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Obiezione d'incoscienza?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 18 novembre 2003

Vorremmo spezzare una Skoda (una Lancia sarebbe troppo) in favore del sindaco Ageno, accusato delle colpe più indegne per la vendita delle Ghiaie. Sia chiaro: la decisione in sé è dissennata; ma la finalità che vi è nascosta può costituire un’attenuante da far pesare nel giudizio finale. Dunque, veniamo ai fatti. Il Sindaco e la Giunta decidono di vendere un terreno alle Ghiaie per una cifra ridicola, considerati il posto e la possibilità di ampliamento degli stabili costruiti sull’area di proprietà del Comune. L’Acquirente ritiene di essere proprietario degli stabili stessi, e lascia intendere che l’acquisizione dell’area di fatto ‘perfeziona’ un suo diritto acquisito: abbiamo fondatissimi dubbi che le cose stiano davvero così, ma per il nostro discorso non interessa, ed è materia dei giuristi. Certo è che la decisione di vendere è impopolare, perché il popolo potrà essere ignorante ma non è del tutto minchione (se no non si direbbe “vox populi vox Dei”: Grittini, noi ci capiamo!); e neppure lo show televisivo del dott. Ageno lo incanta più che tanto. Ma lui va avanti, senza badare a formalità e a opportunità: si deve vendere e si vende. Già. Ma perché tutta questa fretta e tutta questa insistenza? La risposta ce l’offre la nuda e cruda cronaca del Consiglio Comunale che ha deliberato l’inopinata alienazione del bene pubblico. Polemiche o non polemiche, si va al voto; e allora si scopre che i voti sono undici contro dieci: Si sapeva, direte voi. Si sapeva, ma non si capiva; ora si capisce: la maggioranza di Ageno è di un solo voto, tanto che ha dovuto partecipare alla votazione anche una persona che ha interessi personali collegati all’Acquirente… Ecco il punto. Se il sindaco Ageno non avesse messo in votazione la delibera che stava tanto a cuore (diciamo così) all’Acquirente, siamo sicuri che avrebbe ancora la maggioranza? Vogliamo dire: siamo sicuri che il consigliere con interessi personali collegati all’Acquirente, venuto a cadere il provvedimento che a quello stava tanto a cuore (diciamo così), avrebbe continuato a votare con la maggioranza? O non l’avrebbe piuttosto punita per lo sgarbo facendole mancare il suo voto e provocandone così la caduta? Insomma: Ageno non ‘poteva’ rifiutarsi di porre in votazione la vendita delle Ghiaie, altrimenti la sua Giunta sarebbe caduta e tutti se ne sarebbero andati a casa. Capite? Ha agito così solo per non farla morire. La sua colpa, se è colpa, è solo quella: “accanimento terapeutico amministrativo”. Si può essere d’accordo o in disaccordo: ma Ageno è medico, e deve rispondere solo alla sua coscienza se decide di non staccare le ‘macchine’ che tengono in vita questa Amministrazione dall’encefalogramma ormai piatto. Ha voluto dargli un altro momento di vita artificiale, ma orami la condanna è segnata. Patti chiari, però, dott. Ageno: niente donazione di organi. La prossima Amministrazione ha da esse’ nova di trinca.


Primula Rossa Fiori Piante

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