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A Sciambere: Rigoletto portoferraiese

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 18 novembre 2003

E’ il 16 Ottobre 2000, a Portoferraio nella Sala del Consiglio Comunale, di cui è in corso una seduta, si sta affrontando la discussione su un punto all’ordine del giorno assai importante il “Regolamento delle procedure di alienazione dei beni immobili di proprietà comunale”. Il verbale della discussione riempie sei pagine, ma non siamo così sadici da infliggere la lettura di un simile pippettone, ci interessa solo riportare testualmente solo poche frasi che furono pronunciate in aula: “Sull’esempio che hai fatto tu, non sono d’accordo, portiamo un esempio: per le Ghiaie c’è un diritto di superficie, e c’è un diritto di proprietà; perché deve concorrere solo chi ha la proprietà? Diamo la possibilità a tutti di partecipare, per il comune mi sembra più logico”. Già, e sembra più logico anche a noi, quindi i lettori immagineranno che, a pronunciare quelle frasi dedicate agli stessi 619 mq edificati di cui si è discusso nell'ultimo consiglio, che ha dato alla giunta la licenza di svendere, sia, in quel 16 Ottobre 2000, un consigliere di opposizione. Niente affatto, chi parla è il dott. Giovanni (detto Giancarlo) Ageno in persona dal suo scranno di Sindaco di Portoferraio di fresca elezione. C'è un luogo comune, la cui frequentazione logica è stata accentuata dalla popolarità di un'aria lirica particolarmente orecchiabile: "la donna è mobile qual piuma al vento, muta d'accento e di pensier" particolarmente immotivato, poichè sulla linea della storica coerenza delle donne l'umanità è fino ad oggi sopravvissuta alla sua stessa barbarie; c'è un luogo comune dicevamo da cancellare per dire che "mobili qual piume al vento" sono i giullari mimetizzati dalla giacca blu, le mezze tacche che s'improvvisano politici, la gente "decorosa" di fuori e fatta di niente dentro, gli "involucri" che basta un soffio a farli volare via.


Rigoletto

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