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Controcopertina: Duro attacco PRC al Direttore del Carcere di Porto Azzurro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 26 novembre 2003

Il nuovo direttore della casa Circondariale di Porto Azzurro non solo sta creando inutili tensioni tra il personale di custodia e fra gli stessi detenuti, ma addirittura mette in atto azioni repressive (trasferimenti, devastazioni delle celle e altre intimidazioni) proprio nei confronti di quei detenuti che si erano distinti con grande disponibilità per un dialogo fra detenuti e personale di custodia e addirittura con la stessa direzione del carcere. Proprio uno di questi detenuti, Gilberto Brega che si era adoperato in questi mesi per una organizzazione pacifica delle proteste dei detenuti in ordine alla condizioni igieniche, alle garanzie dei diritti dei detenuti per contatti con i familiari e con i rispettivi legali, per facilitare i rapporti con le diverse etnie, si è visto trasferire ad altro carcere senza alcun motivo. Da qui la interrogazione urgente alla Giunta e la decisione della prossima visita che come consiglieri di R.C. faremo venerdì 2.12 al carcere di Porto Azzurro e la richiesta di interrogazione parlamentare che l’o. Pisapia presenterà alla Camera. Il Capogruppo di RC Giovanni Barbagli il testo della interrogazione Declino preoccupante e drammatico della casa Circondariale di Porto azzurro e responsabilità della nuova direzione del carcere. Premesso che, fino a qualche mese fa la casa circondariale di Porto azzurro era considerata una struttura modello per l’amministrazione penitenziaria in generale e per quella regionale in particolare. Preso atto che questo clima e questa fiducia era stata confermata dalla recente visita che l’interrogante aveva effettuate e nella quale erano emersi segnali positivi da parte del direttore Dott. D’Andria ma anche da parte del personale di custodia e degli stessi detenuti con i quali erano stati avviati progetti come quello del museo criminologico, della falegnameria, della stamperia, delle visite guidate etc. Rilevato come alcuni segnali di criticità erano emersi in ordine al peggioramento delle condizioni di vita dei detenuti e dei ritmi di lavoro degli stessi agenti di custodia, ma proprio dal buon rapporto che si era creato con il direttore dr. D’Andria e con gli stessi responsabili degli agenti di custodia era realisticamente auspicabile che superate alcune difficoltà organizzative si potessero concretizzare i progetti in cantiere e migliorare quindi le condizioni di vita e le giuste aspettative dei detenuti. Preso atto invece del precipitare degli eventi che hanno interessato in questo ultimo mese di novembre la direzione del carcere che ha visto il trasferimento del direttore ad altra sede, con l’arrivo di un nuovo direttore del carcere e del responsabile degli agenti di custodia si è creato un pericoloso stato di tensione che è degenerato nell’inasprimento dei rapporti tra personale di custodia e detenuti avvelenando i rapporti tra le diverse etnie, peggiorando le condizioni di vita e di lavoro degli stessi agenti con doppi turni, rottura di rapporto tra educatori ed agenti e addirittura siamo arrivati a provvedimenti gravi con il trasferimento di detenuti che pure svolgevano funzioni delicate come quelle del raccordo tra la direzione e la popolazione carceraria e l’irruzione nelle celle di alcuni detenuti con la messa a soqquadro delle suppellettili e ciò allo scopo di creare inutili tensioni e aggravamento inutile della situazione generale. Premesso quanto sopra chiedo: 1. Alla Giunta le valutazioni che intende esprimere su questa grave e delicata situazione che si è venuta a determinare nella Casa Circondariale di Porto Azzurro 2. Che la Giunta intervenga nei confronti del Provveditore Regionale per gli istituti di Pena per fare piena luce sui fatti denunciati in premessa accertandone le responsabilità 3. Che la Giunta intervenga presso il Ministero di Grazia e Giustizia per ripristinare in questa struttura carceraria della nostra regione le condizioni che avevano portato a fare di Porto Azzurro un carcere modello e quindi che sia data continuità ai progetti avviati da tempo e che interessavano il programma educativo e lavorativo mirato al recupero dei detenuti, che siano garantite ai detenuti di Porto Azzurro quelle condizioni e quei diritti che avevano caratterizzato in questi anni le varie direzioni che si erano alternate alla responsabilità del carcere, che siano infine affrontate le difficoltà degli organici del personale di custodia e degli educatori.


carcere studenti scuola convegno

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carcere porto azzurro

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