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Cessione della Ghiaie:le mille contraddizioni ed i “doveri” di un Sindaco

Scritto da : Daniele Palmieri
Pubblicato in data : lunedì, 24 novembre 2003

“Devo, devo vendere” queste le parole che risuonano ancora oggi nelle orecchie di chi ha partecipato al Consiglio Comunale di Portoferraio del 12 novembre. Il Sindaco Ageno “doveva “ vendere le Ghiaie per forza . E stava assolvendo ai suoi “doveri” ( ci sia consentito un uso ripetuto, ma necessario, del virgolettato) nella maniera più prepotente, utilizzando le vie più brevi. Tutta la preoccupante umanità di cui poteva disporre – consiglieri, tecnici e segretari comunali- mossi e manovrati all’unisono per un solo scopo: cedere i terreni delle Ghiaie per un prezzo ridicolo ad una privato. Niente dubbi, nessuna risposta nel merito, nessuna considerazione sull’opportunità: solo un furioso procedere a suon di delibere proposte e ritirate, di perizie assai datate e con un condimento di pareri. Quello mancante della commissione demanio, in violazione dell’articolo 52 del Regolamento di funzionamento delle commissioni, e quello della Segretaria Fusco, la quale meravigliava la platea con un doppio salto carpiato all’indietro per dimostrare che una richiesta di chiarimenti equivaleva ad un parere. Ma la regina del Circo Barnum Ageno si confermava l’Architetto Sandra Maltinti che, con le sue modifiche “last minute” alla delibera di cessione, faceva un triplo carpiato in avanti, seguito da un disinvolto “mortale “ all’indietro. Ma come tutte le acrobate la Signora scopriva le mutande e mostrava al pubblico le sue “caste vergogne”. Proporre al Consiglio una delibera modificata all’ultimo momento, poteva avere un solo effetto, pienamente raggiunto: quello di far insospettire tutti. Le modifiche apportate all’ultimo momento riguardavano in primo luogo la pretesa esistenza di un “diritto di superficie” costituitosi “di fatto” a favore della Società Le sirene. Peccato che il diritto in questione non può essere acquisito che in certe forme e non di fatto. Che cosa doveva essere coperto rispetto alla prima versione ? Ci pare chiaro: la Maltinti la notte ha avuto un’illuminazione, ovvero ha avuto il forte sospetto che la vendita non riguardi più solo i terreni ma anche gli immobili, forse divenuti proprietà comunale per accessione. Già, perchè l’effetto della delibera Pardi-Chiari del 1984 è duplice. Con questa si passano i due terreni al patrimonio disponibile, ma l’effetto collegato è che decade la concessione di suolo pubblico rilasciata ai Cioni e rinnovata nel 1981. Sul demanio disponibile non si concedono suoli, si affittano o si danno in diritto di superficie. Ma nessun contratto di locazione, nè di costituzione di diritto di superficie viene mai redatto. L’Architetta deve aver avuto paura: ha in mente, infatti, una certa parte della perizia estimativa dell’Ing. Battaglini (1994) che recita: “E’ parere del Sottoscritto (...)che nella fattispecie la stima debba avere quale oggetto solo il terreno e non le costruzioni edificate sopra lo stesso (ndr, excusatio non petita..., visto che la perizia richiesta riguardava i terreni soltanto). Secondo gli indirizzi della giurisprudenza (...) le costruzioni edificate sul suolo demaniale (o patrimoniale indisponibile) deve ritenersi acquisita ipso iure al demanio al momento della scadenza della concessione anche se questa è rinnovata.” E Battaglini conclude pero’ che allo stato attuale secondo quanto risulta a lui, la concessione rinnovata nel 1981 è ancora operante. Bene, la delibera Pardi, come abbbiamo già detto, la concessione l’ha fatta decadere. I Cioni forse non hanno più titolo per occupare da almeno 19 anni. Cattivi pensieri di bolscevichi ? Illazioni degne dei comitati cattivissimi che non amano Ageno ? No, no. A pensare questo è la stessa Architetta che il 26 marzo 2002 ha scritto una raccomandata alla Soc. Le Sirene che contiene molte chicche tra le quali quanto segue:” Si rappresenta preliminarmente, (...) che le SS.LL. occupano senza titolo due aree del patrimonio disponibile del Comune di Portoferraio (...)”. Rileggere quanto dice Battaglini –deve ritenersi acquisita ipso iure....- per capire di chi sono oggi gli immobili delle Sirene. Ma la lettera maltintiana-ageniale del marzo 2002 contiene ben altro ancora. Leggiamola: “ Per chiarezza si aggiunge inoltre che non sussistono, da parte dell’Ente, volontà ed interesse ad alienare i terreni in questione, interclusi nel piu’ ampio comparto del patrimonio pubblico indisponibile (Giardini delle Ghiaie).” Siamo solo ai primi due paragrafi della lettera e già si afferma che 1) I Cioni occupano abusivamente i terreni -e quindi i fabbricati non sono più loro- 2) il Comune non vuole vendere i terreni perchè facenti parte dei Giardini delle Ghiaie. Uniamoci un’altra chicca: “Ogni pretesa di acquisto deve peraltro indendersi superata anche per la mancanza dei requisiti, dettati dal regolamento delle procedure di alienazione dei beni immobili comunali, per l’avvio della trattativa privata”. Ed in effetti la Maltinti ha ben presento il Regolamento, approvato solo poco tempo prima (ottobre 2000) ed il pensiero del Sindaco Ageno che in tale occasione ebbe ad affermare (lettori, teniamoci forte alla sedia!): “Portiamo un esempio: per le Ghiaie c’è un diritto di superficie (falso, ndr) e c’è un diritto di proprietà (dei Cioni sugli immobili, ndr): perchè deve concorrere solo chi ha la proprietà? Diamo la possibilità a tutti di partecipare, per il Comune mi sembra più logico”. Ragionamento impeccabile. Peccato che poi Ageno e Chiari abbiano fatto l’esatto contrario. In conclusione, il Sindaco ancora non ha spiegato perchè aveva il dovere di vendere. Oggi sappiamo che atti molto recenti della sua amministrazione esprimevano concetti opposti a quanto deliberato il 12 novembre. Ageno sapeva che gli immobili ormai erano presumibilmente acquisiti al patrimonio ipso iure (lo dice in sostanza la Maltinti ai Cioni nel 2002). Ageno sapeva di non poter vendere a trattativa privata. E invece lo ha fatto e con sconti enormi (danno erariale ?) e con procedura d’urgenza. Perchè l’affare fosse perfetto (non certo dal lato del Comune) mancava un tassello: che i terreni cambiassero destinazione urbanistica, da verde pubblico ad edificato. Così si sarebbe reso possibile un ampliamento del 30%. Ci ha pensato la Signora Maltinti, apponendo il classico francobollo nel regolamento urbanistico. La lettera del 26 marzo 2002 dimostra che Mimì-Maltinti e Cocò-Ageno sapevano molte cose. Nel giro di pochi mesi hanno cambiato idea. E’ LORO COMPITO SPIEGARE PERCHE’. QUESTO E’ DAVVERO UN LORO “DOVERE”.


Ageno giovanni sindaco portoferraio

Ageno giovanni sindaco portoferraio

ghiaie sirene pf

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