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Il Canile sopra i miasmi della discarica

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 16 dicembre 2002

Dobbiamo ritornare, nostro malgrado sulla questione del nuovo canile comprensoriale. Sembra che all’Elba sia veramente difficile individuare un sito che risponda ad opportuni criteri ambientali, igienico-sanitari e logistici. Si è infatti passati dalla proposta di Calamita, impraticabile come la strada per raggiungere il sito, a quella della discarica di Literno, che, come ci era stato assicurato in un primo tempo, avrebbe dovuto essere un’area completamente bonificata. Purtroppo è bastato un sopralluogo per verificare che nella zona destinata al canile si trovano grossi camini, che ci è stato detto non essere attivi, per lo sfiato dei gas dei sottostanti rifiuti, ma, soprattutto, che il futuro canile dell’Elba dovrebbe sorgere nelle immediate vicinanze della discarica ancora coltivata. Non ci è difficile immaginare la condizione in cui si verranno a trovare cani, operatori e visitatori in una calda giornata estiva, con le tonnellate di rifiuti in fermentazione che quotidianamente vengono trattate nell’impianto. Sembra che l’equazione “canile uguale degrado” continui a dominare le scelte di chi amministra la nostra isola: si cerca di associare una struttura di ricovero e cura per animali abbandonati ai posti meno accessibili o più feriti dalla mano dell’uomo, dimenticandosi, o non volendo considerare, che il canile può e deve essere un luogo di aggregazione e di cultura dove, ad esempio, le classi delle scuole possano trovare spunti di discussione, un parco dove poter portare i propri bambini a visitare i cani meno fortunati o organizzare feste, un centro dove le persone che hanno bisogno di sostegno possano fare, attraverso il contatto con gli animali, nuove esperienze emotive. Se con i ridottissimi mezzi di una piccola associazione di volontariato siamo riusciti a realizzare tutte queste iniziative al Canile Ex-Macelli di Portoferraio, siamo convinti che, con una maggiore attenzione alla localizzazione e con le risorse che i Comuni elbani possono impegnare, si possa fare di più e meglio: è solo una questione di scelte, delle quali chi ci amministra dovrà rendere conto alla collettività. Non si deve dimenticare infine l’aspetto commerciale: il canile comprensoriale sarà dotato di una pensione per cani che potrebbe portare un valido sostegno economico alla gestione; costruire la struttura in una zona non idonea ne penalizzerebbe sicuramente l’attività. Il canile si deve fare e presto, ma questo non vuol dire che si debba dare per buona la prima ipotesi che viene buttata sul tavolo. Individuare un’area baricentrica, facilmente raggiungibile e non degradata rimane la condizione prioritaria per la realizzazione del canile comprensoriale e, per quanto ci riguarda, continueremo ad opporci a scelte fatte sulla pelle degli animali e delle persone che dovranno accudirli.


Michele alessi canile

Michele alessi canile