“Questa legge esprime la perfetta sintonia tra l’assemblea regionale e la stragrande maggioranza della società toscana che si è dichiarata apertamente contraria al condono edilizio”. Così il presidente della Regione Claudio Martini commenta l’approvazione in Consiglio regionale della legge che conferma la validità della normativa regionale in materia edilizia e, in questo modo, ‘sterilizza’ gli effetti del condono in Toscana. “In questi mesi – spiega il presidente – la quasi totalità dei soggetti politici, culturali, economici, sociali, accademici che operano in Toscana ha espresso il suo netto rifiuto rispetto a questa scelta del governo, che tollera e, in prospettiva incoraggia l’abusivismo. Il condono è basata sul fatto che le Regioni non abbiano una loro normativa. Ma in Toscana una normativa che regola la materia c’era già: oggi il Consiglio regionale ha confermato quella impostazione”. “Questa legge – sottolinea l’assessore al territorio Riccardo Conti - riafferma il principio del governo del territorio: per rispondere alle legittime esigenze di sviluppo della nostra regione occorre una pianificazione attenta, efficiente, snella, aperta alla società e ai cittadini e non una misura ingiusta, inutile e dannosa come il condono. Il condono è ingiusto perché premia i furbi a scapito degli onesti, inutile, perché se consente allo Stato di far cassa, porta Regioni e Comuni a sostenere spese superiori, dannoso perché tollera l’illegalità di chi con l’abusivismo ferisce l’ambiente e il paesaggio”. Conti evidenzia che la legge approvata oggi se contrasta con forza l’illegalità e i grandi abusi, conferma il regime sanzionatorio per i piccoli abusi: “Se vi sono piccole opere interne da risanare, difformità spesso involontarie, la legge permette di sanarle”. Oltre alla norma approvata oggi l’altro strumento con cui la Regione si oppone al condono edilizio è il ricorso, presentato alla Corte Costituzionale. “Siamo certi delle nostre ragioni: con il condono lo Stato ha invaso le competenze a noi riconosciute dal nuovo Titolo V della Costituzione. Entro 60 giorni, comunque, la Suprema corte dovrà pronunciarsi. In questa fase vorrei consigliare ai cittadini toscani interessati un atteggiamento di attesa. Se dovete istruire una pratica, è bene aspettare che vi sia piena chiarezza. E la chiarezza arriverà con la sentenza”.
Claudio Martini