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"Rifondazione ha ragione su Porto Azzurro, la Regione intervenga"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 11 dicembre 2003

LEGAMBIENTE accoglie con soddisfazione la mozione che i Consiglieri di Rifondazione Comunista hanno presentato alla Regione Toscana sulla destinazione dei fondi per il riassetto idrogeologico spesi nel Comune di Porto Azzurro dopo l'alluvione del 4 Settembre 2002. Rifondazione contesta la scelta di spendere tutto sul fosso del Barbarossa invece che in altri torrenti che avevano fatto registrare maggiori danni. E’ singolare la coincidenza che proprio nella zona del Fosso del Barbarossa ci siano proprietà dell’ Ignegner Coppetelli, dell’ex Prefetto di Isernia Pesce, e dell’ex Prefetto di Livorno Gallitto, tutti pesentemente coinvolti nella vicenda degli scandali edilizi elbani, e che nella stessa zona ci siano proprietà di amministratori in carica. E’ strano che si scelga di concentrare le opere di difesa idraulica e sulle aree che dovrebbero essere cementificate con il nuovo Piano Strutturale. Infatti, la mozione di Rifondazione Comunista potrebbe essere l’occasione per capire cosa sta succedendo al Piano Strutturale di Porto Azzurro e cosa intenda fare la Regione Toscana per difendere davvero il territorio di Porto Azzurro e in particolar modo la fascia costiera dove le previsioni di nuove edificazioni sono diffuse e ancor più preoccupanti che nella sola Barbarossa. LEGAMBIENTE ha presentato le proprie osservazioni al Piano Strutturale nel lontano 14 giugno 2002, da allora il Consiglio Comunale non ha più discusso il Piano e le osservazioni. Eppure la legge 5 della Regione Toscana dice che i cittadini e le associazioni hanno 30 giorni di tempo per prendere visione del Piano Strutturale depositato all’Albo, poi ci sono altri 30 giorni di tempo per presentare osservazioni; entro 90 giorni dalla scadenza del deposito “il Comune si pronuncia nuovamente sul progetto provvisorio, confermandolo o apportando modifiche conseguenti alle osservazioni pervenute”. Però, dopo le osservazioni sono passati 15 mesi e il Consiglio Comunale non è mai più stato convocato per discuterle ed il Piano di Porto Azzurro (così come quello di Campo nell’Elba) non è più riemerso dal cassetto in cui è confinato, violando così la legge regionale ed i diritti dei cittadini ad avere una risposta alle loro istanze e le competenze di Provincia e Regione. Qualcuno pensa di intervenire per ristabilire l’iter previsto dalla legge? Eppure il Piano Strutturale di Porto Azzurro fa previsioni preoccupanti per il secondo più piccolo Comune per estensione territoriale dell’Elba (uno dei meno estesi dell’intera Toscana): 41.660 metri cubi di edilizia residenziale, 13.350 mc di edilizia commerciale e produttiva, 49.200 mc di edilizia ricettiva e turistica, per un totale di 97.910 mc. a cui vanno aggiunti molti e massicci interventi previsti nel Piano che, stranamente, non sono quantificabili in metri cubi. Inoltre il Piano Strutturale, oltre ad ignorare l’esistenza del Parco Nazionale su gran parte del territorio Comunale, ripropone il mega-condominio-albergo a Pontecchio, un ecomostro da 400 posti letto che dovrebbe sorgere in piena area protetta e che è già stato bocciato da TAR e Consiglio di Stato. Il perverso e spregiudicato meccanismo clientelare-propagandistico lo ha spiegato bene il 5 dicembre Mauro Febbo, l’ex Presidente della Comunità Montana travolto dallo scandalo Montecarlo, in un’intervista ad un noto giornale toscano (IL TIRRENO), dice Febbo, ex Consigliere ed ex Assessore Comunale di Forza Italia a Porto Azzurro: “un Piano Strutturale che ha passato soltanto la fase dell’adozione non è ancora niente. Allora succede che una Giunta Comunale per non perdere i potenziali consensi elettorali che potrebbero giungere da chi ha fatto domanda di costruzione, nel piano ci mette tutto. E’ normale, a togliere cemento ci penseranno poi Provincia e Regione” e ancora “ I terreni acquistati dal Prefetto Gallitto sono inseriti in una grande area edificabile ma quel Piano fa previsioni di edificabilità un po’ ovunque, persino sotto il Monte della Croce. Abbiamo fatto così per evitare compravendite strane e per accontentare un po’ tutti”. Questa è la squallida politica che muove i nostri Amministratori, proprio un bell’esempio di programmazione urbanistica e di sviluppo sostenibile nel rispetto del PTC Provinciale e della legge 5. La Regione e la Provincia colgano davvero l’occasione che si presenta con l’interrogazione di Rifondazione Comunista e mettano finalmente il naso in un Comune sfigurato da una crescita urbanistica incontrollata e che ha visto trafficare molti degli indagati eccellenti di questi giorni e che è stato teatro di abusi eccellenti e tentativi di colossali speculazioni edilizie.


alluvione porto azzurro 9 settembre

alluvione porto azzurro 9 settembre