Non ce l’ha fatta. Non ha retto alla notizia. In un primo momento, come in tutti i passaparola, aveva creduto che la frase gli fosse arrivata storpiata: “svendono le Ghiaie”. “No, sono l’ultimo platano del viale, - si era detto - sicuramente con il rumore dell’incrocio ho capito fischi per fiaschi.” Per riprendersi da un primo spavento aveva cercato di girare lo scherzo ai Pini di Via Ninci, però non li aveva trovati. “O dove sono andati?” – aveva chiesto allora alla palma di Piazza Marinai d’Italia. “Mah, li hanno portati insieme ai pitosfori dei giardini, e alle magnolie della Calata. In un posto, dicono, dove vanno gli alberi stanchi.” Il Platano si era un po’ rabbuiato, poi però aveva pensato che per lui non sarebbe andata troppo male, in fondo si trovava già all’ingresso di quel viale dove passeggiano nonni e nipoti, e qualora lui fosse andato in pensione lì lo avrebbero lasciato. Pensionato più, pensionato meno, non se ne sarebbe accorto nessuno. Ma si ripete il giochino del passaparola tra gli alberi, e di nuovo quella frase insieme al sibilo autunnale: “Svendono le Ghiaie, ad un privato”. Il vecchio cuore di platano ha un sussulto: “ma come? E il verde pubblico?” “Ci hanno messo sopra un francobollo e così può diventare un albergo”- risponde la solita palma informatissima. A questo punto il vecchio platano non ce la fa più, sente mancarsi le radici, gli girano tutti i rami, ma non oppone resistenza, meglio morire in tempo, con ancora il ricordo del cocomeraio sotto le foglie. Tonfa a terra e amen. Meglio morire da platano di tutti , che da francobollo di una rara collezione privata.
platano ghiaie caduto