda la tassa di scopo e quella commutativa, annunciate dalla Regione? “Sicuramente sono punti importanti, ma a mio avviso non risolve i problemi finanziari dei comuni, soprattutto quelli piccoli, noi abbiamo bisogno di una riforma strutturale” – conclude Vogesi Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente, si dice entusiasta delle iniziative toscane previste per la prossima settimana e coglie l’occasione per lanciare un appello alle altre regioni: “L’iniziativa toscana è ottima nelle forme e nei contenuti e va estesa a livello nazionale. Mercoledì 17 quindi, deve poter essere un appuntamento che vale per tutta la piccola grande Italia” Sul sito www.anci-toscana.it, sono inoltre consultabili tutte le tabelle sui tagli della finanziaria comune per comune


rio elba panorama case 2

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Marciana Mollette

Marciana Mollette

S.Piero  Campo Elba panorama elicottero

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