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Controcopertina - Legambiente: Abbattimenti nel Parco, così non va.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 12 dicembre 2002

L’11 dicembre sulle pagine locali elbane di un giornale è apparsa una vera e propria scena di caccia grossa: una fotografia con un gruppo di cacciatori che esibivano i cinghiali abbattuti, peccato che quel safari fosse stato effettuato nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dove la caccia e la propaganda cruenta della caccia non dovrebbero essere consentite. Per una significativa coincidenza lo stesso giorno la Forestale ha beccato, durante una battuta organizzata dentro il Parco, un cacciatore non registrato, che quindi non aveva i requisiti per partecipare agli abbattimenti selettivi, in più questo “abusivo” era dotato di una radio ricetrasmittente, severamente proibita dalle norme sulle attività venatorie, che probabilmente serviva a metterlo in contatto con altri partecipanti alla battuta. Gli incorreggibili cacciatori elbani, con il loro esibito protagonismo da safari, stanno davvero mettendo in serio imbarazzo il Commissario del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Se non verranno presi subito provvedimenti ed esercitati estesi e puntuali controlli su tutte le fasi delle battute la situazione, con ben sei battute contemporanee, rischia di degenerare in una vera e propria attività di caccia, anche con strumenti illegali, all’interno dell’Area Protetta. LEGAMBIENTE, già all’epoca della presidenza Tanelli, disse che affidarsi solo ai cacciatori ed alle tradizionale braccata non avrebbe risolto i problemi, i fatti ci hanno dato ragione ed i cinghiali non sono diminuiti, oggi si ripete quell’esperimento, noi rimaniamo contrari. Chiediamo al Commissario Barbetti di: 1. non permettere attività non autorizzate esplicitamente dal Ministero 2. di permettere che tutte le fasi delle braccate avvengano solo in presenza della Forestale/CTA e di personale del Parco, così come impone la legge 394 3. di non autorizzare in nessuna forma abbattitori non abilitati o non residenti 4 . di formalizzare, subito dopo il primo mese di sperimentazione degli abbattimenti selettivi, un serio piano di abbattimento che vincoli i cacciatori al rispetto di un preciso numero minimo di cinghiali da eliminare. L’accordo tra Parco, Ambito Territoriale di Caccia, Consorzio dei cinghialai e Coldiretti è un passo indietro addirittura rispetto a quanto stabilito dall’ATC che chiedeva che nel Parco le squadre di selettori fossero di almeno 40 operatori. Invece, si è scelto, di fatto, di permettere alle squadre elbane di cacciare nel parco con lo stesso numero ridotto di partecipanti e con le stesse modalità della normale attività venatoria. Ma così facendo le battute non hanno più nessuna parvenza di straordinarietà e gli abbattimenti selettivi si trasformano semplicemente in caccia tradizionale addirittura immortalata da foto e con imbucati dotati di radiotrasmittente. Noi crediamo che le battute non possano ricalcare la caccia tradizionale, ma essere puntuali e con interventi di molti operatori di più squadre che eliminino contemporaneamente più cinghiali possibili, in un territorio chiaramente individuato. volta per volta, dal Parco. Per questo ribadiamo quello che per noi è assolutamente necessario per raggiungere un forte ridimensionamento della popolazione di suini selvatici: 1) Garantire il funzionamento delle gabbie gestite dal Parco ed impedire i continui sabotaggi e danneggiamenti; 2) caccia con braccate nel territorio esterno al Parco anche con abbattimenti fuori dal calendario venatorio 3) Abbattimenti selettivi e puntuali dentro il Parco con girate, braccate ed all’aspetto con l’obiettivo minimo di eliminare almeno 600 suini selvatici nel 2003. 4) Abbattimenti alla cerca e all’aspetto su tutto il territorio dell’Elba, eseguiti dalla Polizia Provinciale da aprile a settembre. Il successo ottenuto dalla Polizia Provinciale nel 2002 autorizza a pensare che possono essere facilmente superati i 100 cinghiali abbattuti con pochissimi operatori. Inoltre, occorre che il Parco attivi al più presto quei corsi, previsti dall’accordo, per selezionare davvero gli operatori che dovranno eseguire gli abbattimenti nel Parco, così come chiede la legge.


cinghiale primo piano

cinghiale primo piano