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Porto Azzurro: I fondi del dopo alluvione spesi sul fosso dei soliti noti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 10 dicembre 2003

I Consiglieri del P.R.C. della Regione Toscana Mario Ricci e Giovanni Barbagli hanno presentato al Presidente Claudio Martini una interrogazione a risposta scritta che ha per tema il primo programma di interventi per la riduzione del rischio idrogeologico all’Isola d’Elba. Nella premessa i consiglieri di Rifondazione fanno riferimento alla alluvione del 4 settembre 2002 quando l’Isola d’Elba fu investita da un violento nubifragio, che provocò gravissimi danni materiali diretti e indirettamente una vittima: "Tale evento - si legge nel documento - suscitò allora e tuttora alimenta una riflessione sull’uso del territorio dell’Isola, di alto pregio paesaggistico e ambientale e oggetto di intensa attività turistica.La devastazione del nubifragio fu senza dubbio favorita, infatti, da precedenti attività di urbanizzazione ed edificazione, delle quali si citano a mero titolo di esempio gli accessi ad abitazioni condonate, ricavati nell’alveo di ristretti torrenti. La cura del territorio impone che tali gravi incongruenze non si ripetano, preoccupazione che stava al centro della deliberazione GRT 30 settembre 2002, n. 1054, recante “Misure cautelari a seguito degli eventi calamitosi nell’Isola d’Elba ai sensi art. 12, L.R. 16 gennaio 1995 n. 5”." Ma se la prima parte del documento dei consiglieri PRC sembra dare atto alla Regione di aver assunto provvedimenti di emergenza ispirati ad una messa in sicurezza del territorio, è la fase attuativa che non convince gli interroganti, che proseguono con un chiaro riferimento al versante di Porto Azzurro dell'indagine mossa dal caso degli "Abusi Eccellenti", criticando le scelte compiute: Si registrano tuttavia episodi sui quali concentrare l’attenzione, quali le più che sospette operazioni di compravendita e di destinazione d’uso urbanistico di appezzamenti nel Comune di Porto Azzurro, sulle quali sta indagando la Magistratura. Tali operazioni interessano in particolare le aree poste in località Barbarossa, appunto nel Comune di Porto Azzurro (il quale fu colpito da un’alluvione già nel 2000). La Giunta Regionale Toscana, con propria deliberazione 4 agosto 2003, n. 830, individua il “Primo programma di attuazione degli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico”. Nel Comune di Porto Azzurro, tali interventi si riferiscono alla località Barbarossa e non riguardano, per esempio, la Valle del Botro né il Fosso Reale; inoltre, gli interventi preventivati, concentrati in zona Barbarossa, appaiono in contraddizione con le misure contenute nella citata deliberazione n. 1054, tese ad evitare urbanizzazioni ed edificazioni nell’ambito dell’alveo di fossi e torrenti. I sottoscritti Consiglieri regionali interrogano la Giunta regionale per conoscere quali siano i criteri, in base ai quali la località Barbarossa del Comune di Porto Azzurro risulta destinataria degli interventi prioritari descritti in premessa". Per meglio intendere il problema posto dai consiglieri di Rifondazione è opportuno osservare la bozza cartografica dell'area interessata che pubblichiamo tenendo conto che: - la ZONA A risulta svincolata da DGRT n.830/2003 e vi è prevista dal vigente Piano Regolatore Generale, una grossa lottizzazione progettata da Ing. Coppetelli, e nelle vicinanze si trovano anche altre proprietà che fanno capo ad amministratori comunali in carica. - la ZONA B è interessata dalle ultime vicende giudiziarie (Gallitto-Pesce-Coppetelli) dove il Piano Strutturale (in corso di approvazione) prevede sostanziose Possibilità Edificatorie. Papale papale si contesta quindi una scelta del Comune, ma avallata anche dalla Regione Toscana, di un'area d'intervento dove si andranno a compiere nuovi lucrosi interventi edificatori che peraltro sono stati fortemente contestati dagli ambientalisti. E la concentrazione di lavori sul Barbarossa è andata a scapito del livello di sicurezza degli altri due corsi d'acqua a rischio, ed in particolare quello del Botro, che infilza l'abitato Longonese, e sul quale ci sarebbero ancora da compiere altri lavori per oltre un milione di euro. "Bastava tenere conto delle richieste di risarcimento presentate dai cittadini danneggiati dall'alluvione - ci dicono da Porto Azzurro - per rendersi conto quale doveva essere la vera scala delelle priorità dell'intervento".


Mappa barbarossa

Mappa barbarossa