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L'ombra delle praterie di posidonia in fiore

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 25 novembre 2003

La posidonia (Posidonia oceanica) è nota a tutti per le foglie, nastriformi, che troviamo a volte in grandi accumuli sulle spiagge, che testimoniano delle estese praterie, visibili da lontano come caratteristiche chiazze scure, di questa fanerogama marina. Fanerogama vuol dire “che si riproduce con i fiori”. La posidonia infatti non è un’alga (anche se i nostri dialetti tirrenici così la chiamano: aliga, alipa…) ma una vera pianta, con radici, fusto, foglie e… fiori e frutti. Fino a pochi anni fa, per la precisione fino al 1982, si pensava che la fioritura della posidonia non fosse possibile nell’Alto Tirreno: in pratica, si credeva che a nord di Roma la posidonia si riproducesse solo per via asessuata, per stolone. Tuttavia in quell’anno, proprio all’Elba e per la precisione a S.Andrea, Cinelli e Salghetti-Drioli riferirono dell’inatteso evento: la posidonia può fiorire anche alle nostre latitudini. Il fenomeno, successivamente, è stato osservato sporadicamente in altri tratti del litorale toscano. Cinelli, in un testo del 1995, menziona altre fioriture dal 1991 al 94, sia nelle isole dell’Arcipelago (Gorgona, Pianosa, Capraia, ancora l’Elba (Cavo) ed anche alla Meloria), sia lungo il litorale, da sud (Argentario, Talamone) fino a Livorno, passando per Baratti, Follonica e Vada. Nel 1998, ho osservato la fioritura della posidonia a Giannutri. Si trattava, comunque di fenomeni sporadici e localizzati. Quest’anno, pare che buona parte della prateria di posidonia, per lo meno della costa settentrionale dell’Elba, sia in fioritura. L’evento sembra eccezionale per l’estensione del fenomeno. Ho potuta osservarla, con gli amici del Circolo Sub “Il Careno” a S. Andrea ed altri amici me lo confermano per la Punta della Madonna e dintorni (Elba Diving Center, di Marciana Marina) e per l’Enfola e lo Scoglietto di Portoferraio (Circolo Teseo Tesei, di Portoferraio). Sarebbe interessante raccogliere informazioni sul versante meridionale e sul Canale di Piombino. Sulle cause del fenomeno ovviamente posso solo speculare, ma che quest’anno la temperatura dell’acqua di mare sia stata più elevata del normale pare evidente (almeno ai sub…). D’altra parte, il legame tra fioritura della posidonia e temperatura dell’acqua sembra confermato dal fatto che il fenomeno è assolutamente normale lungo le coste meridionali del Mediterraneo. Sarebbe utile anche monitorare come procede il processo, ad esempio monitorando la produzione dei frutti (simili a grosse olive verdastre, li vedremo galleggiare la prossima primavera) e l’eventuale germinazione ed attecchimento. La posidonia è, probabilmente, la singola specie più importante degli ecosistemi costieri del Mediterraneo. Tra le sue fronde albergano, letteralmente, migliaia di organismi (grandi e microscopici, animali e vegetali) e la prateria svolge un ruolo importante sia per la produzione di alimento (soprattutto per animali detritivori: ben pochi sono quelli che si nutrono della pianta viva, fibrosa e dal contenuto “tossico”), che per la produzione di ossigeno. Inoltre, la posidonia ha un ruolo fondamentale nella protezione della fascia costiera dall’impatto erosivo delle onde: quando si sente parlare di ripascimenti delle spiagge, troppo spesso si ha a che fare con una prateria di posidonia, antistante la spiaggia, danneggiata. I nemici della posidonia sono la pesca a strascico, la torbidità dovuta ad interventi sulla fascia costiera (edificazione di strade, porti, urbanizzazione, scarichi) e agli ancoraggi che creano buche che rendono fragile la prateria. Che la posidonia fiorisca all’Elba è, come detto, evento raro ma certo non allarmante. Tuttavia, le dimensioni apparentemente ampie del fenomeno in atto fanno pensare, con la speranza di essere smentiti, alla conseguenza di un cambiamento climatico. Potrebbe essere importante quindi monitorare, quest’anno e negli anni a venire, l’estensione di un fenomeno certamente inconsueto. Vorrei invitare l’Ente Parco a svolgere un ruolo di coordinamento, coinvolgendo da un lato gli esperti delle Università e dall’altro quei sub elbani che vorranno offrirsi come “sentinelle” per segnalare il fenomeno. Sono certo che in tanti sarebbero disponibili per questo compito, semplice e gratificante.


posidonia piante mare sub

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