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A Sciambere del rombare nei boschi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 29 marzo 2012

La scorsa domenica si è svolto all'Elba la terza prova del Campionato Regionale di enduro, era dal 1981 che non si svolgeva una gara ufficiale di enduro all'Elba, per l'occasione sono arrivati 223 piloti che hanno partecipato alla competizione, più naturalmente tecnici, meccanici organizzatori e familiari, il numero esatto di persone che sono sbarcate sulla nostra isola non lo so, ma assicuro che a Lacona per tre giorni grazie a questo evento, in una domenica morta di fine marzo, sembrava di essere ad agosto, naturalmente sono tutte persone che hanno mangiato, dormito, preso il traghetto, visitato la nostra isola, insomma hanno portato soldi alla nostra economia... Non mi sembra giusto che nessuna testata giornalistica non ha trovato da spendere nemmeno una parola positiva su questo evento ma solo critiche e puntato il dito su uno sport che invece è riconosciuto da CONI e che non è cosi dannoso per la natura come molti dicano, con le moto teniamo puliti e evitiamo che la natura selvaggia si riprende i sentieri che furono aperti dai nostri nonni, e poi le assicuro che in più di un occasione abbiamo dedicato giornate intere a rimettere apposto da sassi e ricoprire buche su strade e sentieri ormai abbandonati, questa è un operazione che non fanno i nostri enti e i nostri cari ambientalisti, non sporchiamo il verde, i miei amici quando ci fermiamo per riposarci e ammirare il paesaggio, i mozziconi di sigaretta non lo gettano, ma se lo mettano in tasca... Oggi viviamo già in un periodo di difficoltà generale, l'economia va male, la gente non è felice, i problemi di tutti i giorni sono tanti, ma se per ogni cosa siamo pronti a trovare solo aspetti negativi, sono convinto che sarà sempre peggio... Gian Grasso Caro Gian Permettimi, ci si conosce, di darti del tu. Mi dispiace, ma non sono affatto d’accordo con quanto affermi e vorrei iniziare col chiarire una cosa: le leggi della Repubblica Italiana, con le normative regionali e quelle europee, vanno rispettate SEMPRE e le leggi in vigore vietano (a mio giudizio giustamente) ogni tipo di manifestazione motoristica (anche di regolarità) all’interno delle aree protette, ed ogni tipo di percorrenza motoristica della sentieristica pedonale più quella dei mezzi non autorizzati sulle piste forestali. PUNTO. Ciò premesso e premesso che la violazione di queste norme è purtroppo una deprecabile prassi da parte di appassionati fuoristradisti a motore a due e a quattro ruote, la faccenda degli appassionati di motocross che puliscono i sentieri con il loro (illegali) transiti ed il loro riattare i sentieri, mi pare che stia (scusami) nel giusto mezzo tra una barzelletta ed una presa per i fondelli. In questi anni abbiamo raccolto decine e decine di proteste di cittadini che segnalavano passaggi di veicoli dove non dovevano essere, pure personalmente abbiamo visto e fotografato moto scorrazzanti all’interno della sentieristica del Parco (anche prive di targa), abbiamo ricevuto una quantità di immagini fotografiche che documentavano la devastazione dei sentieri “solcati”, assassinati, dal passaggio di moto ed auto. Ed il fatto di non seminare sporcizia come cicche o altro (ci mancherebbe pure) non assolve dai reati (sì reati) che si compiono scorrazzando per le aree protette, inquinandole con i gas di scarico, danneggiando essenze aboree con il passaggio, disturbando la fauna con l’inutile rumoreggiare dei motori. La natura in linea generale è da assimilare ad un monumento e le aree protette (si chiamino Parco, SIC, ZPS) sono le emergenze monumentali più sacre, se a nessuno viene in mente di costruire una pista da go-kart il Piazza dei Miracoli a Pisa, o di organizzare una corsa di motoscafi off-shore nel Canal Grande a Venezia, perché si dovrebbe consentire il motocross in un Parco? Ma la natura e la natura protetta in particolare non è solo un valore etico e culturale, è anche una (notevolissima) risorsa economica, la principale di cui disponiamo. Una parte notevole e sempre più rilevante di persone viene in questa isola “spinta” da una molla naturalistica, si devono calcolare forse a centinaia di migliaia le persone che vengono qui con l’obiettivo di traversare una natura in cui l’ultima (ma proprio l’ultima) cosa che vorrebbero incrociare è un signore che se ne va per boschi a cavalcioni di una moto. Come dire che non solo nel bilancio reale del turismo insulare sono poca cosa le centinaia di persone qui occasionalmente convogliate dall’Enduro, ma che è addirittura (a mio opinabile parere) dequalificante per l’immagine dell’Elba la notizia che vi si svolgano anche certe attività. I tempi mutano (per fortuna) e cresce (per fortuna) la coscienza ambientale dei singoli cittadini, sono ormai un bizzarro ricordo le gare di motonautica che si tenevano nella rada di Portoferraio e di fronte alle Ghiaie di quando ero ragazzino (chi le riproponesse oggi verrebbe affidato ad uno psichiatra), spero che almeno i miei nipoti da grandi considerino la mania di bruciare inutilmente carburante nei boschi una cosa dannosa, disdicevole, non eticamente accettabile; e spero che nei boschi però ci vadano, in bici, a piedi, a cavallo o su un ciuco, come loro parrà più opportuno ma sempre essendo gentili con la natura perché se si ama una persona o qualsiasi altra cosa, in primis non la si ferisce.


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